Introduzione agli episodi e note al testo

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TELEMACO

Nell'Odissea di Omero, i primi quattro libri della "Telemachia" riguardano la partenza di Telemaco da Itaca e i suoi viaggi in cerca del padre Odisseo. Telemaco decide di partire dopo due visite della dea Atena, che gli si presenta prima assumendo le sembianze di Mente, condottiero dei Tafi (libro I) e poi quelle di Mentore (libro II). La dea viene inviata a Itaca in seguito a una deliberazione del consiglio degli dèi tenutosi sul monte Olimpo. In questo è stato deciso che è giunto il momento per Odisseo di fare ritorno a casa. Sono passati oramai diversi anni dalla guerra di Troia, per la quale Odisseo era partito, lasciando Telemaco ancora bambino.

Il giovane appare infelice per la situazione della propria famiglia. Il padre è assente, mentre la madre Penelope è in balìa delle attenzioni dei Proci, i quali tentano di convincerla della scomparsa definitiva del marito. Tra questi, i più arroganti sono Antinoo ed Eurimaco. Dopo aver coraggiosamente sfidato i Proci, Telemaco lascia l'isola e intraprende il proprio viaggio.

Ulisse è inaugurato dalla presentazione di alcuni protagonisti, Stephen Dedalus, Buck Mulligan, e di un personaggio tutt'altro che secondario, l'inglese Haines, intenti a compiere riti mattutini: la colazione, la rasatura, la nuotata in mare. Il rapporto contrastato tra i due irlandesi e il sassenach - "sassone" - Haines, appassionato di cultura celtica e irlandese, inaugura il tema del rapporto Irlanda-Inghilterra, poi portato avanti dalla comparsa della donna del latte, che rappresenta una delle tante facce della cara vecchia Irlanda.

L'apparente linearità del narrare, scandito da dialoghi piuttosto brillanti, adombra una tessitura di temi e sistemi di allusioni cruciali per lo sviluppo successivo della narrazione. Tra questi figurano innanzitutto, come s'è detto, il rapporto con l'Irlanda e con la cultura irlandese, ma anche con quella che in senso coloniale ne

la polarità opposta, ovvero la tradizione inglese. Affiora inoltre il tema della paternità e della sua evanescenza, argomento che si avvia sin da ora a divenire uno dei pilastri dell'impostazione ideologica di Ulisse.

L'episodio rappresenta innanzitutto un esercizio pseudoteologico fondato su una sorta di ritualità inversa. Questa si concretizza inizialmente nella parodia dell'incipit della messa in latino. Poi, in vari luoghi, la sua grammatica simbolica si materializza in una commistione semi-blasfema delle dimensioni divina, umana e animale. Tutto ciò avrà un proprio sviluppo altrove nel libro, principalmente grazie alla tecnica tipicamente joyciana dell'inversione, suggerita dall'insegnamento bruniano della coincidentia oppositorum, ovvero la coincidenza degli opposti. Inversioni e opposizioni, infatti, sono alla base della tecnica del capitolo, come anche degli schemi- scheletro (Linati e Gorman) approntati da Joyce per venire incontro, presumibilmente, alle difficoltà che i lettori avrebbero incontrato nell'avvicinarsi all'opera. Una semiotica dell'inversione è infine il fondamento ultimo della narrazione superficiale dell'intero libro, un testo che è possibile leggere a ritroso, se vogliamo, invertendo letteralmente il senso di tanti messaggi apparentemente consegnati al lettore, per così dire, nella narrazione di superficie. In Ulisse, infatti, spesso il senso ultimo si configura come una sorta di messaggio cifrato da ricostruire tramite una lettura al contrario, come davanti allo specchio, tramite cui quel che è significato appare riflettersi nel suo opposto, e da questo venir subliminalmente rivelato.

Gran parte dei numerosi messaggi dell'episodio sembrano scorrere sottotraccia, riemergendo in punti chiave dell'opera. Alla cornice pseudoreligiosa in cui senza dubbio si iscrivono, si affianca la superficie parallela di una significazione spiritualistica. In questo senso, l'apparizione del fantasma della madre di Stephen sarà solo una delle tante materializzazioni spettrali del libro, come emergerà in maniera inconfutabile in "Circe", l'episodio più visionario del romanzo. Lì i vivi e i morti condivideranno uno spazio comune, e si influenzeranno a vicenda intrecciando le loro dimensioni parallele, in un alternarsi di eternità e dissoluzione, secondo trame solo apparentemente velate. Tale commistione è presente già nel primo capitolo, specialmente negli sprazzi di monologo interiore di Stephen, il cui incoscio fa i conti con la scomparsa della genitrice.

ULISSE [ITALIAN TRANSLATION] (Completato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora