Capitolo 9 - Lights Out

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“Sai di cosa potremmo avere bisogno?” Mi chiese improvvisamente Kate, interrompendo la mia abbuffata di gelato.
“Di cosha?” Chiesi con la bocca piena.
“Dobbiamo uscire. Perché non andiamo in un locale? Beviamo qualcosa, balliamo, passiamo una serata divertente.” Propose la mia amica. La guardai per un po’, con il cucchiaio pieno di gelato a mezz’aria.
“Sono un disastro.” Risposi dopo aver deglutito. “Non posso uscire così.” Aggiunsi, indicandomi. Avevo i capelli tutti in disordine, gli occhi gonfi per aver pianto e, grazie al cibo spazzatura che avevo mangiato nelle ultime due settimane, avevo anche qualche brufolo.
“Tesoro, sei una make-up artist. E sei anche brava.” Disse Kate, portandomi via il cucchiaio e chiudendo il barattolo di gelato.
“Hey!” Protestai.
“Basta gelato. Hai passato abbastanza tempo a piangerti addosso, adesso è ora di reagire.” Rispose Kate.
“Immagino che dirti che non ho troppa voglia di uscire non serva a nulla, vero?” Provai a chiedere.
“Assolutamente no. Chiamo la mia amica e le chiedo di metterci in lista in un locale figo.” Rispose Kate sbrigativa. “Vai di sopra a prepararti.”
Mi rassegnai all’idea che mi sarebbe toccato uscire di casa e salii le scale. Improvvisamente un pensiero mi colpì: in realtà non mi avrebbe fatto male passare una serata fuori. Avrei potuto bere e dimenticare tutto quello che mi era successo. Volevo disperatamente cambiare. Per tutta la mia vita ero sempre stata una romantica senza speranza. Credevo nel matrimonio e nell’amore e mi impegnavo nelle relazioni al cento percento. Perché non potevo essere una stronza senza cuore che si divertiva con i ragazzi e poi passava oltre? Avrei tanto voluto essere in grado di usarli come loro usavano me.
Non avevo mai avuto una relazione casuale, ero passata dalla storia con Harry a quella con Jean-Paul, due anni dopo.
 
Avevo scoperto che la vita notturna non era male e mi aiutava a superare le delusioni della mia vita romantica e lavorativa. Dopo essere uscita con Kate e aver passato la serata a bere e a ballare, avevo deciso di rifarlo. Avevo passato una settimana intera ad uscire tutte le sere.
“Dai, Kate, vieni con me! C’è il party di Natale questa sera!” Pregai la mia amica il venerdì. Mancava poco a Natale ormai e i club avevano cominciato a organizzare feste a tema.
“D’accordo. Ma vengo solo per tenerti d’occhio.” Rispose. “Non mi piace la piega che sta prendendo la tua vita in questo periodo.” Aggiunse a bassa voce.
“Oh, dai. Prima mi pregavi per uscire di casa. Adesso lo sto facendo e non ti piace?”
“Sì, ma io non intendevo ubriacarsi tutte le sere e tornare all’alba, passare la giornata con il mal di testa e uscire di nuovo la sera.” Puntualizzò.
“Kate, mi aiuta a distrarmi.” Risposi alzando le spalle. “E poi non faccio niente di male.” Aggiunsi, pensando che non ero ancora riuscita a trovare il coraggio di andare a letto con un uomo per una sola notte e poi abbandonarlo, come mi ero ripromessa di fare. Non mi ero mai ubriacata così tanto da perdere completamente la testa.
“Basta che mi assicuri che hai la situazione sotto controllo.” Disse Kate, guardandomi di sbieco da sotto gli occhiali da vista.
“Giuro.” Risposi. “Dai, porta anche Liam. E’ in città, no?”
“Sì, ha un concerto nei prossimi giorni ed è a Londra.” Disse Kate, che ormai era diventata la ragazza di Liam. Quando lui era a Londra uscivano sempre insieme ed erano anche stati beccati dai paparazzi, ma a loro non interessava perché le cose stavano diventando serie.
“Ottimo. Invitalo!” Esclamai. “Io devo andare a trovare qualcosa di carino da mettere.” Dissi.
“Sophie, ho paura che tu sia ricaduta nella fase della negazione.” Disse Kate improvvisamente. “Sono preoccupata per te…” Aggiunse, guardandomi negli occhi.
“Non devi preoccuparti, sto solo cercando il modo di superare la cosa.” Risposi, fermandomi un secondo. “Quando è finita tra me e Harry mi sono buttata sugli studi. Ho finito la scuola, mi sono trasferita qui a Londra con te e ho continuato a studiare per diventare truccatrice.” Aggiunsi.
“Lo so, ma…”
“Adesso non posso fare la stessa cosa. Ho cercato di concentrarmi sul lavoro, ma non ne ho più uno e non riesco a trovare niente di nuovo. Sto cercando di ritrovare me stessa.” La interruppi.
“Sophie, non ritroverai te stessa in fondo ad una bottiglia o nel letto di uno sconosciuto.” Disse Kate.
“Lo so.” Risposi. “Ma questa esperienza, magari, mi renderà più forte.” Aggiunsi.
“Lo sai che ti voglio bene, vero? E voglio solo il meglio per te.”
“Anch’io te ne voglio, Kate. Ma certi sbagli li devo fare da sola. Apprezzo tantissimo quello che fai per aiutarmi, ma non posso continuare ad essere protetta da tutto e da tutti. Devo… vivere. Devo crescere e diventare più forte.” Le risposi. Kate mi guardò come se non fosse proprio convinta del mio discorso, ma non disse nulla. Annuì e mi abbracciò stretta.
“Basta che non ti metti nei guai.” Mi sussurrò.
“Stai tranquilla, ho tutto sotto controllo.” Le risposi.
 
Ormai ero pronta. Lo sentivo. Bastava un altro cocktail e avrei trovato il coraggio di baciare il ragazzo che stava ballando con me nel locale. Era bello. Certo, tutti risultavano bellissimi dopo due cocktail molto forti. Però lui sembrava decisamente bello.
“Hey, frena.” Dissi quando notai che mi stava mettendo le mani troppo in basso. “Perché non mi offri un altro drink?” Chiesi.
“Certo.” Rispose il ragazzo senza nome, lasciandomi in mezzo alla pista e andando al bar. Non mi aveva nemmeno chiesto cosa volessi, ma poco importava a quel punto. Avevo solo bisogno di perdere completamente il controllo per seguirlo a casa sua. Lo sapevo che era la serata giusta.
“Ecco.” Mi disse dopo qualche minuto, mettendomi un bicchiere in mano. Tracannai il primo sorso e feci una smorfia. Era un cocktail dolcissimo e alcolicissimo e faceva abbastanza schifo.
“Tutto a posto?” Mi chiese il ragazzo misterioso, mettendomi una mano sul fianco per evitare che prendessi una storta sui tacchi.
“Mai stata meglio!” Esclamai. “Devo solo andare a fare pipì!” Aggiunsi ridendo. Cercai Kate con lo sguardo ma non la trovai, così decisi di andare ad avventurarmi in bagno da sola. Dovevo solo riuscire a scendere le scale senza ammazzarmi. Finii il cocktail e appoggiai il bicchiere su un tavolino e cominciai a camminare verso le scale, chiedendomi per quale motivo avessero deciso di mettere quattro scalini tra il livello del bar e quello dei bagni. Sadici.
Uno scalino. Due scalini. Tre sc…
“Attenta!” Sentii una voce familiare. Stavo per scivolare e rompermi tutta, ma un paio di mani forti mi avevano presa appena in tempo. Mi avvicinai istintivamente al ragazzo che mi aveva appena salvata e mi aggrappai alle sue spalle. “Sophie, stai bene?” Mi chiese la voce familiare. Cercai di mettere a fuoco lo sguardo.
“Harry?” Domandai quando mi resi conto del motivo per cui quella voce era così conosciuta.
“Sì, sono io. E tu sei sicura che vada tutto bene? Perché ti stavi ammazzando e sei ubriaca fradicia.” Rispose il ragazzo.
“Sto benissimo.” Dissi, cercando di ricompormi. Abbassai l’orlo del mio vestito di qualche centimetro per coprirmi un po’ di più. “Stavo solo cercando di andare in bagno.” Spiegai, allontanandomi da lui.
“Ti accompagno.” Disse, offrendomi un braccio e un po’ di stabilità. Non sapevo cosa ci fosse nell’ultimo cocktail che mi aveva dato il ragazzo senza nome, ma era fortissimo.
Harry mi aspettò fuori dal bagno delle donne e mi mise un braccio intorno alla vita per tenermi in piedi. Non avevo programmato di perdere così tanto il controllo.
“Cosa c’è?” Mi chiese.
“Mi gira la testa.” Risposi, aggrappandomi a lui.
 
Aprii gli occhi e mi trovai in una stanza sconosciuta. C’era troppa luce che entrava dalla finestra. Aveva nevicato parecchio durante la notte e il bianco della neve rendeva tutto più luminoso e fastidioso. Mi guardai intorno e non riuscii a capire dove mi trovassi. Di fianco a me nel grande letto matrimoniale non c’era nessuno.
Ero riuscita a tornare a casa con il ragazzo senza nome? Non riuscivo a ricordare nulla. Provai a sedermi sul letto, ma non riuscii. Mi girava troppo la testa.
Riuscii ad identificare i miei vestiti su una poltrona di fronte al letto. Le mie scarpe erano sul tappeto di fianco ai vestiti.
Chiusi gli occhi e cominciai a massaggiarmi le tempie, cercando di ricordare. Cos’era successo la sera prima? Ricordavo vagamente di aver bevuto un cocktail disgustoso.
“Oh, chi si vede. Buongiorno!” Esclamò una voce.
“Dove sono?” Mormorai.
“A casa mia.” Rispose il ragazzo, entrando e avvicinandosi con una tazza di caffè. Quando lo riconobbi spalancai gli occhi.
“Harry?” Chiesi. No, non era possibile. Non ero andata a letto con Harry la sera prima, vero? Lui stava con Taylor Swift. Non potevo averlo fatto. Mi guardai: stavo indossando solo una sua maglietta e un paio dei suoi boxer.
   

Over Again || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora