CAPITOLO 8

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Mi butto sul letto e accendo il telefono. In pochi secondi lo schermo si illumina e iniziano arrivare notifiche di messaggi e chiamate perse. Non ho alcuna voglia di rispondere perciò lo appoggio sul comodino e mi lascio inghiottire dai cucini.

Resto con gli occhi aperti a fissare il soffitto. Sono distrutta, non ho più le forze per far nulla. Penso al trasferimento, sarà difficile abbandonare le vecchie abitudini, gli amici ma soprattutto la casa. Qui è dove sono nata, dove ho trascorso momenti felici e momenti tristi.

Il mio sguardo saetta alla porta della stanza di mio fratello. Riesco a vederla anche da stesa sul letto. La porta è spalancata, tutto è rimasto fermo a quel fatale lunedì. Sento la bile salire solo ripensandoci. Lo schienale della sedia è gonfio di vestiti buttati a caso, il pavimento tappezzato di scarpe e calzini spaiati, l'unica cosa in ordine è il letto. Odiava chi si sedeva sul materasso senza il piumone sopra, era fissato con i germi, anche se poi lasciava tutto il resto in giro. Non l'ho mai capito.

Mi alzo di scatto e corro agli scatoloni sparsi alla ricerca di quello che contiene gli album dove ho raccolto tutte le mie foto. Dopo una decina di minuti finalmente lo scorgo. È proprio dalla parte opposta del letto, strabordante. Frugo al suo interno e pesco uno dei tanti album presenti. Mi siedo con la schiena appoggiata alla testiera del letto e inizio a sfogliarlo.

Mi tremano le mani e le pagine mi scivolano via dalle dita. Passando di foto in foto, ogni singolo ricordo di mio fratello riaffiora nella mia mente. Chiudo l'album con forza e con gli occhi pieni di lacrime lo scaravento contro il muro. Le foto si spargono per tutta la camera. Il dolore che sto provando è straziante, riesco a trattenere le lacrime a stento.

Mi rotolo a terra e inizio a raccogliere le foto, non le guardo però, mentre le raccolgo fisso il vuoto davanti a me, non ho più il coraggio di posare anche solo per una frazione di secondo lo sguardo su quei ricordi. Una volta completato il lavoro, le sistemo dentro l'album e lo riappoggio nello scatolone dove l'ho trovato.

Rimango lì in piedi difronte alla scatola, la fisso sperando che sparisca, che si smaterializzi. Chiudo gli occhi ma quando li riapro è ancora lì.

Presa dall'ira frugo nella mia pochette e trovo un accendino nero. Apro l'album e prendo una foto a caso. Ci siamo io e Jaxon che sorridiamo abbracciati l'uno all'altra il giorno del mio decimo compleanno. Faccio scattare l'accendino che libera una luminosa fiamma rossa e gialla. Con la mano tremante la dirigo vicino alla foto. Voglio bruciarla, anzi, voglio bruciarle tutte, prima questa e poi un'altra e così via, finchè non saranno finite e consumate dalle fiamme, proprio come la vita di mio fratello, finita in pochi secondi. È bastato un attimo, un secondo di distrazione e collera per mandare tutto in fumo, una vita in fumo, la sua. Voglio fare di queste foto dei ricordi lontani, non voglio più nulla di Jaxon attorno. Forse mamma ha ragione, trasferirsi è la cosa migliore, cambiare, allontanarsi da questa dannata casa, da questa stupida città è meglio. Ci sono troppi fantasmi con i quali sta diventando dura convivere.

La fiamma ondeggia a destra e sinistra ma sempre troppo lontana dalla foto per bruciarla. Non riesco ad avvicinare di più l'accendino, sono bloccata dalla paura. Poi il suono del campanello mi provoca una scossa tale da farmi scivolare entrambi gli oggetti dalle mani facendoli finire a terra.

Resto lì per un attimo a pensare a quello che avevo intenzione di fare e mi sento una tale stupida! Cosa avrei risolto una volta bruciata la foto? Mio fratello non sarebbe tornato in vita magicamente, quindi nulla. Faccio un respiro profondo. L'aria entra nei miei polmoni e mi tranquillizza, il mio battito rallenta tornando normale. Scendo di sotto per vedere la faccia dell'angelo che mi ha fermata in tempo. Apro il portone e mi trovo davanti non una ma bensì due persone: Avery e Connor.

"Salve Zoe!" Esordisce Connor "Le porgo le mie più sentite condoglianze non avendo potuto farlo precedentemente dato che beh... lasciamo stare." Imbarazzato mi abbraccia e sento una fitta al cuore.

"Vi lascio sole, con permesso..." Connor si allontana dalla soglia e scompare dentro. Io e Avery rimaniamo faccia a faccia. Mi chiudo la porta alle spalle e esco del tutto.

"Ciao Zoe" è lei a rompere il ghiaccio posandomi un leggero bacio sulla guancia con le sue sottili labbra "sono venuta a salutarti prima che tu parta. Rosie mi ha messa al corrente della decisione poco dopo l'incidente." Fa una breve pausa mentre cerca di non piangere. Prova a riprendere il discorso ma non riesce, viene interrotta dalle lacrime che iniziano a scorrere come fiumi sulle sue guance perlate. "Scusa." Mi chiede ricomponendosi.

"Dicevo che, tua mamma mi ha informata riguardo tutto in ospedale."

"Avery io non so cosa dire, mi sento a pezzi. Sta avvenendo tutto troppo velocemente, ho perso la cognizione del tempo, della realtà! Non so per quanto sia rimasta in stato di incoscienza, non ricordo l'incidente ma soprattutto mi sento in colpa. Sono una cretina! Se mi fossi fermata un attimo di più a pensare a cosa avrei dovuto fare prima di salire in macchina odorante di fumo non sarebbe successo nulla e Jaxon sarebbe ancora qua." Mi fermo per prendere fiato. Il cuore mi batte all'impazzata e lo sento rimbombare nelle orecchie.

"No Zoe la colpa non è tua, la colpa non è di nessuno." Dice con un filo di voce. Mi stringe tra le sue calde braccia e mi sento al sicuro. Come farò senza di lei?

"Zoe, quando domani partirai non dimenticarti che per qualsiasi cosa io ci sono, ci sono sempre stata e ci sarò sempre per te. Mi mancherai ma devi essere forte." Si stacca da me per guardarmi diritta negli occhi. "So che sei forte e so che riuscirai a superare tutto. Io credo in te." Vedo scendere una lacrima dai suoi occhioni e finirle sul mento per poi cadere a terra.

"Ora vai." Mi porge il mignolo e lo congiunge con il mio.

"Sorelle per sempre."

"Sorelle per sempre." Le faccio eco io.

Si allontana dal porticato e mentre la guardo salire in macchina sento una sensazione di vuoto farsi strada in me.

Ho perso anche lei.

SPAZIO AUTRICE❤️
Ecco la sorpresa! Oggi è il mio COMPLEANNO perciò capitolo extra! Spero vi piaccia! Per pubblicarlo oggi l'ho scritto un po' velocemente perciò poi sarà aggiustato, ma intanto eccolo! ❤️

SALVAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora