Erano già passati tre giorni e Mackenzie non si era ancora svegliata, ma i dottori erano fiduciosi e continuavano a ripetere ai due ragazzi che ben presto si sarebbe risvegliata.
Ethan, seduto sulla sedia ad un lato del letto, stringeva con delicatezza la mano fresca e più rosea rispetto a tre giorni prima, di Mackenzie, come se facendo così riuscisse a trasmetterle calore e a farle capire che lui c'era e che non vedeva l'ora che si risvegliasse.
Rebecca entrò nella camera con due caffè, «Ehi, ti ho portato un caffè, anche se penso dovresti riposarti almeno un po'.» disse lei con apprensione, passandogliene uno e tenendo l'altro per sé.
Il ragazzo emise un sospiro stanco poi scosse il capo, massaggiandosi gli occhi coi polpastrelli, «Non posso. Devo essere qui e sveglio quando lei riaprirà gli occhi.» replicò, accarezzandole con una mano – che fino a poco prima aveva stretto in quella di Mackenzie – il viso roseo e con il respiratore attaccato al naso.
Quella volta toccò a Rebecca sospirare, andandosi a sedere al fianco di suo fratello, «Sono tre giorni che non dormi. Hai un aspetto di merda. Devi riposarti. Fallo».
«E se si svegliasse proprio mentre io sto dormendo? Non me lo perdonerei mai.» biascicò, lanciando un'occhiata fugace a Mackenzie che se ne stava immobile su quel letto bianco, col petto che si abbassava ed alzava regolarmente.
All'improvviso le folte ciglia di Mackenzie incominciarono a vibrare poi le sollevò con un battito. Si sforzò di mettere a fuoco la stanza che la circondava ma fasce di luce bianche e accecanti, la costrinsero a richiudere gli occhi. Le sue mani andarono a stringersi a pugno e quello fece spalancare gli occhi ad Ethan che chiamò il suo nome con sorpresa mentre Rebecca schiacciò il tasto che avrebbe avvertito qualche infermiera.
La ragazza anche tenendo gli occhi chiusi riuscì a percepire che c'era qualcuno in quella stanza perché l'aria intorno a lei si mosse velocemente, «Amore, mi senti? Sono Ethan.» mormorò una voce che le arrivò ovattata alle orecchie, ma che la fece sorridere appena.
Mackenzie mosse appena il capo, stringendo nuovamente il pugno e sentendo delle fitte trafiggerle la testa, cosa che la fece gemere per il dolore.
«Non sforzarti di aprire gli occhi se non te la senti.» quella voltò fu Rebecca a parlare che andò a spostarle con delicatezza una ciocca di capelli dalla fronte, «Noi siamo qui per te e aspetteremo tutto il tempo che ti serve.» sussurrò ancora, lasciandole poi un bacio su una guancia tiepida e rosea.
«Lo sapevo. Sapevo che ti saresti svegliata perché sei forte Kenz. Lo sei, amore mio.» mormorò Ethan poi con delicatezza, appoggiò le sue labbra su quelle di lei, lasciandole un breve e soffice bacio a stampo. «Ti amo.» sussurrò infine, appoggiando la sua fronte contro quella di lei e sorridendo felicemente mentre percepiva quel peso opprimente che aveva avuto fino a quel momento sul cuore, dissolversi pian piano.
«T-ti amo anche io.» balbettò lei, aprendo lentamente gli occhi e prendendo un profondo respiro che sembrò toglierle un peso dal petto. Poi cercò con una mano quella di lui, che capendo il suo gesto, fece intrecciare le loro dita mentre con quella libera le accarezzò con dolcezza il dorso.
«Non ti lascerò mai più sola.» esclamò lui con decisione, baciandole amorevolmente le nocche della mano intrecciata alla sua. Mackenzie abbozzò un sorriso, percependo le guance scaldarsi poi tossì, «Grazie».
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Hater [Youth Series ~ Book #10]
Ficção AdolescenteDECIMO LIBRO DELLA SERIE "YOUTH" Dove una ragazza scrive messaggi d'odio sotto ad ogni post di un cantante. Lui creerà un account instagram per chattare con lei, fingendosi un hater di se stesso, ma le scriverà anche con i suoi profili social; Avve...