20. Giorgio

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<Gio stai tranquillo. Non credo che oggi verrà, il medico le ha detto di stare a riposo perciò rilassati> Fabio cerca di farmi ragionare ma il punto è che ho i nervi a fior di pelle. Voglio vedere Gaia e voglio chiarire.

Il fatto che lei sia andata in ospedale con Fabio anziché con me mi ha dato molto fastidio. Con il mio amico sono un po' distante, freddo. So che non è colpa sua ma poteva quantomeno convincerla e farla ragionare.

Anche averla vista tra le sue braccia mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene. Avevo stretto il pugno pronto a tirarglielo in faccia per averla toccata.

Quando c'entra Gaia non ragiono più. Per fortuna non appena l'ha riportata a casa mi ha chiamato dicendomi che stava bene e che gli avevamo messo qualche punto sulla gamba.

<Se non verrà a scuola andrò a casa sua> farò tutto il necessario per di riconquistarla.

Sento un'auto fermarsi poco distante da noi e ansioso mi volto. Gaia scende dall'auto aiutata da Sofia che la regge per un braccio e le passa le stampelle.

I capelli bruni sono raccolti in una coda alta scoprendogli il volto che si fa più sofferente non appena posa lievemente il piede al suolo. Deve sentire molto dolore.

Con grandi falcate mi avvicino a lei <Ti aiuto> prendo lo zaino dalle mani della sua amica, al suono della mia voce alza il volto verso di me. Il suo sguardo è duro, gli occhi arrossati come se avesse pianto tutta la notte <Non ce n'è bisogno> sibila a denti stretti <Per favore Gaia, voglio spiegarti. È stato tutto un malinteso>

I suoi occhi si addolciscono un po', quando sta per parlare viene interrotta dalla voce squillante di Brianna che mi si avvicina saltandomi al collo <Amore mio! Quanto mi sei mancato. Mi è dispiaciuto quando ieri sera sei dovuto tornare a casa. Stavamo così bene a letto> afferma a voce abbastanza alta da farsi sentire.

Apro la bocca per parlare ma lei, prendendomi alla sprovvista, mi bacia. Cerco di allontanarla da me ma è come incollata alla mia faccia.

Quando si stacca Gaia non c'è più. Il suo zaino è sparito e anche Sofia non c'è.
<Devi lasciarmi in pace. Lasciami vivere la mia
vita! Cosa ti ho fatto di male?> sbraito in preda alla collera.

Brianna ha un sorrisetto compiaciuto <Te l'ho già detto tesoro. Se non stai con me non starai con nessun'altra> mi fa l'occhiolino e mi schiocca un bacio sulla guancia <Ciao amore> cinguetta prima di entrare a scuola.

Mi passo le mani tra i capelli tirandoli un po' <Se hai bisogno noi ci siamo> sento delle voci dietro di me, mi volto e tutta la mia squadra è lì per sostenermi.
<Grazie ragazzi> raccolgo il mio zaino che avevo buttato a terra per la rabbia <Figurati. Poi Brianna ci sta antipatica> afferma Carlo con un'alzata di spalle.

Ridacchio alla sua battuta, ci avviamo tutti per entrare a scuola quando sento una mano afferrarmi.

<Ho sentito tutto. Parlerò con Gaia ma non ti assicuro nulla, è molto testarda. Ma anche tu dovrai fare di tutto per riconquistarla> Sofia mi guarda con occhi comprensivi.

Sono così grato di essere circondato da persone che mi vogliono bene e che sono pronte a fare di tutto per aiutarmi a riconquistare Gaia.

<Grazie Sofia. Sarei disposto a tutto pur di riaverla con me> annuisce facendo un lieve sorriso e se ne va entrando a scuola.

Non ho intenzione di rimanere qui, con Gaia che non mi guarda, non mi sta vicino e con Brianna che fa di tutto per mettermi in una brutta situazione.

Tiro un calcio ad un sassolino e ritorno in macchina. Dopo averla accesa sgommo andando verso l'unico posto in cui riesco a calmarmi.
Quando sono davanti al campo da calcio mi guardo in torno per vedere se c'è qualcuno.

Dopo essere certo che sono solo scavalco la recinzione ed entro nel campo. Il coach fortunatamente ha lasciato un pallone, lo prendo ed inizio a fare qualche palleggio.

Quando mi sono stufato inizio a cercare di fare goal cercando di tirare il più forte possibile per scaricare la rabbia.
Sento tutta la tensione, la rabbia repressa, tutti i problemi accumulati esplodere come una mina in un campo.

Lascio stare il pallone e inizio a corre, faccio un po' di giri fino a quando sento le gambe cedere. Mi sdraio a terra a faccia in su, chiudo gli occhi mentre sento il mio fiato caldo uscire in modo irregolare dalla bocca, cerco di regolarizzarlo.

<Figliolo, c'è qualcosa che non va?> la voce del coach mi fa riaprire gli occhi. Lentamente mi metto a sedere. Mi rende la mano e mi aggrappo rialzandomi.

Con il coach ho sempre avuto un bel rapporto, quando avevo un problema sapevo che di lui potevo fidarmi e confidargli il mio problema. Ma questo è diverso, lui vede Gaia come la sua seconda figlia essendo amica della sua.

Ci sediamo sulla panchina <È per Gaia> affermo un po' imbarazzato <Che hai combinato?> chiede con voce un po' più dura <È questo il problema, io nulla. È tornata Brianna e sta inscenando un perfetto teatrino per allontanarci. Non so come fare per impedirglielo> mi prendo la testa tra le mani appoggiando i gomiti sulle ginocchia <Quella ragazza non mi è mai piaciuta>

Lo sento dire, ridacchio appena <A quanto pare a nessuno tranne che a me> lo sento ridacchiare a sua volta <Ascolta Giorgio, se le vuoi bene davvero allora troverai il modo per riconquistarla. Quando giochi a calcio ci metti passione e fai in modo di ottenere i tuoi obbiettivi, così devi fare anche nella vita reale. Poniti un obbiettivo e raggiungilo> la sua mano pesante si appoggia sulla mia spalla stingendola un po'.

Devo pormi un obbiettivo. Devo riconquistare Gaia, a tutti i costi. <Grazie mister> lo guardo riconoscente <Vai e riprenditi Gaia, mi piaceva vederla così felice> mi sorride, è la prima volta che lo fa.

Non abbiamo mai parlato di Gaia, e sapere che la vedeva più felice quando era con me mi da una marcia in più per riconquistarla. Mi ha fatto capire che Gaia provava qualcosa di forte nei miei confronti.

Mi alzo, sto per andarmene quando mi ferma <Giorgio oggi puoi anche saltare l'allenamento. Ne hai fatto anche abbastanza> mi metto a ridere e lo saluto tornando alla macchina.

Devo tornare a scuola e fare in modo di parlare con lei. Sono le 13:30 e lei dovrebbe finire tra mezz'ora.
Fortunatamente la mia classe è già uscita perciò non c'è il pericolo Brianna.

Per esserne certo mando un messaggio a Fabio per sapere le lei è nei paraggi.
La sua risposta arriva quasi subito:
"No, l'ho vista andare via con Chiara.
P.s. Gaia ti ha cercato oggi."

Mi ha cercato? Forse ho una speranza! Premo più forte l'acceleratore diretto a scuola.

Quando arrivo davanti ai cancelli la vedo uscire accompagnata da una sua compagna di classe. Scendo velocemente dall'auto e le vado in contro <Aspetta, la aiuto io. Grazie> prendo lo zaino dalle mani della sua amica che sorride e se ne va.

Gaia alza lo sguardo verso di me e i nostri occhi si incastrano, sento un brivido attraversarmi la colonna vertebrale quando le tocco la guancia spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Chiude gli occhi, per un secondo, quando ci sfioriamo. Le faccio lo stesso effetto.
<Gaia dobbiamo parlare> sussurro facendole riaprire gli occhi <Si, dobbiamo parlare>.

Gioco di sguardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora