{Capitolo 4}

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Herobrine lo guardò estremamente confuso e allo stesso tempo curioso.
Cosa doveva fargli vedere?
Entity, senza dire altro, si diresse verso la fine del corridoio, precisamente verso una porta bianca e abbastanza massiccia, più robusta delle altre.

"Perché stiamo andando nella sala delle armi?" Chiese ad un tratto il più piccolo, mentre guardava il corvino che sbloccava la porta con una chiave bianca che teneva nella tasca.

"Ora lo vedrai" Rispose Entity, aprendo la porta al castano e invitandolo ad entrare.

Herobrine varcò la porta e, come aveva previsto, davanti ai suoi occhi si trovava una stanza con una moquette blu scuro e le pareti bianche, prive di finestre ma piena zeppa di mensole e tavolini di legno, sulla quale sopra di essi si trovavano armi di ogni tipo.
Dai pugnali sulle mensole alle lance appoggiate al muro, dalle spade sistemate con cura sui tavoli e così via, era una stanza davvero enorme.
Davanti ad Hero, appese al muro parallelo alla porta, si trovavano due porta spade, uno privo dell'arma che avrebbe dovuto sorreggere e l'altro che sorreggeva un fodero bianco decisamente grande, come quello che portava Entity al fianco.

"È rimasta uguale..." Affermò il demone dagli occhi bianchi, incantato dalle miriadi di armi che si trovavano in quella stanza.

Entity entrò nella stanza e chiuse la porta, sfilandosi la cintura attaccata al fodero della spada.
Herobrine lo guardò leggermente perplesso, notando che il sangue sul fodero scuro si era completamente dissolto, neanche una macchia era rimasta.
Mise il fodero nero sopra al porta spade e prese l'altro bianco in mano con molta delicatezza e precisione, come se avesse potuto rompersi da un momento all'altro.

"Vedi Hero... mio padre e mia madre avevano forgiato un arma per te" Affermò semplicemente il più grande, tenendo gli occhi fissi sul fodero bianco.

Herobrine sgranò gli occhi e schiuse la bocca, leggermente euforico e confuso.
Sapeva perfettamente che il padre di Entity forgiava armi per gli altri demoni, in più avevano sempre qualche particolarità che aggiungeva la madre.
Magia di fuoco, del ghiaccio, della roccia, di tutto!
Il padre e la madre di Entity formavano un duo armonioso e stabile quando si trattava di creare armi per i loro coetanei.
Entity strinse il fodero e l'impugnatura di ferro con le mani, sfilando lentamente da esso una spada di diamante, ma aveva molti più dettagli.
La lama era davvero grande e leggermente ricurva verso la fine, alcune linee bianche partivano dall'inizio della lama sull'impugnatura, fino ad arrivare alla punta della spada, e mano a mano si restringevano.
Il manico di ferro era abbellito spudoratamente con alcune incisioni bianche come sulla lama, con tanto di diamante incastrato in una cavità di quarzo sotto di esso.
Entity posò il fodero su un tavolino e strinse l'impugnatura in una salda presa, accennando qualche mossa di combattimento per poi finire col tenere la spada dritta davanti a sé.

"Ecco a te, Hero" Affermò il corvino mettendosi dritto e porgendo la spada al suo amico.

Herobrine era completamente rimasto senza parole.
Non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dire, continuava a fissare la lama lucente di quella spada, non riuscendo a staccare gli occhi da essa.

"Com'è possibile? Tuo padre... tuo padre era uno dei migliori fabbri tra i demoni! E in più tua madre aggiungeva la magia sulle sue creazioni! Chiunque avrebbe voluto un'arma creata da loro!" Esclamò incredulo il ragazzo, pensando ancora al perché avrebbe dovuto ricevere quell'arma.

"Già, loro erano grandiosi..." Rispose il più grande sospirando e abbassando la spada, guardando il castano negli occhi.

Herobrine si zittì di colpo, riaffiorando i vecchi e orribili ricordi che pensava di aver seppellito nella sua memoria.

[...]

"Entity! Hero! Dovete scappare!"

La voce del padre di Entity risuonava nel corridoio delle prigioni, mentre i due piccoli demoni si trovavano all'entrata delle scale, pronti a fuggire verso l'uscita.

"Ma vi uccideranno se ce ne andiamo! Ti prego papà!" Urlò disperato il piccolo Entity ai suoi genitori, mentre Herobrine si trovava dietro di lui impaurito.

"Non importa! Dovete scappare se volete vivere, ce la caveremo!" Gridò in risposta la madre, affiancando il marito pronta ad attaccare la porta di legno che sarebbe caduta da un momento all'altro per quante botte riceveva.

"... vi prego, non morite..." Sussurrò alla fine, per poi scappare insieme al suo amico fuori dalla fortezza nell'Overworld, mentre un rumore di legno spaccato raggiunse le sue orecchie.

[...]

Herobrine, senza accorgersene, fece scendere alcune piccole lacrime dagli occhi, continuando a guardare il più grande in uno stato di trance.
Entity si avvicinò lentamente a lui posando una mano sulla sua guancia e asciugando le lacrime sul suo zigomo.

"Mio padre e mia madre sapevano perfettamente che prima o poi sarebbero morti, quindi, sapendo delle tue elevate abilità nel combattimento, forgiarono un'arma per te... volevano farti una sorpresa, ma... il resto ormai lo sai..." Mormorò le ultime frasi, osservando dispiaciuto quelle lune lucenti che intanto si inumidivano.

"Loro... si sono... si sono sacrificati per salvarci, come hai fatto tu con me... ma non sono... n-non sono... m-mai t-tornati..." Sussurrò tra le lacrime il più piccolo, asciugandosele velocemente e lasciando andare qualche singhiozzo.

"Hero... per favore, ascoltami" Disse ad un tratto il corvino, posando la spada sul tavolino su cui aveva appoggiato il fodero bianco.

Herobrine alzò lo sguardo verso il più grande, continuando ad asciugarsi le lacrime.
Odiava piangere, lo faceva sentire debole, impotente contro le ingiustizie, indifeso, da solo.
Entity lo fissava seriamente negli occhi e posò lentamente le mani sulle sue spalle, facendolo sussultare.

"È un regalo che i miei genitori hanno voluto farti, sarebbe un peccato non accettarlo" Disse il più grande, fissando incessantemente il castano che intanto lo fissava leggermente sorpreso.

Herobrine fece un leggero cenno con la testa per annuire, liberandosi dalla presa di Entity sulle sue spalle e si diresse verso la spada, prendendola in mano.
Strinse la presa sull'impugnatura e mise la spada in orizzontale, osservandola in tutto il suo splendore.

"Non vi deluderò, ve lo prometto..."

Heyla!
Allora... questo è un capitolo di passaggio, ma si parlano di mooooolte cose, non credete? :3
Spero che vi sia piaciuto comunque! Lasciate una stellina e un commento se così è stato e noi ci vediamo alla prossima! Cya :3

Ricordati di me, ricordati di noi - Entity303 x HerobrineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora