Capitolo 54- Prima che morissi.

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Se oggi respiro ancora, lo devo a famiglia e sconosciuti.
Di alcuni conosco il volto, di altri la carriera, di altri solo un nome scritto da altri sconosciuti su un'enciclopedia elettronica.
Quando la gravità stava per lasciarmi marcire in un limbo senza fine, battezzato si, ma senza un Dio a proteggermi; ho percepito in una visione sfocata...una mano.
Tanta è stata la sua forza, che se anche adesso venissi abbandonato, colpirei comunque la stabilità di molte ombre.
Non so disegnare ma infiniti disegni mi parlano da sempre, non so leggere spartiti, ma le note sanno leggere me, note di speranza e mai di demerito, semmai, note che mi porteranno alla morte.
Non ho mani, ho penne e matite per scrivere il mio destino, non ho gambe, ho propulsori ad aria per volare o per strisciare che si consumano al suolo e poi rinascono dallo stesso.
Se anch'io per qualcuno diventassi quella mano, non chiedere altro e morire non sarà stato vano.

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