-TORRE EIFFEL- 19.0

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Mancavano pochi giorni e sarebbero ritornati in patria. Avevano camminato a lungo e si erano meravigliati giorno dopo giorno per l'incanto della città: il quartiere di Montmartre, il Louvre, la cattedrale di Notre-Dame, la Reggia di Versailles, il fiume Senna. Claudio eccitato come un bambino in un negozio di giocattoli, Mario esausto come un anziano salire le scale con le buste pesanti di spesa.

-To dico papale papale, non mi reggo più in piedi Clà, torniamo in hotel.

-Dai Mario, manca ancora molto da visitare! La Tour Eiffel ci...

-Tour Eiffel sto cazzo! Forse non ti è chiaro. Voglio tornare indietro, sono stanco e desidero fare una doccia per ricaricarmi, perchè in questo modo non mi godo nulla, anzi mi innervosisco. Te lo chiedo per favore!

-E vabbene, torniamo in hotel, ma stasera caschi il mondo, andiamo al Depot. Sono troppo curioso e voglio divertirmi... con te! Promesso?

-Ok Clà, ma attento a quel che fai. Lo sai...

-Sì signor capitano!

Il Depot  è la più grande discoteca gay di Parigi, ed una delle più grandi e famose d'Europa, sicuramente molto frequentata ma pericolosissima su qualsiasi prospettiva. Essendo estremamente curioso e predisposto all'avventura, Claudio desiderava visitare la tana del lupo, ed immaginare la calca su Mario, ovviamente attratta per la sua bellezza rara, non era motivo d'angoscia; era motivo d'orgoglio e quell'uomo dalla pelle bronzata era unicamente suo. Entrarono mano nella mano ed avanzavano vicini più che mai dimostrando al mondo di appartenersi, ma nella gabbia dei leoni poco importano le dimostrazioni ed i sentimenti. Amore e ragione non sono i benvenuti. Padrone di casa: l'istinto animale. Attraversarono un corridoio particolarmente stretto a luci tanto soffuse da ingannare gli occhi, e la salda presa per la paura di perdersi fu sciolta da uomini e uomini spingere contro, come mandria impazzita.

-Wow! Tu es la perfection! 

-Tu es belle! Suivez-moi, je vous montre ma bite!

-Aspect magnetique... gnam gnam!

Non conoscevano la lingua francese, ma certe espressioni e con certi toni cos'altro avrebbero potuto dire?! Molti uomini, simili ad avvoltoi, li folgoravano, li sfioravano, li trattenevano. Mario fu colto d'ansia e si armò di coraggio e pazienza. Claudio sorrideva divertito e procedeva con fare sicuro, stritolando quasi la mano di Mario, ritrovata immediatamente dopo averla persa per pochi istanti. Cominciarono a bere, particolarmente Mario, per allentare la tensione, ed aprirono le loro danze. Dopo ore, ubriachi ormai e barcollanti, si trascinarono per il locale, ed avendo perso il controllo, si ritrovarono in una grande stanza quadrata, parecchio scura e isolata dal resto del locale: era una Dark room, destinata ad ore di sesso sfrenato in divani scomodi della quale nessuno si sarebbe mai accorto. Nonostante l'alcool in circolo e i pensieri confusi, l'odore di sesso evaporare in quella stanza, raggiunse in men che non si dica i sensi di Claudio ed il piacere tra le gambe. Smise di ridere e lo fissò a lungo Mario annullando il mondo intorno, per conquistarlo ancora una volta, per scontrarlo quello sguardo incantatore senza dover fuggire, per lasciarsi ammaliare, per mangiarle quelle labbra con gli occhi e la forza del pensiero, per morire dentro. E Mario rideva. Rideva e gridava il suo nome, come fosse un appiglio, un'ancora, una speranza.

-Clà! Ahahahah! Ma che posto è? Clà! Ma che faccia hai? Ahahahah! Clà! Non capisco un cazzo! AIUTO! Clà...

Lo baciò intensamente. Lo baciò e perse il fiato. Lo baciò e si innamorò. Lo baciò e ringraziò il cielo. Lo baciò. Labbra di un rosso vermiglio si unirono, lingue ben ornate e vogliose si accarezzarono, mani affusolate e curate si intrecciarono, e gli occhi chiusi. Chiusi per andare oltre.

***

Finalmente passata la sbornia e tornata la lucidità. Erano soltanto le 5.00 del mattino, ormai stanchi lasciavano il locale infernale in direzione dell'hotel. Claudio non aveva dimenticato. Claudio desiderava spingersi oltre ed osservarla dal basso l'immensità della Torre Eiffel con l'uomo che amava e a cui avrebbe dato la vita, a cui avrebbe dichiarato il suo grande amore. Fu così che durante il cammino rallentò il passo e gli strinse la mano.

-Mario, non dirmi di no!

-In che senso? Ah Clà non proporre l'impossibile ti prego!

-Soltanto due parole: TORRE EIFFEL.

-No vabbe, tu sei completamente fuori di testa! Ma assolutamente no. Hai idea di che ore sono? No. No Clà scordatelo.

-Dai Mario, serve a me...

-Ma che vor dì?! Non ti cambierà la vita andare adesso Clà. Ho sonno e sono sfinito, non se ne parla!

-Ho un fidanzato bradipo rompi palle... mi correggo... non bradipo, perché il bradipo fa persino fatica ad aprire la bocca... ho un fidanzato rompi palle e basta... pesantezza infinita!

-Che stronzo che sei! Ok, andiamo! Contento?

Mario viveva del suo sorriso. Avrebbe dato la vita per il sorriso di Claudio ed il broncio lo detestava, perché quel viso perfetto, quegli occhi e quella bocca, si abbinavano bene soltanto a quel sorriso. Era nato per sorridere Claudio, e fu così che nonostante la stanchezza devastante, decise di accontentarlo quel capriccioso di un uomo, ignaro di tutto, ignaro del momento più bello della sua vita.

Arrivarono. La Torre Eiffel maestosa e silenziosa li attendeva. Attendeva essere testimone di un amore troppo grande, e li illuminava già a distanza. Restarono a lungo sorpresi per la bellezza, ed il cuore di Claudio vibrava di gioia. Era il posto giusto, il momento giusto. Infilò una mano in tasca ed imbarazzato pronunciò il suo nome.

-Mario, l ho desiderato tanto. Da troppo tempo. Ho visitato tantissimi posti nel mondo con la mia famiglia, fin da bambino. Non la Francia, non Parigi. Mamma ama la Francia, l ha sempre amata. "La città degli innamorati"... non è finzione, leggenda... nasco dall'unione di due turisti italiani conosciutisi sotto la Tour Eiffel... incredibile vero? Mamma mi ha raccomandato tante volte di scegliere bene chi portare con me un giorno a visitare la capitale francese, e di guardarla dal basso la grande torre con accanto la persona che amo e con la quale voler condividere il resto della mia vita. E se non è leggenda, Mario sii il mio compagno di vita per la vita. Ascolta bene, non è una proposta di matrimonio... stai tremando... ahahaha! Ho con me un filo rosso, te ne avevo già parlato... io e te siamo un solo destino. Io e te meritiamo toccare il cielo con un dito non una volta alla settimana, ed è per questo, per questo amore a cui non posso rinunciare, a cui non posso mentire, che ti chiedo di vivermi, ogni giorno, in casa mia, di essere parte della mia vita, di condividere con me le gioie e i dolori. Mario lascia Roma e vieni con me.

La vita gli sorrideva. Ed è proprio vero dopo la tempesta c'è sempre il sereno, e Claudio era il più vivace degli arcobaleni nella vita di Mario. Lo guardò sognante e ringraziò le stelle per un dono così prezioso, sperando di meritarla una gioia così grande.

-L'ho lasciata da mo Roma mia, da quando ti ho conosciuto... finalmente sto filo rosso s'è accorciato. Mai più distanti Clà. Mai. Oltre ogni mia aspettativa questo tuo gesto. Sei il mio oltre inaspettato. Adesso io e te oltre ogni cosa.

***

Scusate l'assenza ma nel frattempo mi sono sposata!!! Mi auguro sia di vostro gradimento il mio ultimo aggiornamento nonostante le condizioni pietose in cui mi ritrovo! Spero come sempre di poter andare oltre e di concludere questo mio esperimento nel migliore dei modi. Grazie per le stelline, i commenti, le letture e quant'altro! Vi abbraccio!

MiRiKo14









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