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Mackenzie sentiva la brezza notturna infrangersi contro al suo viso, sferzandole, quasi con violenza le guance e muovendole i capelli lilla nell'aria.

Si strinse maggiormente nel suo maglione, quando l'aria gelida le si insinuò fino a sotto i vestiti, facendole venire i brividi e battere i denti. Buttò fuori l'aria e davanti al suo viso si formò una nuvoletta di vapore, seguita poi da altre di varie dimensioni. Era così stanca, ma aveva paura che se avesse provato a mettersi a dormire, l'incubo con sua sorella sarebbe tornato a tormentarla.

Pochi attimi dopo, una coperta di flanella venne avvolta intorno alle sue spalle, facendola sobbalzare ed emettere un mezzo grido per lo spavento. Chi diavolo era? Aveva persino paura a girarsi verso quella sagoma avvolta dal buio.

«Che ci fai qui fuori con 'sto freddo?» domandò con apprensione Ethan, una volta seduto sulla sabbia gelida al fianco di Mackenzie che lo trucidò con lo sguardo. Le aveva fatto perdere cento anni di vita.

Scosse la testa poi l'appoggiò sulle ginocchia che aveva rannicchiato fino al petto, «Non riuscivo a dormire. Tu perché sei qui?» chiese a sua volta, passandosi una mano tra i capelli arruffati dal vento.

«Stesso motivo.» ribatté lui, appoggiandola una mano sulla testa per poi accarezzagliela lentamente, «Hai avuto un incubo?» domandò.

Mackenzie si mordicchiò il labbro inferiore, «Come fai a saperlo?» chiese bruscamente per poi sospirare stancamente.

«Non lo sapevo. Ho provato ad indovinare e a quanto pare ho azzeccato.» fece una piccola pausa in cui si soffermò a guardare Mackenzie stringersi con più forza nella coperta, trovandola tenera, «Ne vuoi parlare?» chiese poi con un tono di voce preoccupato.

«No.» rispose secca lei, «Puoi tornare a dentro ora. Non voglio la compassione di nessuno.» sibilò, cercando di fermare le lacrime che volevano uscire.

«Non ti sto compatendo, sono semplicemente preoccupato per un'amica.» replicò duramente lui, afferrando Mackenzie per un braccio e costringendola ad alzare il viso, venendo fulminato dal suo sguardo furioso, «Ti prego sfogati, non tenerti tutto dentro».

«Preoccupato per un'amica? Dove? E poi da quando siamo amici? Ti prego risparmiati 'ste stronzate.» sibilò acidamente lei, scansandogli via il braccio per poi puntare il suo sguardo lucido verso l'immenso mare tranquillo, «Dio, che cazzo sto dicendo...» sussurrò, rammaricata.

«C'entra Celin?» chiese dopo minuti di silenzio, disturbato solamente dal suono delle piccole onde che si infrangevano contro alle rocce.

«Sì. Non la sognavo da un po' quindi rivedere quel dannato giorno è stato un duro colpo da sopportare. Mi viene da vomitare se penso a tutto il sangue che ho visto sul corpo di mia sorella quel giorno. Non volevo rivederlo eppure appena mi sono messa a dormire, quel dannato incubo è tornato più vivido che mai nella mia mente. Mi sento uno schifo. Sono stanca, ma non voglio tornare a dormire. Non voglio nemmeno parlare di lei perché non ce la faccio. Mi manca, mi manca più dell'ossigeno. Vorrei esserci stata io al suo posto. Lei sarebbe stata più forte di me se fosse sopravvissuta e avesse dovuto sopportare la mia morte. Avrebbe rimesso in riga papà e si sarebbe ritrovata a combattere come un vero guerriero e non come me che finge solamente di essere forte».

Ethan strusciando il fondoschiena sulla sabbia, si avvicinò a Mackenzie e le avvolse le spalle con un braccio, stringendola calorosamente a sé mentre lei con titubanza, appoggiò la testa sul suo petto.

«Celin non vorrebbe sentirti dire queste cose. Non vorrebbe che tu morissi al suo posto. Non pensarlo nemmeno. Sai, non possiamo vederli, ma loro da là sopra vegliano su di noi. Mio padre, tua madre e tua sorella vegliano su di noi e ci proteggono.» Ethan accarezzò dolcemente una guancia gelida di Mackenzie che si ritrovò a spingere il viso nell'incavo della sua mano calda e rassicurante, «Ci mancheranno sempre, ma noi dobbiamo continuare a vivere anche per loro, per renderli fieri di noi».

Passarono alcuni minuti, in cui i respiri dei due ragazzi si mescolarono tra loro, così come i battiti velocizzati dei loro cuori in subbuglio. Si sentivano in pace in quel momento. Uno stretto nelle braccia dell'altro come un tempo.

«H-ho mentito.» la ragazza tirò su col naso. Non si era resa conto di star piangendo tra le braccia di Ethan come tanto tempo fa, come quando morì sua madre.

«Su cosa?» chiese con un filo di voce lui, continuando ad accarezzarle una guancia coi polpastrelli.

«A-adoro la tua musica ed è vero che ho tutti i tuoi album. E nonostante Teenage non sia uno dei miei album preferiti, è molto bello.» confessò Mackenzie con un timido sorriso stampato sulle labbra squadrate, strusciando poi il viso contro alla mano di lui, come un gattino in cerca di coccole.

Ethan emise una breve, ma intensa risata, «Lo sapevo io. E qual è il tuo album preferito?» le domandò curioso, pizzicandole dolcemente una guancia e facendola sorridere tra le lacrime.

«Slipped Away e so che è un EP ma io lo adoro lo stesso e quello nuovo che ho avuto l'opportunità di ascoltarlo proprio da Ethan in persona... Oh mio dio!!» strillò, allungando la «o» finale di dio, fingendosi una sua fan e facendo scoppiare a ridere Ethan, al quale vibrò energicamente il petto.

«Mamma mia, devi proprio essere fortuna se Ethan in persona te l'ha fatto ascoltare. Dio, ti invidio tantissimo.» esclamò lui, copiando i versi che facevano le sue fans ad ogni meet and greet e portandosi una mano davanti alla bocca, fingendosi sorpreso.

Mackenzie scoppiò a ridere di gusto, buttando le testa indietro e picchiandola fortemente contro alla spalla di Ethan per poi portarsi una mano sullo stomaco, contorto dai crampi per le troppe risa.

«Dio, sei identico a loro.» esclamò la ragazza tra una risata e l'altra. Sul viso di Ethan si ampliò il sorriso che aveva. Era felice di averla fatta ridere. Era giusto che anche lei fosse felice.

«Ma che cazzo state facendo qui fuori? Entrate dentro prima che vi ammaliate, cretini!» strillò una voce femminile e adirata alle loro spalle, facendoli spaventare.

I due ragazzi si alzarono lentamente da terra, si spolverarono i vestiti a cui si era appiccicata la sabbia poi mentre venivano strigliati da Rebecca, entrarono in casa con un sorriso complice stampato sui loro visi.

Hater [Youth Series ~ Book #10]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora