Capitolo 17.

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Adair's Pov.

Lanore stava meglio, adesso si alzava da sola, ogni tanto scendeva in cucina insieme a Dorotea, o a volte la trovavo nel salotto accanto al camino a leggere un libro. Sapevo che stava lottando solo perchè gli avevo promesso la libertà, ma non potevo lasciarla andare via.

Dopo tutto il dolore che le avevo causato, sapevo che lasciarla andare era la scelta più giusta da fare ma, il mio corpo e la mia mente mi impedivano di farlo. Tanto avevo temuto il giorno in cui si sarebbe ripresa, perchè quello sarebbe stato il giorno in cui l'avrei perduta.

Ma, io ero Adair, non l'avrei persa. Avrei fatto di tutto pur di tenerla con me.

Il dottore arrivò puntuale alla villa e immediatamente entrò nella stanza di Lanore.

- Buongiorno signorina, come si sente oggi? - Domandò prendendo vari oggetti dalla borsa.

Lanore sorrise raggiante e si tirò sul con il busto.

- Molto bene dottore, finalemente mi sento bene - Aveva una tale felicità nella voce che solo l'idea di spezzarla mi faceva sentire ancora più mostro di quanto io già non fossi.

- Lo vedo cara, hai un colorito mozzafiato - Sorrise cominciando a visitarla.

Uscì dalla stanza per lasciare che il dottore facesse il suo lavoro, e mi sedetti nel mio studio a bere un bicchiere di Wisky.

- E' arrivato il dottore a visitare Lanore - Mi informò Jonathan.

- Si, lo so - Bevvi un sorso.

Jonathan si mise di fronte a me.

- Per fortuna sta molto meglio -

Alzai lo sguardo.

- Che cosa stai cercando di dirmi Jonathan?Ti conosco bene, ogni tua parola non è mai detta a caso, avanti fratello - Posai il bicchiere sul tavolo.

Lui rise.

- Non ho nulla di nuovo da dirti, apparte cose che tu sai gia, benissimo aggiungerei -

Sorrisi.- Bene, penso quindi che la nostra piacevole conversazione sia appena terminata - Conclusi.

Rimase a scrutarmi per pochi secondi e dopo aver tirato un sospiro uscì dal mio ufficio.

Persi ancora qualche secondo a fissare un punto indefinito del mio ufficio, cercando il coraggio di negare ancora una volta la liberta a quella splendida ragazza sdraiata nella camera infondo al corridoio, e cercavo anche di non sentirmi un mostro, ma ormai a quelle sensazioni ci ero più che abituato.

Quando arrivai davanti alla camera di Lanore il dottore era in piedi fuori dalla porta.

- Dottore - Gli strinsi la mano - Mi dica, come sta? -

Il dottore si sistemò gli occhiali e sorrise.

- Sta magnificamente Adair, il suo corpo è forte e ha resistito, la cura è stata una mano santa, Lanore  ufficialmente guarita - Mi sorrise anche lui estasiato.

Sorrisi composto. - Fanno sempre piacere buone notizia, l'accompagno alla porta -

- Si - Rispose - Lanore  stato uno dei casi più gravi e difficili della mia carriera, ma, lieto che sia andato tutto per il meglio - Mi strinse la mano.

- Speriamo di non doverci vedere più allora -

Il dottore scoppiò in una risata. - Sempre divertente lei, Buonaserata - Uscì.

Chiusi la porta e presi un respiro profondo. Comcinai a salire quei grandi che mi sembravano diventanti un'infinità, e quando arrivai nella sua camera lei era in piedi, stava sistemando gli abiti nel baule.

- Lanore? - Richiamai la sua attenzione.

Lei si girò con il sorriso stampato sulle labbra, a dire il vero non avevo mai visto il suo vero sorriso, mi sembrava di avere davanti una Lanore tutta nuova, era questo l'effetto he le faceva la liberta?.

- Adair, mi stavo preparando per la partenza - Si compose.

Una parte del mio corpo era talmente stupida da pensare che si fosse dimenticata la mia affermazione fatta qualche settimana prima, buffo.

- Partenza? - Domandai.

Lei sbiancò visibilmente ma mantenne il suo sorriso, il suo petto smise per un'attimo di muoversi e potei giurare di aver sentito il suo cuore fermarsi per qualche secondo.

- Si- disse sicura - La mia partenza, torno a casa come mi avevi promesso - Il suo tono era fermo, ma era impaurito.

Mi avvicinai a lei.

- Io non ti ho promesso niente mia cara - Sorrisi malamente-

- Cosa? Mi hai promesso che se avessi lottato e mi fossi ripresa mi avresti mandato a casa -

Il suo viso si era incupito, ed era sparito il suo sorriso.

- Lanore, lanore - Risi. - Era l'unico modo per continuare a tenerti  qui con me, inferma in un letto non mi servi a niente -

Lanore's Pov.

No.

No, lui me lo aveva promesso, mi aveva promesso che me ne sarei andata, che mi avrebbe lasciato andare.

Sentire quelle parole mi fece ribollire il corpo di rabbia e disperazione.

- Bastardo! - Urlai.

Mi avvicinai e cominciai vioentemente a colpirlo-

- Sei un mostro! Tu fai solo del male alla gente perchè non riesci a voler bene a nessuno apparte che a te stesso! Sei un essere senza dio! - Urlai in preda alla violenza che aveva preso possesso del mio corpo e della mia anima.

- E' questo che pensi di me?! Io che ti ho dato un tetto sopra alla testa, cibo e vestiti !? - Urlò.

- Mi hai privato della mia libertà!  Solo per il tuo godimento! -

- Sei una sgualdrina ingrata! - Ancora una volta la sua mano mi colpì vioelentemente il viso.

Presi una decisione, avrei tentato la sorte, la mia sofferenza sarebbe finita quella sera.

- Tu sei mi Lanore! Mia e di nessun'altro, se non ti sta bene c'è una tomba pronta per te -

In quel momento presi una decisone importante, afferrai le forbici che erano posate sul comodino e con tutta la forza che possedevo in corpo le impiantai dentro la sua spalla.

Sentì un'urlo di dolore e lo vidi cadere in ginocchio a terra. Immediatamente lo superai e cominciai a correre senza mai guardarmi indietro.

Adesso ero lì, correvo fuori, nel buio della notte mentre il vento mi soffiava tra i capelli, gli occhi bagnati dalla lacrime per essermi resa conto che alla fine era riuscito a farmi diventare come lui,un'essere che infligge dolore per ottenere quello che vuole.

Proprio lì camminando per le buie e malandate strade di londra però mi accorsi di una cosa, a differnza sua io non avevo avuto scelta.

Il Patto. (Amore proibito)  { IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora