1. Giorgio

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È troppo bella. Una bellezza fuori dal comune, che appena la guardi ti abbaglia. Si muove leggiadra ma a volte a passi incerti messa in soggezione da tutti gli sguardi che i ragazzi della scuola le rivolgono in continuazione, me compreso. Lo sto facendo anche adesso che è appena scesa dall'auto della madre che l'ha accompagnata davanti al cancello di scuola.

I lunghi capelli castani scuri ondeggiano al ritmo del suo passo mentre con lo sguardo cerca le sue compagne di classe e poi, come ogni volta, i suoi occhi scuri trovano i miei, come se sapesse che la stavo osservando.

In questi momenti il tempo si blocca, i suoi occhi neri trafiggono i miei, le sue guance si tingono di rosa e abbassa lo sguardo raggiungendo le sue compagne.

Per me Gaia è la ragazza più bella della scuola, eppure nonostante io sia il ragazzo più "popolare" non riesco a parlarle, sembra sempre troppo lontana e irraggiungibile. Ma lei non è indifferente solo a me, molti dei ragazzi ci provano e la cosa mi infastidisce parecchio, perciò ho attuato un piano infallibile: ho intimato a tutti di starle lontano. In questo modo  tutti la guardano ma le girano a largo, credo se ne sia accorta che ci sia qualcosa che non va ma per il momento non ha fatto domande.

Tutto il contrario di Brianna, la mia ex ragazza che si è trasferita da un'anno. Brianna era uno schianto, capelli ricci biondi e lo sguardo tagliente. Sicura di se e otteneva sempre ciò che voleva, me compreso.

Ma Gaia è su un'altro pianeta, Gaia è la bellezza pura, Brianna quella artificiale. Anche quando stavo con lei il mio sguardo era rivolto a Gaia, la ragazza irraggiungibile.
Non sono mai riuscito a liberarmi di Bri, litigavamo spesso, sopratutto nell'ultimo periodo, era troppo spiegata e stronza. Quando si è accorta che guardavo Gaia ha iniziato a darle fastidio e questi atteggiamenti mi hanno spianto a lasciarla. Sono contento che se ne sia andata.

<Terra chiama Giorgio> vedo una mano sventolarmi davanti al volto, esco dal mio stato di trans e rivolgo lo sguardo a Fabio, il mio migliore amico <Si scusa, dicevi?> rivolgo il mio ultimo sguardo a Gaia che sta entrando a scuola accompagnata dalla sua amica. <È davvero bella, non capisco perché nessuno ci provi con lei. Secondo me ha qualcosa che non va> dice seguendo il mio sguardo individuando anche lui Gaia. Fabio non sa niente di tutta questa storia ed è anche l'unico a qui non abbia detto di stare lontano da lei <Forse. Ma che ti importa poi?> domando agitato <forza entriamo> aggiungo incamminandomi verso l'entrata.

Raggiungiamo la nostra classe ed entriamo sedendoci ai due banchi in fondo. <Giorgio!> sento una voce stridula che mi chiama e capisco subito di chi si tratta, Chiara, l'amica e tirapiedi di Brianna, si avvicina ancheggiando e mi si siede in braccio <Ciao Chiara> la saluto mentre lei sorride attorcigliandosi una ciocca di capelli rosso fuoco.

Ammetto però che qualche giro con Chiara me lo sono fatto volentieri e la ragazza ci sa fare a letto. <Dopo scuola usciamo?> mi chiede avvicinandosi alla mia bocca.

Quando sto per rispondergli la professoressa entra in classe <Signorina Mazzetti, signor Pozzi vi pregherei di amoreggiare fuori dall'istituto> tuona facendo ridere i nostri compagni. Chiara si alza dalle mie gambe e va a sedersi nel banco davanti al mio lanciandomi un'ultimo sguardo prima di voltarsi del tutto.

Suona la campanella che ci avvisa dell'inizio dell'intervallo, mi stiracchio allungando le braccia verso l'alto e mi passo una mano fra i miei ricci scompigliandoli. Mi volto verso Fabio e lo trovo addormentato sul banco, gli tiro una gomitata nelle costole <Sveglia amico, è l'intervallo> mi alzo ed esco dalla classe.
Trovo Matteo e Simone che ci aspettano in corridoio, siamo amici da tanto ma loro li hanno messi nell'altra quinta.

<Ciao Gio! Dov'è Fabio?> mi chiede Matteo <Lo so che senti la mia mancanza> lo prende in giro il mio amico uscendo dalla classe con faccia assonnata.

Ci sediamo sugli scaloni parlando di calcio, vedo Gaia che ci passa davanti e va alle macchinette prendendosi un caffè. Quando mi volto di nuovo nella sua direzione noto che mi sta osservando mentre soffia nella tazzina di plastica, quando si accorge che la sto guardando anch'io arrossisce,
abbassa lo sguardo entrando nella sua classe.

Quando l'intervallo è finito rientriamo in classe, dopo esser rimasto tranquillo per venti minuti chiedo alla professoressa di economia di uscire, ormai Fabio stava dormendo di nuovo e non so con chi interagire.

Decido di prendermi un caffè, davanti alla macchinetta sento degli schiamazzi arrivare dalla palestra perciò, dopo aver preso la mia bevanda, mi avvicino alla porta che ha una finestrella. Dentro c'è la 4ºc, la classe di Gaia che stanno giocando a palla volo, e lei è lì.

In pantaloncini che mettono in mostra le gambe toniche, la canotta che si adatta perfettamente al suo seno, i capelli scuri legati che scoprono il bellissimo viso.

Rimango a guardarla mentre bevo il caffè, sta per battere Michele, il suo compagno di classe, la palla vola a tutta velocità fino ad arrivargli dritta in faccia. Gaia cade a terra mettendosi una mano sul volto, vedo una gocciolina di sangue cadere e mi sento gelare.

Apro di scatto la porta e mi precipito verso di lei facendomi spazio tra i suoi compagni <Gaia tutto okay?> cerco di togliergli la mano da davanti al viso, i suoi occhi si incastrano ai miei e sembra che il tempo si sia fermato.

Vedo il sangue sporcargli la piccola mano e torno nella realtà, le metto un braccio sotto le gambe e una dietro la schiena <Ti porto in infermeria> dico ad alta voce per avvisare anche la sua professoressa. Gaia appoggia la testa sulla mia spalla tendendosi il naso, riesco a sentire il suo profumo al miele.

La faccio sedere sul lettino dall'infermeria e le passo un panno bagnato <Grazie> sussurra tamponandosi il naso <Ti senti meglio?> mi siedo accanto a lei osservandola <Si, grazie. Ha anche smesso di sanguinare> afferma sorridendomi. <Bene, ti riporto in classe allora> salto giù dal letto e le porgo la mano per aiutarla, stringe la mia e si rimette in piedi barcollando un po' <Ei attenta> dico prendendola per la vita avvicinandola a me <Scusa, mi gira un po' la testa> <È normale, basta che prendi qualcosa di zuccherato e passa> involontariamente le accarezzo la schiena come a confortarla, poi la accompagno in classe <Grazie Giorgio> sorride e si chiude la porta alle spalle.

—-

Finalmente suona l'ultima campana e tutti gli studenti si riversano nel cortile <Gio oggi vai agli allenamenti?> mi chiede Matteo mettendomi una mano sulla spalla <Si, tu ci sei?> giochiamo entrambi nella stessa squadra di calcio <Se mi dai un passaggio si> afferma ridendo <Certo>.

Vedo Gaia uscire e cerco di andargli incontro ma la vedo correre verso un ragazzo e lo abbraccia mentre lui la fa volteggiare. Non l'ho mai visto, non è di questa scuola ma da come sorride deve essere qualcuno a cui tiene molto. Sento tutto il corpo vibrare, accecato dalla rabbia mi avvicino a grandi falcate alla mia auto, salgo e avvio il motore partendo. Quando le passo affianco lei mi sorride e muove debolmente la mano per salutarmi.

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