10 - ROCCE ERRANTI

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Il superiore, il molto reverendo John Conmee S. J., risistemò l'orologio lucido nella tasca interna mentre scendeva le scale del presbiterio. Cinque alle tre. Giusto in tempo per andare a piedi fino ad Artane. Com'è che si chiamava quel ragazzo? Dignam, sì. Vere dignum et iustum est. A fratello Swan si doveva rivolgere. La lettera di Mr Cunningham. Sì. Facciamogli un favore, se possibile. Buon cattolico praticante: utile in tempi di missione.

Un marinaio con una gamba sola, che si trascinava in avanti con i pigri e bruschi movimenti delle sue grucce, brontolava qualche nota. Si spinse fin quasi al convento delle sorelle della carità, e al passare del molto reverendo John Conmee S. J. si tolse il berretto a punta per chiedere l'elemosina. Padre Conmee lo benedisse nel sole, poiché nel suo portamonete vi era, lo sapeva, una corona d'argento.

Padre Conmee attraversò Mountjoy square. Pensò, ma non a lungo, a soldati e marinai con le gambe spazzate via dai colpi delle palle di cannone, i quali finivano i propri giorni nelle corsie per i poveri, e alle parole del cardinale Wolsey: se avessi servito il mio Dio come ho servito il re, Egli non mi avrebbe abbandonato negli anni della mia vecchiaia. Camminò tra gli alberi nell'ombra di foglie che scintillavano al sole, e verso di lui si diresse la moglie dell'onorevole Mr David Sheehy. - Molto bene davvero, padre. E lei, padre?

Padre Conmee stava meravigliosamente. Sarebbe andato a Buxton, probabilmente, per le acque termali. E i suoi ragazzi, se la passavano bene a Belvedere? Davvero? Padre Conmee era proprio felice di sentirlo. E Mr Sheehy? Ancora a Londra. Infatti, il parlamento non era ancora in vacanza, proprio così. Che bel tempo, proprio splendido. Sì, con tutta probabilità padre Bernard Vaughan sarebbe tornato a predicare. Oh, sì: davvero un gran successo. Proprio una persona magnifica.

Padre Conmee era molto felice di constatare che la moglie dell'onorevole Mr David Sheehy avesse un così bell'aspetto, e si raccomandò di portare i suoi saluti all'onorevole Mr David Sheehy. Sì, sarebbe certamente passato a far loro visita. - Buona sera, Mrs Sheehy.

Mentre prendeva congedo, padre Conmee si levò il cilindro alle perle nere della sua mantiglia che al sole risplendevano come lucido inchiostro. E sorrise di nuovo nell'incamminarsi. Si era lavato i denti, lo sapeva, con pasta di noci di areca.

Padre Conmee camminava, e camminando sorrideva al pensiero degli occhi buffi di padre Bernard Vaughan e della sua parlata cockney.

- Pilato! Perchè non la tieni a freno quella gentaglia che schiamazza?

Un uomo zelante, però. Sul serio. E ha fatto delle buone azioni, sul serio, a modo suo. Senza dubbio. Amava l'Irlanda, diceva, e amava gli irlandesi. Era pure di buona famiglia, chi l'avrebbe detto? Erano gallesi, o sbaglio?

Ah, attento che non se ne dimentichi. Quella lettera per il padre provinciale.

Padre Conmee fermò tre scolaretti all'angolo di Mountjoy square. Sì: erano di

Belvedere. La casa dei piccoli: ah, ecco. E a scuola si comportavano bene? Oh.

Molto bene, allora. E come si chiamava? Jack Sohan. E il suo nome? Ger.

Gallaher. E l'altro ometto? Si chiamava Brunny Lynam. Ah, che bel nome.

Padre Conmee diede una lettera al signorino Brunny Lynam prendendola dalla tasca sul petto, e indicò la cassetta della posta rossa all'angolo di Fitzgibbon street.

Ma attento a non cascarci dentro, nella cassetta, ometto, disse. I ragazzi fissarono padre Conmee con tutti e sei gli occhi e risero.

Oh, signore.

Beh, fammi vedere se sai imbucare una lettera, disse padre Conmee.

Il signorino Brunny Lynam attraversò di corsa la strada e infilò la lettera di padre Conmee per il padre provinciale nella fessura della cassetta della posta rossa fiammante. Padre Conmee rise, annuì, sorrise e proseguì per il lato est di Mountjoy square.

ULISSE [ITALIAN TRANSLATION] (Completato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora