Il 2 febbraio 1922 usciva a Parigi, presso la Shakespeare & Company di Sylvia Beach, un libro che nelle intenzioni del suo autore avrebbe cambiato le sorti della letteratura contemporanea: Ulisse di James Joyce. La pubblicazione del voluminoso e strano romanzo - è Joyce stesso a chiamare la sua opera unicamente novel - suscitò sin dall'inizio le reazioni più disparate, dall'entusiasmo di molti (tra cui Emilio Cecchi, il primo a recensirlo per il pubblico italiano) a vere e proprie sonore stroncature. Dopo averne tentato una prima lettura, Virginia Woolf commentava così nel suo diario:
I primi 2 o 3 capitoli - fino alla fine della scena al cimitero - mi hanno divertito, stimolato, affascinato; e poi interdetto, annoiato, irritato e disilluso, come di fronte a un disgustoso studente universitario che si schiaccia i brufoli. E Tom, il grande Tom lo considera paragonabile a Guerra e pace! Mi pare [...] il libro di un proletario autodidatta, e lo sappiamo tutti quanto siano angoscianti, egotistici, insistenti, grezzi, scioccanti e dunque nauseabondi. Quando puoi avere la carne cotta, perché sceglierla cruda? Ma quando sei anemico, credo, come Tom, sei capace di gloriarti del sangue (1).
L'anemico Tom dell'appunto di Virginia Woolf altri non è se non T.S. Eliot. Egli, da critico estremamente influente, in una famosissima recensione uscita su «Nation» definiva infatti Ulisse «l'espressione più importante dell'era presente [... ] un libro a cui siamo debitori tutti, e nessuno di noi può sfuggirvi» (2). Secondo Eliot, l'aspetto più rilevante dell'opera joyciana sono i paralleli omerici, insieme all'utilizzo di «stili e simboli appropriati in ogni sezione», un «metodo mitico» che serve a «controllare, ordinare, e dare una forma e un significato all'immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea»: di conseguenza, il metodo di Joyce ha «l'importanza di una scoperta scientifica» (3).
La lettura di Eliot ruotava dunque intorno al parallelismo mitologico di Ulisse. In seguito, Richard Ellmann, uno dei critici più rilevanti dell'opera di Joyce, vede proprio nella centralità del mito quattro aspetti principali:
Il primo è letterale: ovvero, la narrazione dell'allontanamento di Stephen da Mulligan, l'infedeltà di Molly Bloom, l'incontro di Bloom e Stephen, il loro ritorno alla casa di Bloom e la partenza finale. Il filo è sottile ma sufficiente per una nuova odissea in cui tutte le avventure hanno luogo nella mente. Il secondo aspetto è etico, ha a che fare con certe differenziazioni tra vita desiderabile e indesiderabile. Il terzo è estetico, e presenta una relazione tra arte e natura, come tra arte e moralità. Il quarto è anagogico, la giustificazione finale dell'esistenza. Il libro si conclude con l'assorbimento dei primi tre livelli nel quarto. Per fondere questo alto scopo con le circostanze più ordinarie, Joyce adopera le stravaganze della commedia (4).
Non sfuggirà qui l'allusione implicita ai vari livelli di lettura della Divina Commedia di Dante - uno tra i modelli più importanti di Ulisse (5). In tale reticolato di riferimenti classici, risulta estremamente interessante come Ellmann alluda proprio a quelle «circostanze più ordinarie» che si fondono con la vera «giustificazione finale dell'esistenza». Seguendo altri percorsi, Milan Kundera osserverà che ogni romanzo risponde sempre alla domanda: cos'è l'esistenza umana e quale è la sua poesia (6). Nel caso di Ulisse, tuttavia, Virginia Woolf non vedeva, a differenza di Eliot e di Ellmann, alcuna poesia nel modo in cui viene ritratto l'universo di esistenze ordinarie che è la cifra vera del capolavoro di Joyce. Infatti, una volta completata la lettura del testo, poté commentare:
Ho finito Ulisse, e lo ritengo una pallottola spuntata. C'è del genio, credo; ma di rango inferiore. Il libro è scomposto. Disgustoso. Pretenzioso [...]. Un grande scrittore, voglio dire, rispetta troppo la letteratura per perdersi in trucchetti e star lì a stupire con le sue acrobazie. [...] Non l'ho letto con attenzione; e solo una volta; ed è molto oscuro (7).
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ULISSE [ITALIAN TRANSLATION] (Completato)
ClassicsThe Italian Translation of James Joyce- Ulysses Cover by the wonderful @Azurina77.