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Chloesblog

- 8 to Christmas There's no remedy for memory, your face is like a melody

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- 8 to Christmas
There's no remedy for memory, your face is like a melody. It won't leave my head, your soul is haunting me and telling me that everything is fine.

3.175 note                          ▶   💬   🔁  ❤

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- È così affascinante la vista da quassù. - esclamò Chloe meravigliata con un luccichio negli occhi che non avevo mai visto in nessun altro sguardo. - Già. - sussurrai chiudendo istintivamente gli occhi guardando in basso. - Soffri di vertigini? - mi domandò avvicinandosi preoccupata. Annuii indietreggiando dal vetro della capsula della ruota panoramica e respirai profondamente. - Coraggio Jack, siamo già a metà del giro. - cercò di consolarmi, ma nonostante ciò dentro di me pregavo di scendere il prima possibile. Chloe ridacchiò, - Scusami, se mi avessi detto che soffri di vertigini non ti avrei proposto di salire. -, - T-tranquilla. Le paura bisogna superarle no? -. La ragazza sorrise e per il resto del giro si premurò di distrarmi in modo che non pensassi più all'altezza.
- Finalmente a terra! - esultai quando i miei piedi toccarono di nuovo il cemento della strada. - Per un momento ho pensato che mi avresti vomitato addosso. - scherzò Chloe, - L'ho pensato anche io. -.
- Ti va di andare al cinema ora? - proposi sperando di fare qualcosa di più tranquillo. - Si, ce n'è uno qua vicino. - acconsentì.
Arrivammo al cinema infreddoliti e Chloe rise del mio naso rosso simile a quello della famosa renna Rudolph. Comprammo i biglietti e una quantità esagerata di popcorn, che sicuramente sarebbero finiti prima dell'inizio del secondo tempo. Prendemmo posto in sala e ci godemmo la prima mezz'ora di film, quando il cellulare di Chloe squillò, scatenando lamentele degli altri spettatori. La aspettai continuando a sgranocchiare popcorn. Dopo più di dieci minuti, la ragazza tornò in sala, - Jack, mi dispiace, dobbiamo andarcene. Ti spiego strada facendo. - sussurrò affannata. La guardai corrucciato e confuso lasciai la sala seguendo Chloe.
- Vuoi un po'? - le protesi la scatola con gli ultimi popcorn e gli altri passeggeri dell'autobus mi lanciarono occhiate truci. Chloe prese una manciata di popcorn e la ingoiò in una sola volta, sotto il mio sguardo allibito. - Che c'è? - domandò con la bocca piena. Mi piegai in due dal ridere, e quando mi rialzai, sbattei la fronte contro ad uno dei pali di metallo che servono per sorreggersi.
- Chloe! Jack! Finalmente siete qui! Jack vieni con me! - urlò Alexia appena ci vide al centro commerciale e mi trascinò con lei fino alla sua auto.

- Forza Jack, esci dal bagno! - mi incitò la mora per la millesima volta. Mi guardai allo specchio e dopo aver preso un respiro profondo, mi decisi ad uscire. - Non ridete vi prego. Mi sento ridicolo conciato così. - mi  lamentai sconsolato. - Avanti sorridi. Ricordi cosa ti ho detto? Devi sorridere, salutare. Insomma apparire amichevole, cazzo... sei Babbo Natale! -.
Al fianco delle due ragazze, che nel frattempo si erano vestite da elfo, camminammo fino al bancone dei regali, dove era stata allestita una piccola casetta in legno, decorata con ghirlande, luminarie e neve finta. - Saluta i bambini Jack. Devi essere gentile, leggere le loro letterine e scambiare due parole. - sussurrò Chloe aiutandomi a sedermi sulla poltrona dentro la casetta.
A disagio, tamburellai nervosamente le dita sulle ginocchia, e preso dal panico attesi che cominciassero ad arrivare i bambini.
Quando il primo entrò nella casetta accompagnato dai genitori e dalla sorellina,  li accolsi con un grande sorriso, che non pareva affatto amichevole, da sotto la folta barba finta che mi pizzicava il mento.
- Ciao. - mi salutò allegro sedendosi sulle mie ginocchia. - Ciao. Come ti chiami? - seguii i consigli che mi avevano dato le due ragazze. - Percy. -, - Jackson? - scherzai ma capii che il bambino non aveva colto la battuta e che i genitori mi stavano linciando con lo sguardo. - Bene bene, caro Percy, hai fatto il bravo quest'anno? - dissi ingrossando la voce, - Si! Ma io per Natale voglio un razzo per andare sulla Luna e un cucciolo di extraterrestre! - strillò troppo vicino alle mie orecchie. - Va bene, allora una casetta per le bambole per Percy. - finsi di scrivere sul quaderno che Alexia mi aveva dato precedentemente. Il bambino finse di mettere su il broncio, e quando lo rassicurai che avrei sicuramente contattato la NASA, mi abbracciò contento, lasciando il posto alla sorellina che desiderava un unicorno viola e una montagna di caramelle.
Il resto del pomeriggio lo trascorsi fra risate e i sorrisi dei bambini, e quando anche l'ultimo se ne andò abbracciandomi, venni preso da una strana nostalgia dell'infanzia, quando attendevo trepidante di portare la mia letterina a Babbo Natale al centro commerciale. - Direi che possiamo anche licenziare Paul, dopo che quest'anno ci ha dato buca, e l'hanno prossimo assumiamo direttamente te come Babbo Natale, che dici Jack? - Alexia fece capolino nella casetta, appoggiandosi allo stipite della porta. - Non è stato così terribile come credevo. - confessai togliendomi finalmente la fastidiosa barba. - Ti donava la barba bianca, secondo me. - intervenne Chloe entrando nella casetta con due scatole piene di letterine lasciate dai bambini.
- Dobbiamo leggerle tutte? - spalancai gli occhi, - Dobbiamo? Sei tu Babbo Natale. - mi apostrofò e finsi di svenire per la quantità di letterine che avrei dovuto leggere. - Scherzo, si, una scatola tu e l'altra io e Alexia. È divertente vedrai. - esclamò Chloe sedendosi sul pavimento accanto all'amica.
- Caro Babbo Natale, quest'anno vorrei tanto ricevere un allevamento di pinguini arancioni. Baci baci, Olivia. - recitò ad alta voce Alexia scoppiando a ridere, - Che tenera. - aggiunse prendendo la letterina successiva. - Caro Babbo Natale, puoi portare una macchina nuova per papà? (Non dirgli però che sono stato io a strisciarla con la mia bici, grazie). Gavin. - lessi io, e tutti e tre ridemmo sonoramente, per il resto della serata leggendo le letterine dei bambini.
- Questa era l'ultima. - sospirai alzandomi da terra con i muscoli indolenziti. - Va a cambiarti, intanto noi rioirdiniamo. - ridacchiò Alexia. Non me lo feci ripetere due volte e andai dritto dritto in bagno a togliermi l'ingombrante costume di Babbo Natale.
Quando tornai alla casetta, per salutare le ragazze, la trovai già in ordine e delle due non c'era nemmeno l'ombra, e per poco non inciampai sulle due scatole che avevano lasciato proprio davanti alla porta.
Spostandole, per evitare di cadere, l'occhio mi cadde su una povera letterina che era stata dimenticata sul fondo di una delle due scatole. La raccolsi e tornai a sedermi sulla poltrona, aspettando le due ragazze.
La aprii e cominciai a leggere.

Caro Babbo Natale,
quest'anno mi piacerebbe ricevere un bel ragazzo. Alto, con un bel fisico e molto carino. Lo vorrei con dei morbidi capelli castani che non stanno mai in ordine e due profondi occhi azzurri, con un sorriso da perdere il fiato e due adorabili fossette su quelle guance che si colorano sempre di rosso. Deve essere simpatico, a volte un po' impacciato e dolce, deve saper farmi ridere e soprattutto deve amare come me "Christmas carol" di Dickens. Deve farmi felice e farmi sentire a mio agio, deve essere protettivo e anche un po' geloso.
Deve portarmi a pattinare e aiutarmi a scegliere le decorazioni per l'albero di Natale, deve trovare "affascinanti" gli autobus di notte e saper affrontare le proprie paure.
Caro Babbo Natale, se ti chiedo di regalarmi Jack, lo troverò sotto l'albero?

C.
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Pubblico oggi il capitolo domani poichè ho problemi con Internet⚠

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