Hater [Youth Series ~ Book #10]

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Arrivarono alla casa al mare degli Emerson quando erano già le undici passate. Il sole, seppur fosse già settembre inoltrato, era ancora caldo e il vento non così freddo da obbligarti a vestirti pesante.

Ethan e Benjamin – il quale continuava a ricevere occhiatacce da parte del fratello della ragazza con cui si stava frequentando – scaricarono i vari bagagli mentre le due ragazze, già dentro alla casa, stavano dando un sguardo in giro e discutevano su cosa preparare per pranzo.

«Muovetevi razza di lumache!» strillò con voce alterata Mackenzie, mettendo fuori dalla porta la testa e guardando malamente i due ragazzi che stavano ancora alla macchina, con le valigie appoggiate a terra e con il bagagliaio aperto.

Ma cosa diamine stavano combinando quei due? Mackenzie sbuffò sonoramente poi con le mani su fianchi, si avvicinò ai due ragazzi, «Allora?» sbraitò quando gli fu abbastanza vicina e facendoli trasalire mentre si giravano fulminei verso di lei.

Ethan le sorrise e in risposta ricevette una smorfia scocciata, «Se voi due principesse vi muoveste, potremmo poi decidere cosa fare da mangiare per pranzo. Sapete la leonessa in casa potrebbe sbranare tutte le provviste che si siamo portati dietro quindi muovete quei cazzo di culi e portate dentro le valige».

Benjamin divenne rosso come un peperone, sentendosi molto in imbarazzo poi prese velocemente la sua valigia e quelle di Rebecca e con fatica e corse verso la casa, gridando il nome della sua quasi ragazza.

Mackenzie scoppiò a ridere di gusto, passandosi una mano tra i capelli color lavanda poi arricciò adorabilmente il naso, «Tu non sei spaventato dalla furiosa Kenz?».

Ethan scosse la testa, ridendo anche lui poi, afferrando le restanti valige si avviò verso la casa, mentre la ragazza rimase fuori a guardare le onde del mare infrangersi contro agli scogli sulla destra e inspirando a pieni polmoni l'aria impregnata di salsedine. Qui negli Hamptons si sta decisamente meglio che a New York pensò Mackenzie sorridendo al sole tiepido di quel sabato di settembre.