Capitolo V - Al principio era il fuoco

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Questo lavoro meraviglioso è opera di AKRogers99 la quale ringrazio infinitamente!

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Questo lavoro meraviglioso è opera di AKRogers99 la quale ringrazio infinitamente!

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Gli occhi di Jaques si erano riempiti di lacrime brucianti, quasi fossero pregne di veleno di belladonna.

Dorian respirava piano, con i palmi sulle ginocchia ed il volto contratto in una smorfia di disgusto che si era rifiutato di celare.

Jaques sorrise candidamente, le lacrime parvero seccarsi nelle iridi placide, innocenti: << Ti disgusto, adesso >>

<< Io non... Non... sono d'accordo >> articoló con fatica, stringendo le dita attorno ai pomelli delle ginocchia fino a far tremare le braccia.

<< Con le mie pretese d'amore romantico o con l'incesto privo di pentimento? >>

Dorian non rispose, prese a rovistare nella tasca della giacca, ne estrasse una sigaretta spezzata, provó due volte ad accenderla con un fiammifero ma in entrambe i bastoncini di legno secco si spezzarono come ossa di passero tra le dita scosse da spasmi di tensione. Alla terza avvicinò la fiamma alla sigaretta sorretta dalla bocca tremante ed aspirò, tossì, aspirò ancora.

<< Nessuna persona perbene sarebbe d'accordo - osservò Jaques mentre spalancava l'occhio destro nel collo della bottiglia di vino, come fosse un cannocchiale - Ma non me ne faccio nulla del disappunto popolare. Il sesso è carne ed umori, l'amore è carne e lacrime; purché ci siano flussi, purché ci sia calore. Ho incontrato molti uomini perbene che preferivano piegare me tra le coperte, invece che qualche prostituta e sai cosa li spingeva a prediligere i miei servizi? >>

L'alcol gli aveva tinto le gote e la punta del naso di rosso, aveva un aspetto così angelico e pudico che Dorian, sentendo le parole che fuoriuscivano da quelle labbra dipinte, ne fu talmente disgustato da rabbrividire.

<< Perché era più facile farmi entrare dall'ingresso posteriore. Perché avevo un aspetto più infantile, casto, da educanda ingenua. Questo nutriva la loro grassa libidine fino a farla implodere in un boato di frustrazione.

E, soprattutto, avevo il volto della fame nera. Una faccia da disperato, da miserabile.

Non mi sarei ribellato alle fantasie che le prostitute non gli permettevano, Madame Rosette avrebbe fatto esplodere uno scandalo se le avessero toccato male una delle sue ragazze ed anche loro, gli uomini tanto per bene, non volevano sentirle pigolare e piangere fino all'emicrania.

Mi sono genuflesso ad ogni fantasia repressa, ad ogni peccato coperto con veli virginali. Ho esplorato i desideri più contorti e lascivi che si annidano come larve sotto le vesti pulite di un prete, un professore, un avvocato, un commerciante... Chi voleva godermi desiderava farlo per sfogare gli istinti che le gambe cucite delle mogli non gli permettevano. Istinti nutriti da verginità ostentate e pretese di santità. Un'isteria resa violenta dalla libidine legata stretta con catene d'oro falso, un'aggressività ripugnante. Il desiderio incontrollabile di coprirmi di seme ed umiliazione >>

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