Capitolo sei. - "Ancora e ancora."

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Le sue spalle erano attaccate alla parete macchiata, il mio viso era leggermente lontano dal suo, sentii come il suo profumo invadeva le mie narici.

Il mio olfatto amava sentire quel profumo di rose. La fragranza non era forte ma nemmeno leggera.

Il suo respiro era pesante, presi le sue mani, portandole sul mio culo. «Sai che...»

«Camila.» disse lei abbassando la testa, sentii quella sorta di sensazione nel mio stomaco, a momenti sarei sicuramente esplosa.
«Dimmi.» morsi il suo lobo e lei mi strinse una natica. «Dimmi, Lauren.»

«Dannazione, fottiti.» disse prendendomi per la mano per poi andare verso una stanza.

Era un posto molto ristretto, che forse una sorta di sgabuzzino? Vidi come i suoi pantaloni venivano abbassati da un gesto di mani. Ero davvero impaziente di ricevere la sua bella figa.

«Perché qui?» alzai il sopracciglio mentre due dita scorrevano lungo il monte Venere. «Mh?»

«Perché è il posto più vicino in cui possiamo fare sesso senza nessuna interruzione. Qui non entra nessuno e lo sgabuzzino è abbastanza grande per sbatterti al muro in tutti i modi che voglio.» disse lei in risposta.

Mi afferrò il collo in una salda presa, non strinse, ma sapere che mi stava mantenendo da lì, le mie gote diventavano rosse e l'aria iniziava a mancare. «Voglio solo fotterti, nessun orale.» disse lei e io misi il broncio.
«Mi sarebbe piaciuto fotterti con la bocca.» dissi senza rendermene conto.

Le sue gote si colorarono di rosso, dopo aver distolto lo sguardo da me, lo posò sul mio seno che aspettava di ricevere attenzioni. «Gioca con i miei bottoncini, ti prego.» le sussurrai.

Sentii come le sue gambe si stringevano. «Oh, che fai? Non reggi?»

«Smettila.» disse. «Comando io, stronza.» mi spogliò in un attimo facendo toccare la mia schiena contro il freddo del muro.
«Oh, cazzo.» dissi io mordendomi il labbro.

La sua mano agile aprì le mie gambe, la falange si muoveva in segni circolari sul mio clitoride. Mi piegai in avanti ma non appena sentii come la sua mano libera tirava i miei capelli, mi raddrizzai. «Non piegarti, così non riesco a lavorare come voglio.» mi guardò e io schiusi le labbra.

Il suo pollice si infilò nella mia bocca e io iniziai a muovere la lingua attorno ad esso. Abbassai le sue mutande, mostrando la sua intimità già umida. «Non posso darle le giuste attenzioni che si merita?»

«Magari dopo.» disse girandomi. Le mie mani di poggiarono sulla parete, rimasi leggermente piegata. Le sue dita passarono lungo il mio perimetro, lasciandomi a bocca aperta.

«Mi aspetti, vero?» mi guardò mentre continuava a muovere le dita.
«Tanto, Lauren.» sospirai.

Sentii qualcosa di umido, la sua lingua passava lungo la mia intimità bagnata. Non era quello che mi aspettavo, sospirai in preda al piacere. Girai di poco il viso, notai come le sue mani possedevano il mio culo. Con la mano, le afferrai la testa e la spinsi più vicino a me.

Volevo solo contatto, nulla di più.

Una forte manata si stampò sulla mia natica sinistra, facendomi mordere il labbro con forza.

Quella lingua continuava a muoversi attorno al mio clitoride. Stavo per crollare, me lo sentivo. «Lauren...»

«Mh.» mugolò mettendo l'indice lungo la mia entrata. «So che vorresti venire.» disse alzandosi mentre lasciava scorrere il suo dito. «Ma non è ciò che voglio io.»

Mi senti piena. Lauren era entrata senza nemmeno avvisare. Inarcai con la schiena gemendo. Una mano tappò la mia bocca, in modo da permettermi di non urlare. «Sei scema?» chiese mentre mi guardava, riuscivo a vederla poco, ma quel che potevo vedere lo associavo a qualcosa di bellissimo.

«Ci farai scoprire.» disse lei mentre prendeva un altro bavaglio.
«No, Lauren... Non mettermelo.» dissi io con fare supplicante.
«Mh, va bene.»

Il mio corpo si piegò ancora, mi poggiai su un piano. Lauren iniziò a darmi forti spinte con la mano destra già da subito, io chiusi gli occhi. Le mie guance stavano diventando letteralmente fuoco.

«Oh, Lauren. Mettile ancora e ancora.» la guardai con le lacrime agli occhi. «Più forte, rendimi sfinita dalle tue dit.» i miei umori stavano sicuro colando tra le mie gambe.

Lauren con la mano libera afferrò la mia chioma e la tirò, ogni tanto la sentii mugolare di piacere. «Oh, cazzo come siamo calde!» disse lei dandomi spinte sempre più decise e nette con l'indice e medio.

Ero troppo lubrificata, le sue dita stavano scorrendo con troppa facilità dentro di me. «Lauren... Lauren!»

«Zitta, puttana. Fatti scopare.» disse sculacciandomi due volte.
«Lauren, sto venendo.» dissi mentre le gambe mi crollavano. Lauren mi girò, guardai bene il suo viso. Le mie mani erano poggiate sulle sue spalle.

Le sue labbra premevano sulle mie, le sua mano accarezzava il mio viso e io inchinai la testa in basso. Decisi di liberare i miei umori tra le sue dita.

Lauren le tolse, io caddi ai suoi piedi. La sua mano stava tra le sue gambe, muovendola per massaggiarsi.

Affondai le unghie sulle sue cosce. «Forza Lauren. Togli questa fottuta mano.» dissi guardandola e lei la tolse.
«Apri quella bocca.» disse lei portandomi la sua intimità più vicina al mio viso.

Aprii la bocca, facendola combaciare alla sua intimità, leccai ogni sua parete, grandi e piccole labbra, passai al clitoride, leccandolo in modo circolare senza fermarmi un attimo, era così buona. La sentii fremere, mi mosse la testa e mugolò dal piacere. «Cazzo! Fanculo.» disse venendo senza avvisare, ingoiai i suoi umori.

«Alzati, non ti voglio vedere per terra.» sorrise un po' e io mi misi in piedi, sbandando un po'. Le sue braccia mi accolsero e mi strinsero forte. «Ti è piaciuto, Karla?»

«Tanto, Lauren.» sussurrai e baciai il suo petto.
«Mi piace avere il tuo corpo.» disse lei accarezzandomi i capelli.

«Invece a me piace sentirti dentro.» sussurrai.

Lauren mi aiutò a vestirmi, poi io aiutai a lei. Una volta uscite, Lauren mi stava accarezzando la schiena. «Sei così preziosa.» disse lei e io arrossii un po'.
«Come?»

«Sei preziosa.»

Negai con la testa, sorridendo come una stupida. «Che dici di conoscerci un po'?»

Lei sembrò pensarci, il suo sguardo era serio ma quando capii che forse sarebbe stata la cosa giusta da fare, Lauren mi sorrise un po'. «Va bene, Camila.»

Sorrisi felice e lei ridacchiò. «Ora potrai sapere qualcosa della mia storia.»

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