Aura stava lavorando così io ebbi il tempo di torturarmi. Non mi sarei mai dovuta fermare,non sarei dovuta salire in macchina con Lui,non avrei dovuto ascoltarlo né rispondergli e soprattutto non avrei dovuto baciarlo. Non mi sarei dovuta lasciar baciare. Che diavolo mi era passato per la testa? Gli unicorni rosa,forse? Pensavo forse che con delle belle paroline ed un bacio tutto sarebbe magicamente tornato come prima? Non lo pensavo forse ma nel profondo lo speravo. Io e Lui avevamo un passato in comune,io e Lui eravamo il passato. Nel presente di noi non restavano che tracce sbiadite. Eppure io ero così folle da pensare che saremmo stati anche futuro.
Pensavo e ripensavo mentre stampavo un centinaio di volantini dove cercavo lavoro come dogsitter in zona,amavo gli animali,una vita senza animali è una vita triste. Non puoi conoscere l’amore vero,quello profondo ed incondizionato.
Avevo 10 anni ed era la vigilia di Natale,io,i miei fratelli e mio padre andammo a fare un giro,tornammo dopo pochissimo. Non appena tornai impugnai il Nintendo e mi buttai sul divano,mia sorella iniziò ad urlare ‘’è vero! È vero!’’ ma cosa ero vero? Ci precipitammo a scoprirlo. Sotto l’albero in un adorabile tutina rossa c’era un piccolo cucciolo di barboncino dal morbido pelo bianco con ciuffi champagne che se ne stava lì,impaurito ed impacciato ,mentre noi lo incitavamo a venirci incontro. A poco a poco faceva i suoi primi passi a casa nostra ed in un attimo si fece spazio nel mio cuore. In realtà mi aveva già conquistato appena il suo musino era spuntato fuori dalla piccola cuccia blu a forma di tenda. L’insegnate ben presto mi disse che da quando c’era quel cucciolo nella mia vita ero più felice,lo ero,passavo la maggior parte delle mie giornate a casa con il mio migliore amico. I primi tempi con Lui furono i più dolci,iniziò poi il rapporto di amore ed odio,ma si sa,con me non c’è amore senza odio.
Appiccicai i volantini in giro per la città,ormai si era fatto tardo pomeriggio e non mi restava che tornare a casa e dire tutto ad Aura.
‘’tu che cosa?’’ urlò non appena le raccontai quello che era successo ‘’Mia ma di preciso che problemi ti affliggono? Un altro secondo in quella macchina e gli avresti slacciato la cintura e non parlo certo di quella della macchina.’’ Disse con un espressione nauseata ‘’no.’’ ‘’no?’’ ‘’no,perché non la porta.’’ Risposi ridacchiando per sdrammatizzare ‘’dico sul serio!’’ ‘’mi manca.’’ ‘’dico sul serio.’’ Aggiunsi ‘’quindi ora che hai intenzione di fare?’’ chiese dolcemente ‘’non lo so proprio,ho paura che Lui possa ricadere negli errori ed io ho paura di ricadere in preda alle emozioni.’’ Risposi strofinandomi le mani ‘’beh,sono convinta che comunque sia farai la cosa giusta.’’
Mi rincuorò stampandomi un bacio sul naso come piaceva a me.
<<vorrei poterne essere così sicura.>>
La sera dopo Nicholas venne a casa nostra lamentandosi del fatto che non l’avevo cercato. Era il momento delle mie coccole della pelle perciò lo ignorai. Mi misi uno strofinaccio sulla testa,avvicinai il viso al pentolino,sentì dei rumori di fianco a me e togliendo lo strofinaccio vidi che Lui mi stava imitando in cerca di attenzioni,lo lasciai fare. Mi rimisi lo strofinaccio. Il tempo di due secondi ed iniziò a darmi le gomitate ‘’che diavolo vuoi Nicholas?’’ ‘’quanto dobbiamo stare così?’’ chiese trasudando dal viso ‘’15 minuti.’’ Risposi tornando sul vapore ‘’stai scherzando? Ma non esiste!’’ ‘’smettila di piagnucolare,prendi il tablet di Aura,ci guardiamo Pll e vedrai che il tempo volerà.’’ Mugugnò andandosene. ‘’cos’è Pll?’’ ‘’è l’abbreviazione di Pretty Little Liars. Giovani,carine e bugiarde. La mia serie tv preferita dal 2010.’’ Dissi entusiasta digitando ‘’okay,mettilo sul tavolo mentre io sposto i pentolini.’’ Gli dissi dandogli l’ipad in mano. 45 minuti passarono come niente e durante tutto l’arco della puntata non fece che insultare Alison ‘’che stronza. Così piccola e così stronza. Perché tutti la rimpiangono?’’ ‘’ha saputo farsi ricordare nel bene e nel male,poi quelle ragazze quattro ragazze prima di Lei non erano nulla.’’ Strabuzzò gli occhi ‘’ma a che prezzo sono diventate qualcuno? Erano la sua ombra ed i suoi artigli..’’ ‘’i know. I know.’’ Risposi semplicemente.
Nicholas ne volle vedere un’altra e si sa,una tira l’altra. Dopo aver dilatato i pori mi feci uno scrub con una ricetta fai da te e dovetti raddoppiare le dosi perché Nicholas voleva che gliela facessi,ci scicquammo la faccia e ci mettemmo della crema idratante. Mentre lo osservavo ne apprezzavo sempre di più i tratti del viso ed il tocco,il tocco delicato. Come si stendeva delicatamente la crema,come se il suo viso fosse la cosa più soffice e delicata.
Si fece ora di cena,Aura andò via per un’uscita romantica,io e Nicholas rimanemmo soli,ordinammo della pizza e la mangiammo a letto,continuammo con la nostra maratona di Pll finchè non mi sentì stanca,sbloccai il telefono per vedere l’orario,trovai un messaggio di Riccardo. Diceva che sapeva di dovermi lasciare spazio ma che gli mancavo,se poteva passare. ‘’tranquillo,comunque non posso. Ti scrivo quando sono libera.’’ Tornai a fissare lo schermo del tablet ma con la coda dell’occhio vidi che Nicholas stava sbirciando. Sentivo gli occhi farsi pesanti,misi il telefono sulla scrivania,posai la testa sul suo petto e mi addormentai.
Mi svegliai nella stessa identica posizione ‘’buongiorno tesoro!’’ mi accoccolai sulla sua pancia stiracchiando le braccia ‘’buongiorno,da quanto sei sveglio?’’ ‘’troppo. Ma sono rimasto qui per paura di svegliarti.’’ Alzai la testa,lo sguardai di sottecchi <<svegliarsi con questo ragazzo accanto..potrebbe esserci cosa più bella?>> pensai ammirandolo ma dissi solamente ‘’che dolce.’’ Sorridendo timidamente,mi scompigliò i capelli ‘’sì ma ora levati che ho fame.’’ ‘’no,dai.’’ Piagnucolai ‘’la fame non aspetta.’’ Disse spostandosi,mi scostai e Lui se ne andò dalla camera,gli urlai di portrarmi qualcosa da mangiare mentre mi spogliavo e mi infilavo a letto. Tornò con l’ipad ed un paio di puntate cariche da guardare,lo posò sulla scrivania per poi tornare in cucina,dalla cucina prese un intero sacchetto di cereali con la frutta secca,si appollaiò affianco a me e ci immergemmo nella storia. Durante tutto l’arco di tempo in cui guardammo gli episodi Lui non fece che commentare ed insultare Alison,non poteva proprio sopportarla e per certi versi non lo biasimavo,certo. Ma ammiravo il personaggio di Alison per molti aspetti,era uno scrigno di segreti e sapeva esattamente come usare questa cosa a suo vantaggio,diceva di non averne però. Eppure custodiva quelli altrui. Il che era pur sempre un segreto e si sa,i segreti non restano mai tali,i segreti non verranno a marcire con noi nella tomba ma ci seppelliranno a poco a poco tornando a galla come pesci morti,quasi dimenticati,taciuti al limite dell’orizzonte. Ma non glielo dissi. Non gli dissi che ammiravo quel lato spregevole del suo personaggio perché in fondo anch’io ero così ma solo se mi sentivo ferita e depredata.
Verso mezzogiorno ci alzammo dal letto,decisi di andare a fare una passeggiata,Nicholas mi seguì ma incappammo in un senzatetto. Mi piangeva il cuore perché se ne stava lì in ginocchio ed il mio cuore non poteva che provare tenerezza e compassione. Lo invitammo a venire con noi,andammo in un bar e gli pagammo del thè ed una focaccia farcita. Ci parlò di Lui e della sua storia: era cresciuto in una famiglia molto agiata,era un ragazzetto tranquillo che non creava problemi,aveva studiato molto ed era diventato un giovane avvocato ben presto. Una mattina conobbe una donna francese,Stephanie,ne rimase incantato sin da subito,ordinò tutto ciò che ordinò Lei,latte macchiato con una spruzzatina di cacao e briochè alle mandorle,si sedette con la scusa della colazione in comune. Quel tempo passato insieme volò e Lui dovette andare a lavoro. Da quel giorno in poi fecero sempre colazione insieme,si vedevano solo in quel momento finchè Lui non si decise ad invitarla ad uscire,si frequentarono per un altro mese,si misero insieme,fu tutto molto tranquillo nei mesi seguenti,andarono a vivere insieme dopo circa due anni. Più passava il tempo e più Lei diventava intollerante nei confronti del suo orario lavorativo. Rimase incinta e fino a qui sembra la classica storia d’amore. Decisero di sposarsi perché Lei era convinta che in questo modo avrebbe donato stabilità alla figlia, durante il grande giorno Lei indossò lungo vestito rosa antico con scollatura a cuore,ricamato in pizzo,pagato da Lui. Dopo la nascita della bimba si vide costretto a lasciare il lavoro momentaneamente perché Lei non era in grado di badare a nessun altro che a sé stessa,la bimba crebbe e diventò indipendente,Lui tornò a lavorare. Era il suo primo mese di lavoro dopo tanto tempo,chiamò casa per dire che avrebbe fatto tardi,sentì la moglie piuttosto fredda ma non le diede importanza. Una volta a casa la trovò completamente svuotata,chiamò la moglie per i seguenti due giorni ma nulla. Iniziò a bere nel weekend. Poi ogni giorno,tant’è che arrivava a lavoro sbronzo coi vestiti del giorno prima e nel giro di poco fu licenziato,la sua vita stava andando a picco e peggiorò ancor più finchè i suoi genitori morirono senza intestare nulla a Lui e Lui si ritrovò in mezzo ad una strada.
Questo era Cosimo con la sua triste storia,che mi risuonò in testa per il resto della giornata. Da quel giorno in poi io e Nicholas andammo sempre con Lui a mangiare,Nicholas si affezionò a Lui a tal punto da vederlo come un padre e lo aiutò ad uscire dalla sua situazione mentre io e Lui continuammo a vederci ed odiarci.
Non eravamo amici ma nemmeno fidanzati. Eravamo qualcosa di più,di indefinito senza bisogno di un’etichetta. Eravamo qualcosa di vero e puro.
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Nudo di un'anima
RomanceMia vuole dare una svolta alla sua vita,per amore e per sé. Parte da Milano per atterrare a Cagliari. Da questa bella città per Lei sarà tutta un'avventura,vecchi amori si ritroveranno,nuovi ne nasceranno. Riccardo é il suo pensiero fisso e Lei é il...