again

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chapter twentyㅡsix :
again

«è il mio ragazzo.»

la frase di taehyung si ripeté più e più volte nella mia testa.

se fosse stato un drama, sarei andato via in un istante.

ma no, mi sentivo debole, volevo piangere.

alzai lo sguardo, mi morsi le labbra per impedire che le lacrime scendessero dai miei occhi. guardai taehyung, lui stava ancora singhiozzando.

la mia mente era vuota. dissi solo ciò che mi passò per la mente, non pensavo correttamente.

«allora perché piangi? piangi per esserti pentito di quello che abbiamo fatto la notte scorsa perché il tuo ragazzo potrebbe arrabbiarsi con te?» dissi sarcastico, sottolineando la parola 'ragazzo'.

non rispose, ancora piangeva.

«forse la scorsa notte, quando stavi gemendo e urlando come una troia, hai pensato a lui, non è vero?» risi. «dubito che i tuoi 'ti amo' fossero veri. oh, certamente lo sono. ma in realtà rivolti a lui, non aㅡ»

smisi di parlare quando sentii la sua mano schiaffeggiarmi la guancia. il suono del contatto tra pelli echeggiò fra le pareti. avvertii la guancia dolorante, la accarezzai e guardai la mano di taehyung. il suo palmo era di un rosso intenso, probabilmente anche la mia guancia lo era.

«tutte le parole che sono uscite dalla mia bocca ieri notte erano solo per te!» gridò taehyung, trasformando la mano che mi aveva dato lo schiaffo in un pugno. «sto piangendo per te. ti amo così tanto, e mi fa male quando dici che non sono sincero, perché lo sono.»

abbassai lo sguardo sui miei piedi, non sapevo come rispondere. i miei sentimenti erano ancora confusi. avrei voluto abbracciarlo e chiedergli scusa, ma allo stesso tempo andare via e prendere a pugni qualcosa.

«jㅡ jungkook, mi dispㅡ»

vidi le sue mani avvicinarsi lentamente alla mie guance, ma prima che potesse solo toccare il mio viso, le schiaffeggiai via.

«per favore, non toccarmi» dissi impassibile. «ho bisogno di spazio, da solo, ho bisogno di tempo. ho bisogno di pensare a... cose.»

mi voltai per uscire con rapidità dalla camera di taehyung. sentii dei fruscii e scricchiolii del letto. anche senza guardare, potevo dire che lui si stesse alzando, raccogliendo i vestiti per poi seguirmi.

non guardai indietro, uscii dalla camera e corsi via. fui sicuro di sentire la sua voce dire; 'ti spiegherò', ma cosa c'era da chiarire? avrei potuto fargli del male con le mie parole, ma sentirlo dire che avesse un ragazzo mi aveva fatto molto male.

premetti veloce i pulsanti dell'ascensore. mentre aspettavo, strinsi le labbra e sollevai il pugno destro. lo tirai più forte di quanto potessi. ho pianto al muro e diedi altri pugni meno forti.

quando le porte dell'ascensore si aprirono, entrai dentro, ringraziando che non ci fosse nessun altro che me ㅡ premetti il pulsante per il secondo piano. mio padre non era ancora a casa, e anche se ci fosse stato, non potevo parlargli di ciò.

non avevo altre persone a cui parlare se non jin, che trattavo come un fratello.

mentre l'ascensore si muoveva, le mie gambe s'indebolirono e finii per sedermi, piangendo con il viso fra le mani

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mentre l'ascensore si muoveva, le mie gambe s'indebolirono e finii per sedermi, piangendo con il viso fra le mani. tutto ciò che avevo detto in precedenza, le lacrime di taehyung; tutto si ripeteva nella mia mente.

mi sentii in preda alle vertigini, stordito, forse stavo piangendo troppo.

usai le lunghe maniche della mia camicia per cancellare il sudore e le lacrime dal mio viso.

rimasi sorpreso quando vidi la polo, si trovavano delle macchie di sangue.

mi asciugai il naso e, come previsto, del sangue stava uscendo da esso.

perché il mio naso sta di nuovo sanguinando?

il tempo in ascensore sembrò durare per sempre, sentivo come se non ci fosse abbastanza aria. era la stessa sensazione che avevo provato la notte in cui agust d fece il concerto all'ospedale.

ai miei occhi, i muri giravano e si stringevano. mi impanicai: da più piccolo soffrii di claustrofobia, ma la mia paura scomparve dopo la morte di mia madre, quando papà mi portò dagli psicologi per motivi sconosciuti.

la paura era tornata e m'inquietava. collassai al pavimento, chiusi gli occhi e mi strinsi. il sangue ancora scorreva dal mio naso.

qualcuno, se solo qualcuno...

«namjoon sei un bastardo, perché ti sei affiancato a lui?»

«è un ragazzino, jin. sai, ha bisogno di sentire roba.»

«giuro se lo vedo ioㅡ jㅡ jungkook?!»

stavo per svenire, ma usai la forza rimanente per aprire gli occhi. le porte dell'ascensore si aprirono, vidi namjoon e jin impanicarsi mentre entravano anche loro dentro l'ascensore.

uno di loro mi trasportò mentre l'altro asciugava il sangue che scorreva dal mio naso.

sentivo voci soffocate, parlavano con me, ma ero troppo debole per rispondere.

non vidi altro che buio.

countdown | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora