“Grazie per non avere nominato il mio matrimonio ieri.” Dissi a Kate il giorno successivo a colazione. Avevo pianto fino ad addormentarmi e mi ero svegliata con il mal di testa e gli occhi ancora gonfi. Ero un disastro.
“Figurati.” Mi rispose.
“Oggi sarebbe stato il mio primo giorno da signora Moreau.” Aggiunsi mescolando distrattamente lo zucchero nel caffè.
“Preferisco di gran lunga Campbell.” Commentò la mia amica. “Sai dove andiamo oggi?” Mi chiese poi.
“Dove?”
“A fare shopping. Hanno aperto Victoria’s Secret e dobbiamo assolutamente comprarci qualcosa.” Rispose. “Tanto devo andare al lavoro per le sei.” Aggiunse.
“Lo sai che non posso dire di no a Victoria’s Secret.”
“E si dà il caso che il negozio sia vicino a Michael Kors, Miu Miu, Jimmy Choo e Vivienne Westwood.” Disse la mia amica.
“Mi hai convinta!” Esclamai, pensando che un po’ di shopping non mi avrebbe fatto male. Sentivo il bisogno di avere qualcosa di nuovo.
“Bene, allora vestiti e andiamo. So anche dove portarti a pranzo. O meglio, dopo pranzo.”
“Mi stai incuriosendo.”
“Vedrai. Ti dico solo cupcakes!”
“Vado a vestirmi.” Dissi immediatamente e andai in camera mia per rendermi presentabile. Ci sarebbero voluti chili di correttore e fondotinta, ma ce l’avrei fatta. Per fortuna ero una truccatrice.
“Ugh.” Mugugnai. Kate ed io eravamo appena entrate nel negozio di McQ by Alexander McQueen.
“Che succede?” Mi chiese la mia amica.
“Jean-Paul.” Risposi semplicemente, mostrandole lo schermo del mio cellulare. Avevo già ignorato almeno una trentina di chiamate da quando ero tornata a Londra, senza contare gli sms che mi aveva inviato, pregandomi di perdonarlo e di tornare insieme a lui.
“Sai cosa dovresti dirgli?” Domandò Kate improvvisamente, spaventando il commesso del negozio, che le si era avvicinato per chiederle se avesse bisogno di aiuto.
“Cosa?”
“Che dovrebbe smettere di chiamarti e impiegare il suo tempo libero a cercare di ritrovare la sua dignità.” Mi rispose la ragazza, lanciando un’occhiataccia al mio telefono. “Vuoi che gli risponda io?”
“No, davvero. Progetto di ignorarlo per il resto dei miei giorni.” Dissi. “Anche perché in questo momento sono talmente incazzata che potrei fulminarlo tramite chiamata.” Aggiunsi.
“Dovresti farlo. Dovresti almeno toglierti lo sfizio di insultarlo per bene.”
“Meglio di no. Vorrei mantenere la mia dignità, io.” Risposi, calcando bene l’enfasi sull’ultima parola.
“Allora prova questo vestito. E’ perfetto per te.” Mi disse Kate, porgendomi un abito. Lo presi controvoglia, pensando che avrei preferito praticare il notorio sport “lancio dell’iPhone” piuttosto che provare un vestito, e mi infilai in camerino.
“Kate, mi prendi un paio di taglie in più, per favore? Mi hai dato una trentotto, non so cosa metterci dentro.” Le chiesi, irritata. La giornata aveva preso una brutta piega e non solo perché Kate mi aveva dato un vestito di qualche taglia troppo stretto. Ero nervosa e avrei voluto che Jean-Paul la smettesse di telefonarmi e mandarmi messaggi. Non lo volevo più vedere o sentire.
“Tesoro, ti sta chiamando un numero sconosciuto. Cosa faccio, rispondo io?” Mi chiese improvvisamente Kate, tornando davanti al camerino con la mia borsa e il mio telefono in mano. E senza vestito.
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Over Again || [One Direction - Harry Styles]
FanfictionSophie Campbell ha ventidue anni e pensava di avere tutto dalla vita: un magnifico lavoro a Parigi e un fidanzato che le aveva chiesto di sposarla sulla Tour Eiffel. Ma quando la ragazza scopre che il suo fidanzamento è solo una menzogna decide di t...