PROBLEMINI DI FIDUCIA IN PARADISO

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Le cose tra me e Riccardo invece procedevano. Tornammo a vivere insieme,adottammo anche un cane. Scelsi quello che pareva più difficile di temperamento,quello che le volontarie guardavano con compassione pensando che nessuno gli avrebbe più dato una chance. Jamal,così lo chiamammo. Jamal era un piccolo lupo cecoslovacco. Quando lo abbiamo visto nell’angolino non abbiamo esitato,abbiamo subito chiesto di Lui. Preso in allevamento da una famiglia alle ‘’prime armi’’ con i cani,cosa ovviamente sbagliatissima. Vivevano in una grande dimora mal piccolo giardino. Inizialmente questo non fu un problema ma poi Jamal iniziò a sgattaiolare via da sotto il cancello. Una. Due. Tre volte. Poi diventò un’azione abitudinaria,ogni volta i padroni accorrevano a cercarlo,alla fine si sono stancati di preoccuparsi così ‘’solo per uno stupido cane.’’
Non li capisco,né li compatisco,gente così ignorante non dovrebbe nemmeno esistere. Prima di prendere un cane ti devi informare e loro evidentemente non lo avevano fatto,non puoi prendere come primo cane un lupoide e soprattutto non puoi obbligarlo a vivere in un ambiente così ristretto. Jamal aveva voglia e bisogno di correre,scoprire e distruggere,cosa che lì non poteva affatto fare. Avevano resistito quasi un anno,un giorno il padrone ha tirato fuori ciabatta e Lui ha tirato fuori i denti. ‘’è Lui,Riccardo. È quello giusto,Riccardo.’’ Dissi osservando con amore il cane ‘’lo so.’’ Rispose Lui prendendomi la mano e stringendola ‘’davvero? Lo volete davvero?’’ ‘’sì. Solo un attimo..’’ ce ne andammo,tornammo poco dopo. La mia borsa era piena di cose appetitose per Lui. Se c’era una cosa  in grado di conquistare questo tipo di cani,quella cosa era proprio il cibo. Aprì la porticina,Lui si voltò,mi diede un’occhiata e si rigirò,io mi avvicinai piano,quasi a rallentatore,mi chianai affianco a Lui. Mi guardava con la coda dell’occhio,ancora diffidente. Rimanemmo lì un paio di minuti a fissarci,mi feci passare un paio di biscottini per cani,li agitai per poi porgerglieli vicino,Lui osservò ancora esitante,si avvicinò tentennante e se lì sgranocchiò mentre io gli facevo i grattini sulla testa.
Jamal era educato e tranquillo ma nessuno l’aveva addestrato perciò pensammo bene di farlo noi. Non mancammo nemmeno ad una lezione e ci facemmo tranquillamente coinvolgere. Jamal imparò a mangiare seduto,imparò che se gli veniva toccato il cibo non doveva reagire in modo violento,tant’è che gli mettevamo tranquillamente le mani nella ciotola.
Me ne stavo sdraiata sul divano col cucciolo sopra di me,la sua testa sotto la mia quando il telefono squillò,era una ragazza interessata a vedermi,per occuparmi del suo cane. Amelia,si chiamava,ci mettemmo d’accordo per l’indomani e l’indomani arrivò,feci una buona impressione a Lei ed al suo piccolo pitbull,Maya ed il lavoro divenne mio all’istante. ‘’amore cosa facciamo questa sera?’’ irruppe Riccardo ‘’andiamo da Aura?’’ chiesi esaltata,sbuffò ‘’ma qualcosa di più entusiasmante?’’ ‘’cosa vorresti fare?’’ chiesi sedendomi sulle sue gambe e posandogli le mani sulla parte anteriore del collo ‘’che cosa vorrei fare,dici?’’ annuì,mi prese una mano,se la portò alla bocca  e la baciò. Iniziò a  salire baciandomi il polso arrivando alla spalla,mi baciò il collo accarezzando le clavicole,piccoli brividi mi percorsero il corpo ‘’qualcosa del genere.’’ Rispose mordendomi delicatamente il collo ‘’non si può.’’ Dissi con un filo di voce ‘’quindi dovrei fermarmi?’’ chiese baciandomi le clavicole e facendo scivolare la spallina del reggiseno ‘’che c’è? Non sai più parlare?’’ chiese con voce suadente,mi sedetti a cavalcioni su di Lui e lo baciai mordendogli forte il labbro inferiore,passai la lingua sulle sue labbra,mi guardò fisso negli occhi,gli si leggeva nello sguardo che mi desiderava ardentemente.                                                                                                                                                                                                                                   Il telefono suonò,lo afferrai e risposi mentre Riccardo non si scomponeva ‘’pronto. Si? Come mai?’’ parlavo al telefono,potevo immaginare la sua faccia compiaciuta mentre mi stuzziacava il clitoride ed io tentavo di non ansimare né far versi ‘’Mia ma cosa stai facendo? Ti sento strana. Come se stessi ansimando..’’ osservò Nicholas dall’altra parte della cornetta,tentai di rimanere impassibile ‘’no,nulla Nicholas.’’ Improvvisamente Riccardo alzò la testa e si fermò,salutai ed attaccai. ‘’ma che fai?’’ chiesi stupita ‘’che cazzo voleva quello?’’ lo feci scivolare completamente su di me ‘’niente amore.’’ Si alzò ‘’non chiamarmi amore! Eravamo ad un passo dal far sesso e tu hai preferito rispondere a Lui.’’ Mi alzai anch’io,allungai le braccia verso di Lui e le congiunsi dietro il suo collo ‘’ei,non avevo nemmeno guardato chi era..è stato istintivo.’’ Mi guardò,mi studiò per qualche secondo ‘’ok.’’ ‘’ok.’’ Dissi mettendomi in punta di piedi ‘’non essere geloso,lo sai che io e te ci apparteniamo.’’ ‘’non esiste nessun altro,oltre noi.’’ Aggiunsi poi,mi buttò sul divano,si mise in ginocchio e mi aprì le gambe.



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