CAPITOLO 17

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Parcheggio affianco alla macchina di Sarah e scendo. L'aria pungente mi pizzica il viso e mi fa gocciare il naso, odio questo periodo dell'anno, devo sempre assicurarmi di avere un pacchetto di fazzoletti con me se non voglio rischiare di allagare tutto con il mio naso gocciolante. Così prendo un fazzoletto dallo zaino e mi tampono lentamente tra le narici e le labbra. Il profumo che sprigionano i fazzoletti alle erbe mi inebria la mente e mi fa tornare il sorriso. Tutte le mie mattine sono uguali e noiose. Sveglia presto, colazione veloce e scuola, detesto questo stile di vita ma mi rendo conto che lo studio è necessario se voglio assicurarmi un buon futuro. Così butto sulle spalle il mio zaino carico di libri e mi dirigo all'ingresso aggregandomi alla mandria di zombie-alunni che si trascinano per il cortile.
"Zoe!" Mi sento chiamare da una voce dolce, mi giro di scatto e riconosco subito che il suono proviene da Sarah. Saltella sorridente intenta a raggiungermi. Penso che l'unica persona a non essere mai stanca sia proprio lei, anche di prima mattina sprizza vitalità da tutti i pori. Mi salta al collo e si aggiunge anche Nigel al caloroso abbraccio.
"Ciao ragazzi." La testa mi gira ancora dopo tutto quello che mi sono bevuta ieri sera, impiegherò del tempo prima di smaltire il tutto.
"Dove andate?" Chiedo ai due quando li vedo dirigersi dalla parte opposta all'ingresso della scuola. Nigel mi fa segno di seguirli e non me lo faccio ripetere due volte, li raggiungo. Arriviamo al parcheggio e Sarah mi guarda con uno strano sorriso sulle labbra.
"Sei proprio sicura di volerlo fare?" Il suo sguardo furbo non mi convince.
"Fare cosa?" Non ho idea di ciò che passa nella mente di questi due pazzi.
"Marinare la scuola cazzo!" Grida Nigel euforico. Sarah lo ammonisce subito.
"Fai silenzio stupido, vuoi farti sentire da tutti?"
"Scusa amore." Le stampa un bacio sulle labbra.
"Allora vieni con noi?" Mi chiedono contemporaneamente.
Ci ragiono su per alcuni secondi. Non succederà nulla se salto per una volta le lezioni, chiederò gli appunti a qualcuno. Inoltre sono sicura che alcuni ricordi della serata di ieri riaffioreranno e mi perseguiteranno per tutto il giorno, avrò sicuramente bisogno di distrarmi.
"Vengo." Accetto inespressiva.
"Vediamoci al parco."
Salto in macchina e guido seguendo la macchina di Sarah non sapendo dove stia questo parco.

Poco dopo raggiungiamo un piccolo prato sperduto nel nulla pieno di alberi e panchine colorate.
"Eccoci qua!" Nigel si siede su una panchina rossa e blu.
"La signorina deve raccontarci qualcosa" Sarah mi osserva con uno sguardo malizioso "ieri sei andata a letto con Jay Parker cazzo!" Le brillano gli occhi, non so che cosa ci trovi di tanto esaltante, è stata solo una scappata.
"Non ricordo nulla di ieri." Dico mentre sbuffo fuori il fumo della sigaretta.
"Ci credo, non ho mai visto nessuno tanto ubriaco come te." Nigel ride.
"I Parker sono i più popolari della scuola e non so come diavolo hai fatto a finire già nel letto con Jay, Jassie si arrabbierà un casino quando lo scoprirà."
"Che c'entra Jassie con i Parker?"
Nigel e Sarah si scambiano un'occhiata e poi Nigel inizia a parlare.
"Jassie, come avrai capito, è la leader delle cherleeder e tiene tutti sotto il suo comando a scuola. Ha avuto una storia con Jay ma si sa che in realtà tentava soltanto di arrivare ad Asher che non se l'è mai calcolata."
Non riesco a capire "Che le ho tolto allora, sono andata a letto con Jay non con Asher."
"Si ma il punto è: con che rapidità! Lei si è dovuta sudare il posto da dominatrice per arrivare poi ai Parker, tu sei qua da meno di una settimana e già fai faville!"
Scoppiamo a ridere tutti e tre.
"A me non interessa Jay perciò può anche stare tranquilla, inoltre non ho problemi ad affrontarla, non mi fa paura, so come sono fatte le tipe come Jassie." Rabbrividisco al pensiero che ero esattamente come quella strega quando abitavamo a Chicago.
"Eri una gallina spennacchiata anche tu?"
"Già e fidatevi, non è bella come cosa" sorrido a Sarah e Nigel che buttano le cicche a terra e si alzano.
"Noi andiamo Zo', posso chiamarti così?" Adoro i soprannomi, quando qualcuno inizia a chiamarti con un soprannome vuol dire che il livello di amicizia sale sempre di più e iniziare a considerarli amici non mi dispiace affatto.
"Certo." Non riesco a trattenere un sorriso.
"Beh, allora a domani Zo'." Lancio loro un bacio e li guardo andar via.

Resto sola immersa nel silenzio, ormai è diventata la condizione costante nella quale vivo. Solitudine e silenzio sono le componenti fondamentali della mia vita da quando è morto Jaxon. Mi stendo sulla panchina multicolore e osservo la natura che mi circonda. Le foglie degli alberi stanno ingiallendo e lentamente cadono al suolo. Una lacrima scivola dal mio occhio fino all'estremità del mio volto per poi cadere a terra. Non so cosa mi abbia portato al pianto, forse tutto ciò che è successo è destinato a perseguitarmi fino al resto dei miei giorni. Una goccia mi colpisce la fronte e subito dopo, un'altra, il naso, via via diventano sempre più fitte e mi costringono ad alzarmi. L'aria si profuma di un odore di fresco e acqua piovana.
Mi direziono alla macchina e mi riparo al suo interno. Inserisco le chiavi ma l'auto non vuole saperne di partire. Non mi abbandonare anche tu piccola teppista, come torno a casa? La pioggia si fa sempre più fitta e sono costretta a scendere e aprire il cofano per vedere cosa non va. Non ne capisco nulla di motori ma se il cofano emette del fumo penso che non sia un buon segno.
"Merda!" Grido incazzata. Stringo i pugni e la gola mi si chiude. Cerco disperatamente il telefono nello zaino ma lo trovo completamente scarico, ieri mi sono dimenticata di metterlo in carica. Lo scaravento sul sedile e sbatto lo sportello. Devo stare calma, devo stare calma. Tento di ripetermi.
"Grazie! Grazie mille a tutti!" Dico rivolta al cielo. Tiro un calcio alla staccionata di legno che non fa una piega al contrario mio che mi accascio a terra a causa del dolore.
"Che altro può succedere?" Grido tra lacrime e pioggia.
Quando ormai sembra non ci sia più speranza un'auto rossa si accosta alla mia.
"Salta su." Dice una voce roca. Non riesco a vedere chi sia al volante ma decido comunque di accettare. Prendo le mie cose in macchina e salgo nella salvatrice rossa.
"Io ti ringra..." le parole mi muoiono in bocca. Non posso credere ai miei occhi , dev'essere uno scherzo, non può essere.
"Di male in peggio." Dico stingendomi nelle spalle per il freddo. Asher rimane impassibile e mette in moto la macchina.
Sono completamente fradicia e ho un freddo bestia. I brividi mi percorrono tutto il corpo e i peli mi si rizzano. Asher mi porge inaspettatamente una felpa verde militare.
"Grazie." Dico arrendendomi alla sua gentilezza, se così può essere definito questo gesto.
Non avrei mai accettato di farmi riaccompagnare a casa da lui se non fossi stata in una situazione di estrema emergenza.
"Rutland Road..."
"Lo so" risponde duro.
"Scusa, non pensavo fossi uno stalker professionista."
"Non puoi nemmeno immaginare le cazzate che spari quando sei ubriaca." Arrossisco incredula. E lui che ne sa?
"Senti quello che è successo ieri..." tento di dire ma vengo interrotta.
"Non me ne frega nulla di quello che fai con mio fratello ma vedi di non sbagliare camera la prossima volta." Cosa? Merda, ora ricordo. Ho aperto la stanza nella quale lui era con una stupida sgualdrina. Raggelo difronte a quella immagine.
"Già." Dice lui vedendo il mio sguardo allibito.
Rimaniamo in silenzio per il resto del tempo. Quando arriviamo davanti alla mia casa, non faccio in tempo a scendere che lui è già volato via.
Mi ha lasciata così, senza dire nulla, è arrivato in silenzio e in silenzio se n'è andato via.

SPAZIO AUTRICE ❤️
Miei amati lettori , vorrei davvero sapere cosa ne pensate della storia, dei personaggi, del nuovo capitolo... lasciate un commento se avete tempo e voglia.😘
Al prossimo capitolo, vi voglio beneee❤️

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