CAPITOLO 4

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Arrivati al cancello aspettiamo impazienti che Connor ci apra. Passano diversi secondi ma il cancello non si è ancora mosso. Non posso crederci, il sensore si è rotto nuovamente.

"Ci penso io." Scendo stizzita dalla macchina e suono il campanello per ben due volte. Finalmente il cancello si apre e riusciamo ad entrare.

Attraversiamo il giardino dove Marc, il nostro giardiniere, sta finendo di potare gli ultimi cespugli. È un mago con le forbici, non c'è pianta che abbia una sola foglia fuori posto. Giriamo attorno alla fontana di pietra posta davanti casa e infine scendiamo.

Connor ci raggiunge e mi aiuta a portare dentro le numerose buste.

"Vostra madre vi aspetta in salotto." Ci informa.

Entro e vengo pervasa da un invitante odore di pollo arrosto. Jaxon sparisce in cucina mentre io mi dirigo subito nel salone, non vedo l'ora di riabbracciare mia madre. Sono passati solo cinque giorni da quando è ripartita per il suo viaggio di lavoro ma mi è mancata un sacco.

La trovo elegantemente seduta sulla comodissima poltrona in pelle che si è fatta fare su misura. Sta leggendo un giornale e ha gli occhiali appoggiati sulla punta del suo piccolo naso aquilino che le danno un'aria ancora più seria. I corti capelli biondo platino le contornano il magro viso, e mettono in risalto i suoi occhi verdi smeraldo. Non mi ha ancora notata, così per attirare la sua attenzione grido "Mamma!" lei distoglie lo sguardo dal giornale e lo appoggia sul tavolino di vetro, mentre con la sua voce delicata mi invita ad andarla ad abbracciare. Senza pensarci due volte mi fiondo tra le sue braccia. Appoggia le sue labbra carnose alla mia fronte e mi schiocca un bacio. "Mi sei mancata tanto Zoe." Mi stacco dalle sue braccia e mi siedo sul divano davanti a lei. Ci studiamo per un attimo.

"Allora, Connor mi ha detto che sei andata a fare shopping!" dice sorridendo entusiasta.

Immaginavo che lo avrebbe sottolineato, per lei è molto importante la cura dell'aspetto estetico ed esteriore, vuole mantenere alto il nome della nostra famiglia ma in fondo non posso biasimarla, per una donna come lei, interior designer di fama mondiale, l'impatto esteriore è importantissimo.

Quando ero piccola l'accompagnavo sempre nei negozi di alta moda dove passavamo pomeriggi interi. Io mi sedevo sui morbidissimi divanetti sparsi per il negozio e aspettavo impaziente che lei uscisse dal camerino per mostrarmi i capi che provava. Ero la sua personale consigliera ed era un compito complesso da svolgere dato che non esisteva vestito che le stesse male. Aveva e tutt'ora ha un corpo da fare invidia perfino alle modelle di Victoria's Secret. È magra ma muscolosa, ha delle lunghe gambe tornite e braccia toniche. Per mia fortuna ho preso da lei.

A quindici anni aveva provato a lanciarmi nel campo della moda. Avevo dovuto affrontare un casting e una selezione. Lo avevo fatto solo per renderla felice ma poco dopo ho deciso di smettere, avevo capito che non ero portata per stare al centro dell'attenzione. Non mi è mai appartenuto l'egocentrismo e ho sempre odiato quelle ochette senza cervello false come Giuda. Quindi appena ne ho avuto l'occasione ho lasciato perdere. Perciò la mia vita da super modella ha avuto vita breve, ma sono contenta così.

"Già, Avery si è offerta di accompagnarmi al centro commerciale questo pomeriggio, così ho sfruttato l'occasione per prendere una boccata d'aria e svagarmi, in modo da evitare di pensare a tutto ciò che è successo in quest'ultimo periodo" le spiego. Non appena concludo la frase noto che i suoi occhi si incupiscono. Comprendo che non è ancora riuscita a superare del tutto l'atto lussurioso di mio padre. Mi dispiace di vederla così, perciò cambio subito discorso. "Questa sera abbiamo un succulento pollo da mangiare, non vedo l'ora. Sai, è il mio piatto preferito!"

"Non erano le lasagne?" effettivamente ha ragione, non ho un cibo preferito, fortunatamente sono di bocca buona e non schizzinosa come Jaxon. Lui preferisce una cucina sofisticata io mi adatto volentieri a tutto, non mi faccio problemi per mangiare.

"Anche quelle" rispondo ridendo. Connor ci annuncia che è finalmente pronta la cena.

Ci accomodiamo al tavolo e Connor ci serve il delizioso pollo con le patate arrosto. Per me sono un momento magico le cene in famiglia. Mentre mangiamo abbiamo modo di parlare e confrontarci. Mamma ci racconta tutti i luoghi che ha visitato mentre era via e noi le raccontiamo cosa abbiamo fatto durante la sua assenza. Sono sempre stata educata al confronto e all'ascolto in quanto mia madre li ritiene due fattori importantissimi. Loro sanno tutto di me, non c'è nulla che io gli tenga nascosto perché so che qualunque cosa accada non mi tradiranno mai e che potrò sempre contare su di loro. Quando ero piccola mi veniva continuamente ripetuto che nella vita le persone che veramente mi vogliono bene le posso contare sulle dita di una mano. Beh, a me bastano loro due.

Finito di mangiare ci alziamo, e come da tradizione, ci spostiamo nel salotto per guardare un film tutti insieme. "Questa sera scelgo io." Dice mio fratello. Io e mamma ammicchiamo. Sappiamo già che quando tocca a Jaxon la scelta del film l'unica cosa da fare è mettersi il cuore in pace e prepararsi mentalmente alla visione di uno dei soliti film prolissi e cervellotici. Così ci buttiamo sul divano con una ciotolona di pop-corn strabordante e ci prepariamo a due ore di rottura di palle. Ma questa volta ci siamo sbagliate perché Jaxon ci sorprende con un horror.

"Vado a dormire" dico appena il film finisce "domani mi aspetta una giornata pesante." Non ottengo risposta. Magnifico. Entrambi stanno dormendo profondamente perciò, onde evitare di svegliarli, mi muovo cauta fino alla mia stanza, agguanto il telefono e torno di sotto. Fotografo mio fratello che si è rilassato a tal punto da sbavare sul cuscino. "Non ridere, non ridere" cerco di ripetermi mentalmente ma la scena è troppo esilarante e prima che me ne renda conto mi lascio scappare un risolino. Mio fratello apre gli occhi e prima che possa realizzare ciò che è appena avvenuto, mi barrico in camera. Dopo pochi minuti lo sento salire le scale.

"Brutta stronza apri subito" sbatte così forte sulla porta che ho quasi paura che possa tirarla giù. Mi sto sbellicando dalle risate.

"Mai!" Con questa foto lo potrò ricattare a vita. "Sai che non aprirò, quindi ti conviene andare a dormire e sbavicchiare ancora un po' sul tuo cuscino"

"Zoe questa me la paghi" Non riesco più a prenderlo sul serio dopo averlo immortalato in quello stato.

"Ah che paura, il mostro bavoso mi ha appena minacciata" ho le lacrime agli occhi e un gran dolore di pancia causato dalle risate. Guardo dal buco della serratura e non lo vedo. Sono salva. Rimetto la sveglia e mi butto sul letto. È in questo momento che mi torna in mente Avery. Mi sono dimenticata di chiamarla e ora è troppo tardi, starà sicuramente dormendo. Domani troverò il modo di farmi perdonare, ora sono troppo stanca.

SPAZIO AUTRICE❤️
Ciao a tutti miei cari lettori. Come vi sembra? Volete che continui a scrivere? Fatemi sapere con un commento sincero cosa ne pensate, per me è molto importante sapere se ciò che scrivo ha un riscontro positivo o negativo. Presto aggiornerò.❤️

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