Cαριτοlο V ~Nuovi amici~

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Hiccup e Jack stavano raggiungendo la capanna undici.

«Jack, hai visto Rapunzel?» chiese una ragazza dai capelli rossi.

«É lui il ragazzo che tenevi d'occhio? É molto carino»

«Ti ringrazio.» rispose Hiccup arrossendo.

«Lo sai ho un debole per quelli come te.»

«Hiccup dobbiamo andare.» disse Jack spazientito, mentre fissava la ragazza girare attorno al suo amico.

«Io sono Anna Arendelle, figlia di Afrodite. Cabina 10. Tu invece chi sei?»

«Hiccup Haddock.» rispose.

«Eppoi?»

«Eppoi cosa?»

«Di chi sei figlio? Lo sai?»

«Cabina 11 indeterminato, ti basta questo.» disse Jack prendendo l'amico per un braccio e trascinandolo via.

«Non capisco, cosa sono queste cabine?» chiese Hiccup.

«Te lo spiegherò più tardi, ora ho una partita di pallavolo che mi aspetta.» disse sollevandosi in aria.

«Aspetta non dovevi accompagnarmi alla cabina 11?»

«Sei già arrivato.» disse per poi volare verso i campi.

Hiccup si trovava di fronte ad una casa vecchia con una porta fatiscente, sopra alla quale vi era rappresentato un caduceo, simbolo del dio. La vernice marrone, che un tempo ricopriva l'intera casa, era screpolata.
Hiccup entrò all'interno e rimase stupito.
La casa era invasa da ragazzi di tutte le età che parlavano tra di loro e si facevano scherzi a vicenda.
Alcuni di loro erano seduti su dei sacchi a pelo.

«Benvenuto nella cabina undici, la casa dei figli di Ermes. Il dio messaggero degli dei e protettore di medici, commercianti, viaggiatori e ladri.» disse un ragazzo mente si faceva largo tra i sacchi a pelo.
Aveva i capelli neri e gli occhi nocciola.

«Io sono Flynn, capocabina. Tu invece?»

«Hiccup Haddock, indeterminato.»
«Oh fantastico. Trevis trova posto per un altro indeterminato.» urlò ad un ragazzo.

«Non c'è più posto. Scrivo un messaggio agli dei?»

«Muoviti.»

«Cosa vuol dire.»

«Beh vedi la nostra cabina ospita tutti i mezzosangue che non sono stati riconosciuti, oltre a noi. Quando il numero di ragazzi supera il numero di posti disponibili scriviamo una lettera e la speriamo nell'olimpo.»

«Così riconoscono i propri figli e si liberano posti.» concluse il ragazzo di prima.

«Sono stati riconosciuti tre ragazzi: Mike cabina sei, Oliver cabina dodici e Emma cabina diciassette.»

«Due dei maggiori e uno minore. Accompagnali nelle loro cabine poi torna qua, abbiamo bisogno di te.» il giovane annuì e prese con se i tre ragazzi.

«Allora questo é il tuo sacco a pelo, fai attenzione: i figli di Ermes sono dei ladri. Posso chiederti perché sei arrivato qua così tardi?»

«Come scusa?»

«In questo campo i semidei che arrivano hanno all'incirca tredici anni. Tu ne hai ventuno.»

«Come fai a saperlo?»

«Carta d'identità, ti ho avvisato sui figli di Ermes.» disse mostrandogli il documento che aveva tra le mani. Hiccup si mise una mano in tasca e prese il portafogli. Notò che gli mancava la carta d'identità.

«Io non sapevo dell'esistenza di questo posto e fino ad ora nessun mostro mi aveva cercato così ho condotto una vita normale per ventuno anni.» disse, prese il documento dalle mani del ragazzo e se lo rimise in portafoglio.

«Cerca di farti riconoscere il più presto possibile o questa cabina diventerà un albergo.»

Hiccup uscì dalla cabina e si diresse verso il campo da pallavolo.

«Ventiquattro a ventitre per i figli di chione, un altro punto e vinciamo. Come la mettiamo adesso?» urlò Jack entusiasto.

«Jack non esultare troppo, ti ricordo che stiamo giocando contro i figli di Nike.» disse una bionda.

«La tua amica ha ragione. Avanti facciamogli vedere ciò che sappiamo fare.»

«Avanti Wendy.» urlò la squadra avversaria alla ragazza che si preparava a battere.
La ragazza batté la palla ma nessun giocatore dell'altro campo si mosse.

«Ehi così é sleale.»

«I figli di Demetra ci dovevano un favore così hanno creato questa pozione.»

«E l'abbiamo usata per rendete la vostra parte di campo sabbie mobili.»
«I figli di Nike vincono la partita.» urlò l'arbitro.
La sabbia finì di far sprofondare gli avversari e torno normale sabbia.

«Ce la pagheranno, chiameremo i figli di Nemesi e li sistemeremo.» disse un compagno di squadra.

«Non credi di esagerare Robert?» disse Jack

«Hanno giocato in modo sleale é vero, però non possiamo iniziare una guerra tra cabine.» disse la bionda di prima.

«Ora tornate in cabina avete dei compiti da fare se non sbaglio.» concluse.

«Ehi Hiccup piaciuta la partita?»

«Ho visto solo la fine, sai non trovavo il campo da pallavolo.»

«Ah é vero non ti ho ancora mostrato il campo.» disse Jack.

«Che razza di custode sei? Non mostrare il campo al tuo amico.»

«Lo so, sono un pessimo custode.»

«Io sono Elsa Arendelle, figlia di Chione e custode. Cabina 21.»

«Hiccup Haddock, indeterminato. Per caso sei parente di Anna?»

«É mia sorella. A quanto pare l'hai già conosciuta.» disse ridendo leggermente.

«Vieni con noi ti presentiamo gli altri.» Elsa fece cenno a Hiccup di seguirla.
Arrivarono di fronte ad un poligono di tiro.
Diversi ragazzi si stavano allenando.
Una ragazza dai capelli rossi e ricci colpì l'attenzione del ragazzo.
Riusciva a colpire il centro di tutti i bersagli.

«Sono troppo forte.» esultò posando l'arco.

«Elsa, Jack che ci fate qua?» domandò avvicinandosi ai due.

«Stiamo presentando il gruppo a Hiccup.»

«Ciao Hiccup. Io sono Merida Dunbroch unica figlia di Zeus, cabina 1. E cacciatrice di Artemide della cabina 8.»

«Hiccup Haddock, indeterminato.»

«Chi altro hai conosciuto oltre a noi?» domandò la riccia mentre prendeva il suo arco.

«Oltre a voi ho conosciuto Rapunzel, Anna e Flynn.»

«Stasera incontrerai anche gli altri. Sono sicura che ti piaceranno.» disse Merida dandogli una leggera pacca sulla schiena.

Il figlio di Efesto . . . 🇮🇹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora