25. Gaia

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<Non sopportavo più quell'aereo> sarà la millesima volta che Giorgio si lamenta, non è mai salito su un'aereo e durante il viaggio si è messo persino a piagnucolare perché aveva paura.

Ridacchio trascinandomi a dietro il mio trolley giallo mentre con lo sguardo vago alla ricerca della testa scura di mio fratello. <Non è stato male come volo. A volte si può entrare in qualche tormenta, li si che ti spaventi> affermo.

Una volta mi è capitato, siamo entrati in una tormenta e ho avuto paura di morire. <Cosa?> la voce di Giorgio è spaventata, mi volto verso di lui. Ha un'espressione tra l'inorridito e spaventato. <Tu non prenderai mai più un'aereo. Te lo proibisco. Non voglio che ti succeda qualcosa> sorrido teneramente e lo abbraccio per dargli un po' di conforto <Per tornare a casa dovremmo prenderne un'altro, sai?> affermo sollevando il capo incrociando i suoi occhi.

Vedo la disperazione dipingerli il volto <Potremmo rimanere qui> sorride come se ne fosse davvero convinto.

<Sorellina!> la voce di Daniel mi giunge distante, ma lo individuo subito. Corre verso di me con i capelli che svolacchiano al vento.

Mi stacco da Giorgio per tuffarmi nelle braccia di Daniel <Ei> mi bacia la fronte tenendomi stretta a se.

<Ciao> quando mi stacco saluta Giorgio con un'abbraccio virile tra uomini con tanto di pacche sulle spalle. <Allora, andiamo? Nancy ha già pronto la cena> ormai qui sono già le 7 di sera e fuori inizia a scendere il buio.

Sento un rantolo provenire da Giorgio e lo vedo con una mano sullo stomaco <Credo che Giorgio non abbia fame> lo prendo in giro ridendo mentre mio fratello lo guarda con espressione interrogativa <È andato male il volo?> chiede prendendo il mio trolley <No, a lui non piace volare> affermo ridendo sotto i baffi <Strega> lo sento borbottare. Scoppio a ridere ancora di più.

Giorgio mi afferra per i fianchi e mi alza facendomi fare un gridolino <Sei una streghetta> mi prende in giro.

Quando mi riposa a terra seguiamo mio fratello fino all'auto.
Durante il tragitto parliamo tranquillamente del volo e delle partite di calcio di Giorgio.

Fiori da casa c'è papà in veranda con le mani appoggiate alla staccionata, quando vede l'auto di Daniel scende i tre gradini e si avvicina. Salto giù e gli corro incontro <Piccolina> mi abbraccia e mi bacia le guance.

Dietro di me si avvicinano Daniel e Giorgio con le valigie <Papà volevo presentarti Giorgio, il mio ragazzo> mio padre fa passare più volte lo sguardo su Giorgio mentre lui allunga la mano <Piacere Signor Riccardi> papà gli la stringe <Piacere figliolo, benvenuto in famiglia allora> sentire quelle parole mi riempirono il cuore di gioia.

<Ora entriamo, Nancy ha fatto il polpettone> papà mi mette un braccio intorno alle spalle e mi trascina in casa <Ciao Gaia> Nancy esce dalla cucina indossando un simpatico grembiule rosso con i cuori. Mi bacia le guance e poi le presento Giorgio.

<Le valigie lasciatele pure qui, le sistemerete dopo in camera tua Gaia> Nancy sorride e torna in cucina <Cosa?> sbottano papà e Daniel all'unisono.

Seguono la donna in cucina mentre io e Giorgio ci fossimo negli occhi. Alzo le spalle e lo seguiamo anche noi.

<Dormiranno nella stessa stanza?> chiede incredulo Daniel <Certo> Nancy mentte una teglia al centro del tavolo e guarda storto i due uomini <Non è presto?> mio padre porta lo sguardo su di noi e sorride <Tesoro, Gaia è grande ed è responsabile. Perciò dico che possono dormire nella stessa stanza> Nancy agita il cucchiaio di legno in aria perentoria.

Papà borbotta un "va bene" sedendosi al tavolo, Daniel sbuffa e si siede anche lui <Santa donna> bisbiglia Giorgio facendomi ridere.

Ci sediamo anche noi e iniziamo a mangiare tutti insieme.

—-

<Sono distrutto> Giorgio si lascia cadere a peso morto sul mio materasso mentre io sistemo i pochi vestiti che ci siamo portati a dietro.
Ridacchio voltandomi verso di lui, sdraiato si stiracchia facendo sollevare un po' la maglia lasciando alla visuale uno scorcio dei suoi addominali.

Mi lecco le labbra ripensando a ciò che è successo l'altro giorno. <Gaia?> la voce di Giorgio e di Daniel ma fanno riscuotere dai miei pensieri poco casti <Cosa?> chiedo guardandoli entrambi.

Sono seduti sul letto e mi guardano con espressione stranita <Sembravi finita sulla luna> mi prende in giro Daniel. Lo guardo torva ed entrambi si mettono a ridere <Che hai?>

Quando Daniel ha finito di ridere mi risponde <Volevo augurarvi la buona notte, tutto qua> sorride ed alzandosi viene verso di me e mi stringe in un caloroso abbraccio <Notte mostriciattolo> mi bacia la fronte <Sai mi manca sentirti russare di notte> rimango a bocca aperta e lo guardo basita <Cosa? Io non russo di notte!> esclamo sentendo che le guancia si fanno sempre più calde, starò diventando un peperone, come minimo.

<Un pochino si> afferma anche Giorgio. Spalanco gli occhi e rimango di sasso. Dio che imbarazzo! Giorgio mi ha sentito russare, gli avrò dato fastidio? Stasera appena si sarà addormentato me ne andrò in salotto.

Mi copro il volto con le mani al massimo dell'imbarazzo. Entrambi iniziano a ridere, poi sento avvolgermi in un caldo abbraccio e il suo profumo mi inebria la mente.

Lascio cadere le mani e mi lascio andare contro il suo petto. <Buona notte ad entrambi> Daniel ci saluta ed esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

<Andiamo a letto, dai> mi infilo sotto le lenzuola mentre Giorgio si toglie la maglietta e i pantaloni rimanendo in boxer. Scivola anche lui affianco a me e io mi accoccolo a lui.

Appoggio la testa sul suo petto mentre lui con un braccio mi stringe il fianco, una mia gamba finisce sulla sua mentre l'altra sua mano mi accarezza la coscia.

<È da un po' che volevo dormire con te. Finalmente potremo farlo per quattro notti di fila> Giorgio inizia a fare dei movimenti circolari con le dita sulla gamba <Anch'io> affermo, ed è la verità. Mi piace dormire con lui, mi fa sentire protetta.

Restiamo in silenzio, ma non è un silenzio teso o imbarazzato, è un silenzio carico di pace e amore.

<Potevi dirmelo che russavo!> sbotto dopo qualche istante in cui entrambi eravamo in silenzio. Sento il suo petto che vibra della sua risata mentre io mio cuore inizia a battere sempre più forte.

<Piccola non mi da fastidio, e poi non lo fai sempre. Solo alcuni momenti> mi rassicura quando le risate sono cessate <Bhe, se russo mi sveglierai?> alzo la testa e incrocio i suoi occhi <Mai, mi piace vederti dormire> mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi schiocca un bacio sulle labbra.

Sorrido. Questo ragazzo mi scalda il cuore come nessuno aveva fatto mai <Ti amo> sussurro contro le sue labbra <Anch'io piccola>

Poso di nuovo la testa sul suo petto e scivolo in un sonno dolce cullata del suo respiro e dalle sue carezze.

Gioco di sguardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora