3. Gaia

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Scendo dall'auto di mia madre davanti alla scuola. Vago con lo sguardo per individuare il gruppetto delle mie compagne di classe, intravedo la chioma rossa di Sabrina e mi avvicino a lei <Ciao tesoro!> mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.

Poco dopo arrivano anche Sofia e altre nostre compagne, rimaniamo fuori a chiacchierare mentre alcune di loro finiscono di fumare la sigaretta.

Vedo la macchina di Giorgio arrivare, parcheggia e scende spettinandosi i ricci ribelli. Saluta Fabio, il suo amico e si fermano poco distanti da noi.

Si accorge che lo sto guardando e mi saluta facendomi l'occhiolino, arrossisco e abbasso lo sguardo.

<Entri subito?> mi chiede Sofia davanti alla porta della classe <No prendo un caffè e arrivo, tienimi il posto> <A patto che ne prendi uno anche a me> ridacchia dandomi una leggera pacca sul braccio.

Prendo il mio bicchiere di caffè e aspetto che finisca quello di Sofia, quando la macchinetta suona cerco di tenere aperto la sportellino e prendere il bicchiere <Aspetta, ti aiuto> mi volto e vedo Fabio affianco a me che mi tiene aperto lo sportellino mentre io afferro il bicchiere <Grazie mille> gli sorrido <Figurati, sei Gaia giusto?> mi chiede selezionando anche lui una bevanda <Si, tu sei Fabio> affermo bevendo un goccio di caffè <Già, è strano presentarsi adesso dopo quattro anni nella stessa scuola> ridacchia.

È un ragazzo carino, ha gli occhi azzurro cielo, capelli biondi, fisico slanciato ma non ha nulla a che vedere con la bellezza di Giorgio.  E parlando del diavolo ecco che spunta dietro il suo amico <Eccoti, non ti trovavo> dice con voce un po' tagliente, ci guarda per qualche secondo <Ciao Gaia> mi saluta, gli sorrido <Ciao> dico timida osservando la punta delle mie scarpe diventate improvvisamente interessanti. <Bhè io rientro> rompo il silenzio incamminandomi verso la classe dopo averli salutati.

<Ma dov'eri finita?> mi sussurra Sofia appena mi siedo affianco a lei nella seconda fila <Stavo parlando con Fabio e Giorgio> alzo le spalle consegnandole il caffè, vengo salvata in stremis dalla professoressa che entra e inizia a fare lezione evitando così le mille domande della mia amica.

<Signorina Riccardi potrebbe andarmi a fare venti fotocopie?> la professoressa Mariani, di economia, mi porge dei fogli indicandomi la porta. Siamo alla quarta ora, ne manca solo una e poi si va finalmente a casa, direi che sono sfinita.

Salgo le scale e arrivo alla fotocopiatrice, inserisco il foglio e schiaccio il numero venti e aspetto le copie. Quando sono tutte fatte prendo il malloppo e scendo saltellando le scale <Ciao Gaia!> sento urlare dietro di me, mi volto continuando a scendere e vedo Elisa, una ragazza di quarta dell'altra sezione che rientra in classe <Ciao Eli!> la saluto a mia volta ma inciampo e cado sopra a qualcosa di morbido.

Il mio viso è nell'incavo di un collo, annuso il profumo e lo riconosco, arrivano i brividi e il cuore inizia a battere più veloce
<Ei tutto okay?> la sua voce è più roca del solito, sento che mi accarezza la schiena.

Alzo la testa e incrocio i suoi occhi, sembra che il tempo si sia fermato, che ci siamo solo noi al mondo <Si> sussurro. Sento elettricità tra noi, mi sorride e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Suona la campanella ed è come se qualcuno ci avesse buttato un secchio di acqua fredda addosso, Giorgio si irrigidisce sotto di me e io esco dal mio stato di trans. Mi alzo di scatto da lui <Scusami, non ho fatto apposta, mi dispiace. Stai bene? Ti ho fatto male?> inizio a parlare a raffica, sono agitata e si nota. <Si tranquilla, sono duro come una roccia> afferma facendo un sorriso beffardo e subito la mia testa vola sul doppio senso che ha appena detto, il mio viso va a fuoco e mi mordo il labbro inferiore per placare i bollenti spiriti.

<Scusa ancora> sussurro voltandomi per rientrare in classe <Gaia aspetta> Giorgio mi afferra per il polso e mi fa voltare verso di lui <Mi chiedevo, ti andrebbe di andare a fare un giro qualche giorno?> è agitato, lo sento nella sua voce.

