Quando mi risvegliai, erano le cinque del mattino. Evelin era lì, di di fianco a me, che dormiva profondmente. Quel giorno ci sarebbe stata una gita al mare a Brighton, la spiaggia londinese più frequentata. Il fatto è che, dopo la sbronza della sera precedente, non mi sentivo affatto dell'umore giusto per una giornata così lunga e pesante. Beh, avevo a disposizione due ore per pensare e per riflettere, prima che anche Evelin si svegliasse. Così decisi di andare sul balcone e di bermi un caffè in santa pace sulla mia comoda sedia sdraio blu. La giornata in effetti era pefetta per una gita al mare, con il cielo limpido e nemmeno una nuvola. Pensai al fatto che avrei dovuto dimenticare Mario, ma subito dopo mi attraversò la mente l'immagine di lui in costume da bagno...okay, forse era meglio non pensarci. Poi mi ricordai che anche io avrei dovuto scegliere un costume da bagno decente. Le mie preferenze ricaddero su un costume che mia madre mi aveva costretta a comprare da calzedonia prima di venire qui in Inghilterra: un bikini blu a righe acquamarina e azzurre. Poi ripensai alle bellezze in bikini che sarebbero state presenti in spiaggia quella mattina, ma subito mi dicevo mentalmente:
"Mario non le guarderà, lui è un bravo ragazzo e non fa caso a queste cose"
Mentre cercavo di autoconvincermi del fatto che Mario era un ragazzo perbene, mi guardavo attorno. Le case degli studenti erano disposte a cerchio e si affacciavano sul grande prato verde del college. Perciò non mi sfuggì un movimento dietro alla porta finestra proveniente dalla terza casetta alla mia sinistra. Subito dopo un individuo aprì la porta e uscì sul balcone. Per poco non mi strozzai con il caffè, che mi andò di traverso (tipico) per poi dare spazio ad una tosse mista a lacrime. Mi dissi:
"Questo qui mi perseguita, forse ha una microspia con cui riesce a tenersi aggiornato sui miei movimenti, che ne so?"
Intanto mi sdraiai per terra a pancia in giù e strisciai a mo' di rapinatore in serie mission impossible, e mi diressi verso casa. Che scena patetica, spero solo che non mi abbia vista. In quel caso mi sarei sentita moolto stupida. Ad ogni modo mi venne un lampo di genio.
Evlin mi aveva lodato l'altra sera perchè mi ero "resa desiderabile" e questa era la mia intenzione. Dal momento che lo stille "brava ragazza" non funzionava, Mario mi costringeva a provare con la "ragazza hot" (risata malefica). Andai in camera mia e aprii l'armadio per scegliere un completino di pizzo color pesca (un'altra risata malefica). Poi presi il bucato dalla lavatrice con l'intenzione di stenderlo sul balcone perchè dovevo dare anche l'impressione della "donna di casa". Infine presi con me il liber Catulliano perchè ovviamente avrei giocato il ruolo della "ragazza istruita". Meglio di così non poteva andare. Mi avviai sul balcone con aria tranquilla e feci finta di niente. Aprii lo stendino e mi misi al lavoro. La regola d'oro era: mai guardare a sinistra. Non potete nemmeno immaginare come mi sarebbe piaciuto dare una sbirciatina per spiare la reazione del mio uomo. Mi stava guardando? Era tornato dentro? A cosa stava pensando?. Finito di stendere i panni, come la bella lavanderina, presi le poesie di Catullo e cominciai a leggere mentre allungavo le gambe fino alla ringhiera del balcone. Allora pensai che potevo concedermi di guardarmi attorno. E sul balcone stava lui che guardava nella direzione opposta alla mia. Ma il caro e dolce Mario, a quanto pare, stava giocando al mio stesso identico gioco, perchè notai subito che era in piedi senza maglietta intento a guardare verso est il sole che sorgeva. Chiusi in fretta il libro e presi a fissare ippnotizzata l'orizzonte. Era uno spettacolo magnifico e pensavo a quanto sarebbe stato bello se lui fosse stato lì con me. Mi persi nei miei pensieri. Una volta sorto il sole, girai la testa e guardai Mario: il sole mattutino lo faceva sembrare un dio, i capelli, così illuminati, sembravano di oro puro e allora chiusi gli occhi e cercai di immaginare quegli occhi azzurri, che tanto amavo. E così mi persi nel mio mondo. Quando riaprii gli occhi era Mario che osservava me, al che arrossii alquanto, abbassando la testa imbarazzata. Mi chiesi cosa avesse da guardarmi in quel modo, ma poi mi ricordai di essere in mutande e reggiseno...figura di merda...
Rientrai a casa non osando guardarlo una volta di più e mi richiusi la porta alle spalle. Svegliai Evelin e insieme facemmo colazione. Poi ci vestimmo, lasciando sotto il costume e sopra degli shorts di jeans e una maglietta monospalla, Evelin optò invece per un vestitino a fiori. Mentre il pullman procedeva in direzione di Brighton, mi feci raccontare i particolari della serata precedente dalla mia amica.
-Oh, Silvi, dovevi vederti!- ridacchiò lei
-Quando dici così vuol dire che è perchè faccio delle figure di merda...cosa è successo?-
-Ma figurati, niente di che, ti sei solo ubriacata e ti sei messa ad andare in giro chiedendo a tutti se secondo loro Mario era bello-
-CHE COOSA?!-
-Scherzavo!! Però è vero che sei partita di testa-
-Okay, fin lì c'ero arrivata, ma voglio sapere cosa ho fatto di così vergognoso e perchè mi sono ritrovata i numeri di telefono di alcuni ragazzi nella mia borsetta-
-Lo vuoi proprio sapere?-
-Spara-
-Bene bene, allora: dopo aver bevuto cinque drink, sei tornata a ballare sul divano, però non riuscivi a stare in piedi, anche a causa delle scarpe alte, quindi sei caduta addosso a un gruppo di tipi a cui evidentemente sei stata simpatica. Quindi hai passato tutto il resto della serata a parlare con loro, tant'è che uno di loro si è offerto di accompagnarci a casa...un figo pazzesco...sai, si chiama Harry.-
-E mentre io davo di matto, tu dov'eri? se si può sapere-
-Oh certo, beh io ero andata a bere un drink e quando sono tornata mi sono aggiunta all'allegra compagnia, tu non sai che spasso!-
-E...Mario?- pronunciai il suo nome a bassa voce, per evitare che qualcuno potesse sentire-
-Ah beh, lui ogni tanto ci, o meglio ti, guardava con quella sua solita espressione da tonto che si ritrova-
Misi la testa tra le mani, in preda alla disperazione e le dissi:
-Perchè ogni volta che sono con te faccio delle cazzate e tu non fai niente per impedirmelo?-
-Eh no cara, ti sbagli, ti ho lasciata da sola un minuto soltanto e quando sono tornata , tu eri già sbronza!-
-Senti, Evelin, come faccio ad attirare tu sai chi se poi ogni volta faccio la figura della pazza scriteriata?-
-Non serve a niente mettersi una maschera di cera in faccia, le persone o ti accettano per quello che sei, oppure se ne possono benissimo andare a fanculo-
-Evy! Ma io non sono veramente così!!-
-Le persone o accettano il tuo lato perverso, oppure se ne possono benissimo andare a fanculo, così va meglio?-
A quelle parole scoppiai a ridere e cominciai a riflettere sulla saggezza della mia migliore amica, cosa che, accoppiata a quella sua ironia innata, faceva di lei la persona più seria e più stravagante, al tempo stesso, che io conoscessi.
E io infondo le volevo bene per questo.
#spazio autrice
Ciao a tutti! Oggi mi sentivo in colpa perchè come al solito passa molto tempo prima che io possa nuovamente aggiornare la storia, quindi ho mollato tutto e mi sono messa a scrivere per voi ben due capitoli! Spero che la storia vi piaccia nonostante i miei ritardi. Ad ogni modo adesso cercherò di pubblicare i nuovi capitoli con più frequenza. Un grazie speciale a quelle che continuano a seguirmi, beh ditemi cosa ne pensate ogni tanto!! Se poi qualcuna vuole che io legga le sue storie, basta che mi mandi un messaggino e lo farò volentieri. Vi allego la foto del costume che ho indossato a Brighton, ditemi se vi piace :p. Tanti saluti e un bacio
Silvy
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Grazie, Evelin
ChickLitTutto quello che leggerete in questo libro è reale. Qui subentra la vita vera, quella che viviamo tutti noi. Quella che molti di noi non sopportano e quella che alcuni non riescono a cambiare. Come si fa ad andare avanti quando tutto il mondo sembra...