Sono passate tre settimane. Tre settimane d'inferno in cui Brianna ha fatto i peggiori dispetti del mondo a Gaia.
Gli ha rovesciato addosso quattro bicchieri di caffè, granite, succo o semplice acqua. Ora Gaia gira per la scuola con un cambio di vestiti per evitare di andare in giro zuppa fradicia.
Ha anche sparso la voce che ha una malattia venerea trasmissibile anche semplicemente con l'aria così che molte persone le girino alla larga. Gli ha fatto degli sgambetti o semplicemente faceva in modo che Gaia finisse con il sedere per terra.
Ho cercato in tutti i modi di evitare queste angherie ma Brianna diventava ogni giorno sempre più crudele e ne inventava una peggio del diavolo.
Ho cercato anche di parlarle e farla ragionare ma nulla. La sua risposta era sempre "o io o lei". Quella ragazza è pazza e ossessionata.
Devo trovare una soluzione per tenerla al sicuro e evitare che Brianna continui ad attaccare. Ma di certo non posso costringerla a rimanere rinchiusa in classe e uscire solo quando c'è da tornare a casa.
Fortunatamente, si fa per dire, gli attacchi colpiscono solo durante le ore scolastica, mai fuori.
<Grazie per avermi accompagnato a fare le fotocopie> Gaia mi regala uno dei suoi splendidi sorrisi mentre scendiamo le scale per tornare ognuno nella propria classe <È stato un piacere piccola>
Le faccio l'occhiolino e le sue guance si tingono di rosso. Poi accade tutto, nemmeno in una frazione di secondo vedo Gaia gettarsi in avanti e iniziare una discesa dalle scale rotolando.
Quando il ruzzolone finisce lei è distesa a terra inerme, accanto a lei rotola una palla. Mi giro e vedo Brianna in cima alle scale, il volto soddisfatto di chi ha compiuto ciò che voleva.
Mi precipito giù dalle scale i mi avvicino a Gaia stesa a terra. <Gaia?> le tocco la guancia con la mano accarezzandola leggermente.
Il primo soccorso ci ha insegnato di non toccare mai una persona cha a subito un trauma nel caso avesse qualcosa di rotto, per evitare ulteriori danni.
Ma la tentazione di stringerla forte a me è fortissima <Gaia? Piccola mi senti?> la accarezzo di nuovo nella speranza che possa sentirmi.
La sua mano si muove leggerete, l'ansia cresce sempre di più. Apre gli occhi, li lascia aperti in due fessure <Mi fa male la testa> gracchia con voce debole. Sento qualcosa di caldo scorrermi lungo la guancia e mi rendo conto di star piangendo.
<Non piangere> la sua mano si allunga e mi asciuga le poche lacrime. Non ho mai pianto in vita mia, ma questa ragazza è la cosa più importante che ho.
Alzo la testa girandomi alla ricerca di qualcuno <Ho bisogno di aiuto!> grido, riporto lo sguardo su Gaia accarezzandole la testa <Ora andremo in ospedale, così starai meglio. Tu però stai tranquilla piccola>
Mormora un si per poi chiudere le palpebre, sento qualcuno correre dietro di me. È una bidella, si inginocchi anche a lei accanto a Gaia.
<Chiami un'ambulanza per favore> da donna annuisce e corre in segreteria.
Poco dopo arriva l'ambulanza, un'orda di ragazzini giunge in torno a noi <Per favore andatevene, ha bisogno di spazio> Fabio compare nel mio campo visino facendo spostare tutti i ragazzini.
Ringrazio un mio amico con un cenno del capo, mentre i soccorritori mettono su una barella il corpo di Gaia <C'è qualcuno che la accompagna?> chiede un volontario <Si, io> alzo la mano per farmi vedere e il signore mi spinge sull'ambulanza insieme a Gaia.
___
Siamo in sala d'attesa già da un po' di minuti quando arriva un dottore, in mano ha una cartellina. Nel frattempo Gaia si era svegliata ma poi era sprofondata di nuovo nel sonno mormorando di essere molto stanca.
<Allora, che è successo?> chiede il dottore alzando lo sguardo dalla cartellina <È caduta dalle scale, ha fatta un ruzzolone di qualche gradino> spiego stringendo la mano di Gaia.
Non sono mai stato una persona ansiosa, ma oggi, vedendo l'amore della mia vita stesa in un letto d'ospedale, tutta l'ansia mai provata in diciotto anni della mi vita mi si è riversata addosso come una secchiata di acqua fredda.
<È scivolata? Inciampata? Come è successo?> indaga il medico, so che è il suo lavoro e per avere un'idea più chiara di quello che lei possa avere ha bisogno della verità. Brianna avrà sicuramente conseguenze molto gravi, prendo un respiro profondo e prima di rispondere guardo il viso angelico di Gaia <È stata spinta. Una ragazza della scuola le ha lanciato una pallonata da dietro mentre lei scendeva con me le scale. Credo abbia perso l'equilibrio e sia caduta giù>
Il dottore annuisce e si appunta qualcosa sulla cartella <Vuole sporgere denuncia?>
<Non devo decide io, deve essere lei a farlo> il dottore annuisce e poi chiama un'infermiera <Bene, ora la dottoressa Camelia la porterà a fare una tac alla testa per vedere se ha un trauma cerebrale>
Annuisco mentre portano via il letto di Gaia. Pochi minuti dopo che è sparita fa capolino Elena, i capelli in aria e lo sguardo allarmato <Elena> la chiamo e lei volta la testa nella mia direzione.
<Dov'è?> si guarda in torno alla ricerca di sua figlia <L'hanno portata a fare una tac, vogliono vedere se ha un trauma o qualcosa del genere> Elena si copre il volto con entrambe le mani e le spalle si muovono come se avesse dei singhiozzi
<Mi dispiace, ho fatto il possibile per proteggerla> abbasso il capo sentendomi una nullità. Non sono nemmeno stato in grado di tenerla lontana da quella arpia <Oh Giorgio> Elena si toglie le mani dal volto attirandomi in un abbraccio <Non darti la colpa, tu l'hai resa immensamente felice, non c'entri nulla in tutto ciò>
Vorrei dirgli che invece è colpa mia, che Brianna le ha fatto questo per me.
Quando sto per parlare Gaia rientra nella saletta e ora è sveglia. La dottoressa di prima riposiziona il letto e ci comunica che i risultati saranno pronti tra mezz'ora. <Tesoro come stai?> Elena si avvicina al letto stringendo il braccio di Gaia, poi le da un bacio sulla fronte. <Mi fa un po' male la testa> borbotta.
Posa lo sguardo su di me e i nostri occhi si incatenano come sempre, tiro un sospiro di sollievo vedendo che sta meglio e le sorrido per infonderle un po' di sicurezza.
Quando i medici tornano con i risultati in mano Elena si avvicina a loro ascoltando attentamente mentre io mi avvicino al letto
<Ei> mi sorride debole, le prendo la mano nella mia e la stringo <Mi hai fatto spaventare piccola. Ho avuto paura> gli bacio le nocche e la sento sospirare <Te l'ho già detto, non ti libererai di me così facilmente> sorrido appena per la sua battuta.
È davvero una ragazza forte, nonostante sia in un letto di ospedale cerca comunque di farmi sorridere. Spero sia abbastanza forte da superare la mia decisione.
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Gioco di sguardi
ChickLitGaia è una ragazza timida che odia essere al centro dell'attenzione, Giorgio invece è il ragazzo popolare della scuola che è sempre al centro dell'attenzione. Gaia e Giorgio non si sono mai parlati, il loro rapporto è fatto da sguardi, molto intens...