capitolo undici

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La sveglia mi fece alzare controvoglia. Odio questa scuola e non vedo l'ora che finisca, manca solo un mese ma davvero sto impazzendo. Qualcuno dietro di me inizia a muoversi per poi tirarmi verso di lui.
"Buongiorno principessa" mi sussurra all'orecchio Justin.
"Giorno" gli sorrido dolcemente, anche se sono ancora un po' incazzata con lui.
"Ieri sono rimasto per chiederti scusa, ma ti prego stai lontana da Travis, è un coglione."
"Oh perché tu non lo sei?" lo guardo per poi scoppiare a ridere. Mi guarda perplesso per poi accennare un sorriso.
"Si lo sono, ma tu mi piaci e non voglio che qualcuno ti faccia soffrire" a quelle parole mi bloccai. Io gli piacevo? Non sto capendo più nulla.
"Non ti devi preoccupare per me Justin, so badare a me stessa" rispondo alzandomi dal letto. Velocemente vengo bloccata al muro. Le braccia di Justin mi bloccano mentre lui mi scruta dalla testa ai piedi.
"Ti prego"
mi sta supplicando? Io sono stata davvero bene con Travis ed è davvero un ragazzo gentile e simpatico.. perché Justin mi sta supplicando di non vederlo più? Che palle, non posso iniziare a farmi dei complessi per quello che dice lui.. è solo un idiota che si scopa tutte quelle che incontra, quindi no.. non mi farò influenzare da lui.
Appoggio le mano sul suo petto guardandolo negli occhi.
"Ascolta Justin, io non so cos'è successo fra di voi.. ma con Travis sto veramente bene, quindi non ho intenzione di smettere di uscirci" stavo dicendo sul serio, non avevo intenzione di smettere di uscire con Travis solo perché a lui non stava bene.

Justin mi fissava, passando dai miei occhi alle labbra continuamente. Dopo poco mi ritrovai le sue soffici labbra a contatto con le mie. Schiusi le labbra lasciandolo entrare e le nostre lingue iniziarono a giocare fra loro mentre il mio stomaco stava ballando. Era una sensazione stranissima, quel bacio era pieno di passione e amore, ma io non provavo assolutamente niente per Justin. Mi prese per i fianchi e io incrociai le mie gambe attorno al suo bacino, giocando con i suoi capelli.
Mi distese sul letto per poi posizionarsi sopra di me. Navigava con le mani sul mio corpo continuando a baciarmi con passione. Arrivò sotto la mia maglietta accarezzandomi i fianchi e poi con una mossa veloce me la sfilò, io feci lo stesso con la sua. Mi sfilai velocemente i pantaloni della tuta mentre lui mi guarda con un sorriso malizioso in viso. Velocemente lo tirai per un braccio nuovamente sopra di me, baciandolo con passione.
Ad un certo punto capovolgo la situazione e mi metto a cavalcioni sopra di lui. Inizio a baciargli tutto il petto, arrivando fino ai suoi boxer. Li alzo e inizio ad accarezzare il suo amichetto, guardandolo negli occhi. Successivamente gli sfilo i boxer e prendo tra le mani il suo giocattolino e con un movimento veloce lo infilo in bocca. Sento Justin gemere e dopo un po' torno a baciargli il petto per poi sentire nuovamente la sua lingua che gioca con la mia.
In qualche secondo sento la porta aprirsi e vedo Lucy sulla soglia. Oh merda. Mi alzo di scatto guardandola. Lei è immobile, con la bocca aperta e uno sguardo di disapprovazione . Prima che io riesca a dire qualunque cosa, ha già sbattuto la porta dietro di se.

"Cazzo" urlo per la stanza. Mi siedo sul letto e porto le gambe al petto appoggiando la testa su di esse.
"Hei piccola stai tranquilla, ci sono io." Justin mi accarezzava la schiena sussurrandomi parole di conforto. Vaffanculo era solo colpa sua.
"No, tu non puoi stare qui. Quello che abbiamo fatto è sbagliato! io non voglio stare con un puttaniere e Lucy ha ragione di essere incazzata cazzo" Gli urlo in faccia. Sto per piangere davvero.
La delusione e la tristezza si vedeva chiaramente negli occhi di Justin. Non sapevo cosa pensare. Sapevo che era sbagliato tutto quello, ma quando mi baciava avevo l'impressione di essere su un altro pianeta.
Mi alzai e mi rivestii velocemente prendendo la mia roba. Ero in ritardo per la lezione e speravo che Justin non mi seguisse, ma che rimanesse lì sul mio letto senza dire una parola. Aperta la porta mi girai per guardarlo, lui teneva lo sguardo basso, per terra. Mi dispiaceva vederlo così, ma sapevo che era la cosa giusta. Mi chiusi la porta alle spalle, feci un respiro profondo e mi avviai verso scuola.

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