capitolo quarantuno

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Gaia: dobbiamo avvisare gli altri!
Sara: e chi?! Sono tutti partiti per prelevare altri semidei!
*le due ragazze sbuffano rumorosamente*
Gaia: proviamo a contattare Nico e Apollo *la figlia di Ade annuisce*
Sara: speriamo bene *dice per poi avviarsi con l'amica al lago delle canoe sperando in un aiuto della Dea Iride*
*pov'sIla*
Appena riprendo i sensi una forte fitta alla nuca si riversa nel mio corpo. Provo a muovermi, ma le mie mani sono legate dietro la schiena. Sono seduta su una sedia di legno o meglio, legata ad una sedia di legno. Mi guardo intorno. Solo bianco. Bianco su bianco. Sono in una piccola stanza circondata da scatoloni e con un' unica porticina come via d'uscita. Cosa ci fanno con delle scatole nel tartaro? Per di più colorate di rosa fluo con delle stelline? Probabilmente ci collezioneranno le ossicine delle loro vittime, quindi prossimamente anche le mie. Di bene in meglio insomma. Provo ad alzarmi, le mie gambe mi supplicano di restar ferma, ma non posso e non voglio. Cerco di non cedere. Sono in piedi. La prima cosa che mi viene in mente è quella di scontrarmi con la parete sperando che la sedia si rompa. O forse si fracasseranno le mie ossa, vedremo. L'impatto fa spezzare il legno e io continuo a colpire di schiena il muro finché non resto con un mucchio di stecche spezzate ai miei piedi. Ora manca slegare le corde. Ma un semplice nodino no, eh? Sai quei fiocchetti bellini delle scarpe che si sciolgono ogni tre per due e te ci inciampi ogni tre per due? Ecco quelli. Osservo intorno. Dovrò scoprire cosa c'è nelle scatole, non vedo l'ora. Mi avvicino ad esse e con il piede le apro con poca delicatezza. Una volta tirato su il coperchio mi pento di averlo fatto poichè trovo, come avevo dedotto, ossa, ma anche corde, denti e ali, simili a quelle delle arpie. Ma che roba è questo posto?! Oh numi! Benvenuti nella nuova puntata di io e la mia ossessione! Oggi qui con noi un autoditta nel costruire dentiere affilate per rosicchiare ogni tipo di metallo; protesi adatte per marcire dentro e maschere di carnevale con tanto di Ali viscide! Di certo farà una grande fortuna su Ebay, li vendono di tutto e di tutto intendo da mia nonna in una lavatrice che mangia broccoli ad una capra in intimo leopardato che canta l'alfabeto in francese. Emh, devo iniziare a prestare meno attenzione a Gaia e alla sua stupida ironia: mi sta influenzando troppo. Mi risveglio dai miei pensieri e procedo alla prossima mossa. Mi inginocchio e prendo un dente nella mano destra iniziamdo a seghettare la corda ,riuscendo così a liberarmi. Amata libertà. Ah no, sono rinchiusa in una stanza. Speriamo che Nico e Apollo siano al sicuro! Guardo la mia unica via di uscita. Beh, se il mio rapitore avesse un minimo di cervello, la porta è chiusa. Però potrei provare a tirar giù la maniglia. Che si apra il dilemma! Provare ad aprire la porta o non? Mi avvicino ad essa, allungando incerta la mano, ma non faccio in tempo a sfiorare la maniglia che mi giunge un rumore di passi. Mi allontano in fretta. E mentre mi appoggio alla parete, la porticina cigola e uno spiraglio di luce ricopre il pavimento della stanza bianca e solo ora mi accorgo che il pavimento non era poi così bianco....
Sangue.
Rosso, Grumoloso e Viscido.
Sangue ovunque.
Sangue vivo.
Alzo lo sguardo ed eccolo.
TA TA TA TANNN. Spero vi piaccia questo mio modo di scrivere e vi abbia trascinato ancora di più nella storia. Ora bando alle ciance se volete acquistare anche voi la nonna Carmen, una transformer obv, con le mutande rosa leopardate in tinta con quelle di una capretta nana non esitate a contattarmi, in omaggio anche un pacchetto di croccantini per gatti alle castagne e al salmone, dal gusto raffinato. In mia difesa la scuola fa male.
Baci da Gaia, la vostra figlia di Atena strana preferita, Vero?!?!?!

Obbligo o verità tra semidei seminormali Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora