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Mi appoggio alla terrazza e una lacrima mi riga il volto. Ormai è notte, sono le 11.30, ma la terrazza è piena di luci colorate che mi rattristano tantissimo. 
<<Tutto ok?>> mi chiese Riccardo avvicinandosi a me e guardando l'orizzonte.
<<Si, nessun problema>> dissi con la voce un po' rotta.
<<Era tuo marito al telefono? Avete litigato?>> mi chiese subito dopo.
<<Si, era Saul. Non va proprio bene in questo periodo>> dissi chiaramente mentendo ma cercando di farmi credere.
<<Quel braccialetto, è quello che ti ho regalato ad Amici?>> mi chiese all'improvviso.
<<No, questo me lo ha regalato Saul il tuo è a casa>> dico abbassando lo sguardo.
<<Ce l'hai ancora?>> mi chiese prendendomi la mano.
<<Si>> dico togliendo la mano.
Sembriamo tornati a due anni e otto mesi fa. Sono passati pochi giorni ma è già rientrato nella mia vita come se nulla fosse successo tra noi. Ovviamente gli sguardi sono ancora freddi e voglio che restino così. Io sono cambiata, non sono più la ragazza fragile che ero un tempo, ho imparato a difendermi e per farlo, le mie faccende personali devono rimanere tali.
<<Hai discusso con Mike?>> mi chiese dopo diversi minuti di silenzio.
<<No, ha solo osato un po' troppo>> dissi rientrando.
<<Ti ha baciata?>> chiese quasi con gelosia.
<<Ma cosa hai capito?! Ha solo fatto una domanda troppo personale>> dissi fermandomi davanti a lui.
<<Di te e Saul?>> chiese ovviamente azzardando.
<<No, tra te e me. Ha chiesto cosa è successo per farci separare>>
<<E tu glielo hai detto?>> chiese preoccupato.
<<Certo che no, era un segreto giusto?!>> dissi seria e decisa.
In quel momento mi venne in mente quel giorno. Il giorno più brutto di tutta la mia vita. Eravamo io e Riccardo, al tramonto del 28 maggio, nel mio appartamento di Roma. Lui stava per iniziare il suo InStore Tour e io il 30 maggio sarei, forse, partita per New York. Mi ricordo ancora le sue parole dopo aver iniziato a discutere: Se vai a New York dimenticati pure che esisto. Devi scegliere, o me o New York! E io gli avevo risposto quello che lui non avrebbe mai voluto. Avevo scelto New York. Probabilmente se non me lo avesse imposto, sarei rimasta, ma il mio orgoglio era troppo, anche per lui. 
<<A che pensi?>> mi chiese vedendomi tra le nuvole.
<<Penso che siamo molto cambiati. Siamo esseri in continua trasformazione, che si modificano ogni secondo. Credi di conoscere una persona ma alla fine nessuno conosce ogni parte di se. Una persona può stupire gli altri, ma anche se stessi. A volte se ci ripensi ti chiedi come mai in una determinata situazione ti sei comportato in un modo che mai ti saresti aspettato. Poi ci ripensi e continui fino che qualcos'altro di più forte te lo faccia dimenticare occupandoti la testa, ma poi, il problema è che può tornare alla mente da un momento all'altro, senza volerlo>> dissi tornando dentro.
<<Non ti seguo...>> disse lui confuso.
<<Non mi devi seguire>> dissi velocemente.
<<Auguri comunque gli dissi lasciandoli il mio regalo e una carezza sulla guancia>>
Quando entrammo tutti iniziarono ad andarsene, Fede non mi ha nemmeno salutata, mentre gli altri li ho salutati il più velocemente possibile. Mike mi aspettava e sembrava abbastanza irritato.
<<Ci vediamo domani? Avrei bisogno di parlarti... Passo in mattinata>> mi disse Riccardo abbracciandomi e dandomi un bacio sulla guancia.
In macchina iniziai il discorso con Mike, volevo scusarmi per quello che era successo in macchina, mi ero fatta un po' prendere dal panico e dai ricordi.
<<Scusami per prima. Mi da fastidio ricordare>> dissi un po' triste.
<<Non ti preoccupare, anche io ho sbagliato a insistere>> disse lui sorridendomi.

Fight beyond the end || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora