CAPITOLO 13

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Dopo numerosi giri per le tortuose strade di Hampton decido di fermarmi in un fast-food lungo la strada. Non ci sono molte macchine nel parcheggio e il luogo sembra tranquillo. Meno gente ho attorno e meglio è, perciò imbuco la macchina nel primo posto che trovo e entro. Quando apro la porta il suono di un campanello avvisa che qualcuno è appena entrato e quel qualcuno sono proprio io. Gli unici due signori che sono seduti in un tavolo affianco alla vetrata si voltano a guardarmi, io accenno un piccolo sorriso e loro ricambiano tornando poi a rivolgere l'attenzione al loro panino.
"Buonasera, si accomodi pure dove vuole, saremo subito da lei." Una ragazza dietro il bancone mi fa cenno di scegliere un tavolo, ma decido di prendere posto su uno dei tanti sgabelli vicino al bancone.
"Ash dammi il cambio!" Grida la ragazza sparendo in cucina. Poco dopo, dalla stessa porta, esce un ragazzo alto e robusto. I muscoli sono messi in risalto dalla maglia nera che indossa la quale gli fascia il corpo. La mascella quadrata e le labbra carnose mi fanno raggelare e i grandi e profondi occhi turchese mi fanno perdere un battito. Mi ricompongo velocemente da quella visione divina e mi mostro il più disinvolta possibile quando viene verso di me.
"Scusi per l'attesa, cosa le porto?" Mi chiede con una voce profonda e rauca che mi fa seccare la bocca. All'improvviso le mie ghiandole salivari hanno deciso di smettere di funzionare. Mantengo la calma e con voce tremante dico: "Un bicchiere di whisky, grazie."
Mi guarda pensieroso e poi si gira per prepararlo. Me lo posa davanti.
"Ecco a lei."
Perché mi dà del lei? È un modo formale di rivolgersi ai clienti ma allo stesso tempo è ridicolo, avrà la mia stessa età se non qualche anno in più. Restiamo per alcuni secondi a fissarci. Mi perdo nei suoi occhi, ma poi abbasso lo sguardo e mi concentro sul mio bicchiere. Lo avvolgo con entrambe le mani, il contatto con la superficie fredda del vetro mi provoca un brivido che mi percorre l'intera spina dorsale. Picchietto l'unghia laccata di rosso sul bicchiere mentre mi sento gli occhi del ragazzo addosso e poi mi decido a bere. Avvicino il bicchiere alla bocca e con un colpo secco mando giù tutto il whisky. L'alcol mi brucia la gola e le labbra spellate ma poco dopo la sensazione di bruciore sparisce lasciando spazio al sollievo. Alzo lo sguardo e trovo che il moretto dal fisico di un'antico atleta  greco è concentrato ad asciugare alcuni bicchieri. Vede il mio vuoto, lo prende e lo sciacqua.
"Me ne fai un'altro per favore?" Chiedo cortesemente.
Senza dire niente mi riempie nuovamente il bicchiere appena lavato e lo appoggia sul bancone.
Tutt'a un tratto il mio telefono prende a saltellare di qua è di là a causa della vibrazione. Lo schermo illuminato segna il nome di Ally. Non mi va di parlare in questo momento, così decido di riattaccare. Tracanno anche il secondo bicchiere e lascio alcune banconote sul bancone. Mi tiro in piedi e una vampata di calore mi sale dai piedi fino alla testa. Non sono in perfetto equilibrio ma riesco lo stesso a camminare. Esco e mi dirigo alla macchina. Cazzo la borsa! Mi volto per tornare dentro e mi ritrovo faccia a faccia con l'eroe greco. La sua colonia fresca mi inebria la mente che è già un pezzo avanti a causa dell'alcol che sta incominciando a fare il suo effetto. Le nostre bocche sono a pochi centimetri l'una dall'altra. Il mio respiro si fa irregolare e devo mantenere un certo autocontrollo per non avventarmi sulle sue labbra. Non ho mai provato una sensazione del genere, per di più non nei confronti di un ragazzo che neanche conosco.
Mi porge la borsa e poi torna dentro il fast-food lasciandomi sola. Respiro profondamente e salgo in macchina.

Quando torno a casa mi butto sul letto e cado in un sonno profondo.

SPAZIO AUTRICE ❤️
Ecco a voi il primo incontro con Ash 🌹.
Cosa ne pensate??❤️

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