Ringrazio con tutto il mio cuore coloro che stanno seguendo la mia storia e magari si stanno anche un po' affezionando a questo pessimo Jaques-Luis.
Soprattutto un pensiero va a @phraseinwinter che non ha mai smesso di credere in me.
*
<< Perché le scrivesti quella lettera, quel giorno? >> Adolphe era già al quarto bicchiere di vino, faticava a tenere gli occhi aperti, i gomiti gli tremavano sul tavolo di legno marcio. Tra il baccano e la coltre di fumo denso e maleodorante dell'osteria, Jaques gli sorrise candidamente: << volevo che fosse a conoscenza del viscerale amore che ci lega >>
<< E' perché l'hai fatto in quel modo? >>
<< Volevo farvi litigare, volevo che vi odiaste >> guardò fuori dalla grande finestra, alla quale la sua sedia mal messa era appoggiata, e scorse le luci del villaggio scolorite e confuse dal vetro appannato e sporco.
Un ubriaco urlò una bestemmia e tutti risero.
<< E perché volevi farci litigare? >>
<< Mi andava, è così difficile comprendere? >>
<< Non te ne penti? >>
Jaques rise: << No! Affatto! Ah... - sospirò abbandonandosi sulla sedia, il capo gettato all'indietro, gli occhi al lampadario sul soffitto che oscillava pericolosamente. Quella sera portava una camicia rossa scolorita, una giacca nera consunta e strappata ed una rosa bianca nel taschino, beveva e fumava, giocava a fare l'Uomo con l'uomo a cui stava rovinando la vita - E' stata una scena esilarante >> le labbra secche gli si mossero lentamente, assaporò il gusto delle sillabe, la frase lo inebriò, chiuse gli occhi, li riaprì di scatto e raddrizzò il capo, rivolse ancora lo sguardo fuori dal finestrone opaco: << Vorrei non essere mai nato. O se almeno nascere, perché qui? A "Buco dei topi", tutta questa vile, vile mediocrità mi fa venir voglia di strapparmi i capelli o tagliarmi una mano >> gettò le braccia sul tavolo, le incrociò, vi appoggiò il mento sopra e fissò Adolphe con gli occhi verdi fattisi limpidissimi alla luce artificiale del locale: << Come può l'uomo godere di questa vita apparente? Questa morte non meno crudele, non meno colma di sofferenza, ma semplicemente più graduale? Un echeggiare dei suoi passi lungo il sentiero di casa, senza mai scorgerne il volto di teschio, il volto di foglie, di urla, di buio, di nulla >>
Adolphe rise, di un riso strozzato, quasi un sibilo, schizzando saliva sul tavolo: << Puoi sempre andartene! >>
<< Lo farò >>
<< E dove andrai? >>
<< Andrò a vedere l'oceano, vivrò nel mare fin quando la noia sopraggiungerà e dopo, viaggerò oltre il mare, nella terra dei primi uomini, e quando anche quella terra m'avrà annoiato tornerò da dove sono venuto >>
<< E da dove saresti venuto, tu? >> lo canzonò Adolphe portandosi goffamente il bicchiere di vino rosso alle labbra rese turgide dal calore denso e sonnolento dell'ubriacatura.
<< Tra i destini dei mondi immobili >>
Adolphe non lo ascoltò, tracannava il vino a gran sorsate dall'imponente bicchiere, quando ebbe terminato di bere si pulì la bocca con la manica della giacca grigia e lo guardò con un sorriso ebete e l'espressione stupida: << Ti scrive ancora, mia moglie? >>
<< Giornalmente - puntualizzò il ragazzino - e se ci tieni a saperlo la mia persona è continuamente minacciata da questa tua adorabile donna. Mi chiede di allontanarmi da te, di chiudere questa "disgustosa follia", mi incolpa arditamente d'averti "traviato", mi ha perfino proposto un'ingente somma di denaro per lasciare la città >>
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Cannibalismo [In Pausa]
Historical FictionSesso, droga e poesia: Parigi nel 1923. Jaques-Luis David, un sedicenne convinto di essere la quattrocentocinquantaduesima reincarnazione del famoso pittore del XVIII secolo, tenta la fortuna come poeta. Attraverso la letteratura, il sesso, l'amore...