Quando si accorge che non rispondo inclina la testa di lato in modo molto buffo <Scusa, forse non è il caso. Ritiro tutto> molla il mio polso e sento subito freddo nel punto in qui prima c'era la sua mano <Mi piacerebbe!> dico di slancio <Sempre se tu vuoi ancora> dico con voce un po' più bassa. <Certo> afferma sorridendomi <Ora però è meglio che torni in classe> indico con il pollice la classe dietro di me <Si, ti aspetto fuori da scuola> mi fa l'occhiolino e si avvia verso le macchinette.

Entro in classe e la professoressa mi incenerisce con lo sguardo <Si è persa per caso? Sa che non tollero che i miei studenti vaghino per l'istituto per passare il tempo!> tuona inforcando gli occhiali e riportando lo sguardo sul suo libro <Ora si sieda e segua le lezioni> conclude <Si, mi scusi> poso i fogli sulla cattedra e mi siedo al mio banco tornando a seguire la lezione.

Sofia mi guarda con un sopracciglio alzato in cerca di risposte, alzo gli occhi al cielo perché so che la mia amica è molto curiosa <Dopo ti spiego> sussurro aprendo il libro.

<Mi devi delle spiegazioni Signorina> Sofia mi prende per il braccio prima di uscire da scuola <Stavo solamente parlando con Giorgio e mi ha chiesto di uscire> dico con una alzata di spalle anche se sono agitata al solo pensiero di uscire con lui <Oh mio Dio ma è stupendo!> esulta la mia amica abbracciandomi <Credo ti stia aspettando> afferma dandomi qualche gomitata indicando Giorgio fuori dal cancello.

Saluto Sofia e mi avvicino al ricciolino <Allora, andiamo?> mi chiede sorridendo <Andare dove?> chiedo sistemandomi lo zaino sull'altro spalla <Dobbiamo uscire insieme, ricordi?> sorride facendo spuntare la fossetta <Oh si, ma oggi non posso, ho gli allenamenti a pattinaggio> <Ti vengo a prendere quando hai finito e mangiamo fuori> mangiare fuori? A cena? Perciò sarebbe un vero appuntamento.

Sento vibrare ogni parte del mio corpo al solo pensiero <Si, andrebbe benissimo. A più tardi allora> faccio un passo indietro continuando però a guardarlo.

Sento mio fratello suonare il clacson mentre mi aspetta in auto <Aspetta> mi afferra per il polso e mi avvicina a lui, mi bacia la guancia e rimane indugiandoci più del dovuto <A dopo Gaia> mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire.
Raggiungo Daniel e ci dirigiamo verso la palestra per fare gli allenamenti di pattinaggio.

<E quel bacino tenero?> chiede Daniel alzando allusivo le sopracciglia. Avvampo all'istante e cerco di coprirmi il volto con i capelli <Ci siamo salutati> sono davvero imbarazzata a parlare di queste cose con mio fratello <Certo Gaia. Solo un saluto>

<Dani smettila di farmi imbarazzare!> strillo sempre più agitata. Mio fratello si mette a ridere <Se fosse solo un saluto non saresti così agitata sorellina> mi beffeggia lui mentre ci avvicinano sempre di più alla palestra.

Per fortuna è molto vicina alla scuola, così questa tortura finirà molto presto. 
<Mi pace Giorgio. Ma questo non vuol dire che se ti farà soffrire non gli spezzerò le gambe> afferma sicuro, con la voce tagliente.

Daniel è sempre stato molto protettivo nei miei confronti. Mi ha sempre tenuto sotto la sua ala protettiva.
Appena si ferma davanti alla palestra mi volto e lo abbraccio <Grazie fratellone> gli bacio la guancia e sgancio la cintura di sicurezza < Ti vengo a prendere tra due ore? Coma al solito giusto?>.

Ecco, ora inizierà di nuovo a fare tutte le sue smorfie allusive e a fare commentini <Veramente mi viene a prendere Giorgio e poi andiamo fuori a cena> sussurro sperando che non mi senta <Aah..> prolunga la vocale e i suoi occhi si fanno più grandi.

Prima che possa dire qualcos'altro scendo dall'auto sbattendo la portiera. Mi incammino verso il portone d'entrata e sento l'auto fare marcia in dietro <Vai Gaia! Vai a fare colpo> urla abbassando il finestrino prima di sgommare via <Idiota!> urlo a mia volta.

Sento qualcuno schiarire la voce dietro di me facendomi sobbalzare <È in ritardo! Si sbrighi!> tuona la direttrice della scuola.

Borbottò un 'mi scusi' ed entro in palestra.

Gioco di sguardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora