Cαριτοlο VI ~tutti molto gentili~

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Arrivò a sera e dopo aver passato un'ora precisa a vagare per il campo dato che nessuno si é degnato di dargli delle indicazioni, Hiccup riuscì a trovare Jack e il resto della compagnia.

«Era ora!» esclamò l'albino.

«Ti stavamo aspettando con ansia.»

«Oh vedo come sei in ansia per me.» disse Hiccup vedendo come l'amico si stava abbuffando coi suoi compagni.

«Allora come ti trovi qui Hic?» domandò Elsa ignorando il rumore che emettevano i suoi amici mentre mangiavano.

«Diciamo che non mi sono ancora ambientato.» rispose il castano grattandosi il capo.

«Ti garantisco che in un paio di giorni girerai per il campo come se ci fossi nato.» scherza lei.

«Lo spero.» disse sedendosi accanto ad un ragazzo che si girò non appena sentì la sua presenza.

«Che ci fai qui tu?» domandò con un forte accento straniero.

«Vorrei cenare.» disse addentando un pezzo di pollo.

«Tu non puoi stare qui.»

«E perché no?»

«Questo tavolo é solo per i figli di Chione.»

«Come scusa?»

«Sì ogni cabina ha un tavolo assegnato dove solo i loro abitanti possono sedersi. Mi dispiace Hic.» spiegò Elsa.

«No capisco perfettamente.» disse alzandosi dal tavolo per raggiungere quello dei figli di Ermes.
La cena andò particolarmente per le lunghe, i figli di Atena avevano recitato poesie e letto miti per tutta la sera e quasi tutti i ragazzi si erano addormentati o annoiati.

La mattina seguente Jack si presentò di fronte alla casa di Ermes e aspettò l'amico come faceva ogni mattina prima di andare a scuola assieme.

«Allora Hic sei pronto?» domandò l'amico alzandosi dal suolo.

«A cosa? A perdermi di nuovo per questo posto?» domandò sarcastico il castano.

«Non scherzare oggi ci sono gli allenamenti, ti insegneremo a combattere.» urlò elettrizzato Jack.

«Veramente io avevo altri piani.»

«Quali? Corsa con le bighe? Ruba bandiera? Arrampicata?»

«No, la mia idea era quella di andarmene da questo posto per trovare mia madre.»

«Andiamo fattene una ragione tua madre é morta.»

«Grazie per la compassione Jack. Sei un vero amico.» dice prendendo il suo zaino.

«Andiamo fratello non puoi andare in giro da solo. Hai idea di quanti mostri vogliono trovate il campo? O la tua testa?»

«Se sono resistito ventuno anni senza mostri posso continuare in questo modo.»

«Hic ascolta ora che sei stato attaccato si spargerà la voce e in poco tempo tutti i mostri sapranno della tua esistenza e ti verranno a cercare.»

«Affronterò ogni mostro che cercherà di attaccarmi a costo di trovare mia madre.»

«Hiccup smettila, tu non sei in grado di resistere per più di un secondo la fuori.» gli urlò l'albino.

«Tu questo non lo puoi sapere.» detto ciò Hiccup se ne andò lasciando l'amico di fronte all'entrata della cabina 11.

Stava camminando per il campo mentre ripensava alla litigata appena avuta con l'amico. Non aveva mai visto l'amico così arrabbiato e questo lo faceva stare male perché sapeva benissimo che era lui la causa di tanta rabbia.

«Hiccup va tutto bene?» domandò Rapunzel avvicinandosi al ragazzo.

«Sì non preoccuparti.»

«Senti Merida si sta allenando perché non vieni con me e Anna a vederla?»

«No grazie, non sono dell'umore adatto.»

«Va bene. Se cambi idea sai dove trovarci.»

Rapunzel si allontanò da Hiccup, raggiunse la rossa, e insieme andarono verso il campo di addestramento.

«Attenzione!» la voce di una ragazza fece alzare la testa di Hiccup verso il cielo.
Una figura scusa simile ad un volatile si stava abbattendo su di lui.

«Ma che…» non fece in tempo a finire la frase che qualcosa lo investi facendolo cadere al suolo.

«Atterraggio perfetto.» si autocongratulò una ragazza scendendo dal drago su cui era seduta.

«Non ne sai così sicura.» disse Hiccup mentre cercava di togliersi dal peso dell'animale.

«Vuoi darmi una mano a liberarmi oppure no?»

«Non si toglie un giocattolo ad un drago. Mi dispiace molto.» rispose la bionda.

«Io ti sembro un giocattolo?»

«A quanto pare sì. Tempestosa alzati.» disse rivolta al drago.
Hiccup sentì l'animale alzarsi dal suo corpo liberandolo per poi volare via.

«Sei nuovo, non ti ho mai visto da queste parti.» disse la bionda aiutandolo ad alzarsi.

«Sono arrivato ieri. Mi chiamo Hiccup e sono un indeterminato. Tu invece?»

«Astrid Hofferson, cabina 5. Figlia del potente Ares. Tu invece sembri più il figlio di qualche divinità minore. Sei molto magro, sicuro di essere un semidio?»

«Se devo essere sincero non sono più sicuro di niente.»

«Ora devo andare ho una battaglia da vincere. Merida non sa contro chi si é messa.»

«Come scusa?»

«Noi figli di Ares non ci tiriamo mai indietro, lei mi ha sfidato ed ora é tempo di sistemare le cose. A presto Hiccup.» con un fischio chiamò il drago e si diresse all'arena di combattimento.

Hiccup iniziò a correre verso l'arena seguendo il drago che volava più avanti di lui.
Non sapeva il motivo però voleva assolutamente vedere quel combattimento.
Arrivato all'arena si sistemò di fianco agli spalti, nascosto agli occhi degli altri semidei.
In mezzo al campo c'erano Merida e Astrid. La rossa aveva arco e frecce mentre la bionda faceva roteare un'ascia.

«Questa é la fine per i figli di Zeus.» urlò Astrid. Tutta la cabina 5 esultò.

«Andiamo Astrid era solo uno scherzo. Eppoi é successo una settimana fa. Non possiamo metterci una pietra sopra?»

«L'unica pietra che vedrò sarà la tua lapide.» detto ciò si scaglio contro la rossa.
Merida stava cercando un nascondiglio dove potersi riparare dalla furia di Astrid, ma purtroppo l'arena era un campo aperto.
Intanto Astrid stava lanciando la sua ascia nel tentativo di colpire la sua avversaria ma quest'ultima riusciva sempre a schivare l'arma.

«Forza Merida.» urlavano Anna e Rapunzel per sostenere la loro amica.
Hiccup, d'altro canto, era intento ad osservare la bionda. Le sue mosse lo avevano stregato. Non gli interessava più il combattimento ma la ragazza.

«Hiccup togliti da lì.» le urla di Merida lo riportarono alla realtà, ma era troppo tardi. La leva accanto a lui si mosse e il rumore degli ingranaggi che aprivano la gabbia attirò l'attenzione di  tutti fermando il combattimento.

«Hiccup scappa!» urlò Merida non appena la gabbia si aprì.

Il figlio di Efesto . . . 🇮🇹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora