Capitolo sette. - "Parlami di te."

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Ero seduta sul letto comodo, al caldo. Lauren sorrideva un po' e si mise di fronte a me, mettendosi con le gambe incrociate. «Beh, dimmi un po',» disse lei. «Cosa vorresti sapere?»

«Non so, parlami un po' del tuo passato, Lauren.» la guardai e lei sembrò triste a sapere la mia curiosità. «Se non vuoi non...»

«Ti sembra che abbia detto qualcosa?» rispose acida e io negai subito.
«No, no no.»

Lauren inalò l'aria presente nella piccola stanza. «I miei non mi hanno mai voluto.» disse lei con dolore. «Loro hanno disprezzato il mio "problema".»

«Il tuo problema sarebbe...»

«Proprio lei, la mia pazzia, ma come vedi, io sono così.» si stese. «All'età dei diciassette anni mi hanno sbattuta di casa, dicendomi che avrei dovuto pensare a me stessa e magari a risolvere questi miei problemi mentali.»

Sospirai capendo la sua vita ingiusta. «Però, ho visto che sei rimasta così, mangiando carne umana e amando le donne.» dissi io e lei sorrise fiera.
«Amo ciò che faccio, ho imparato ad apprezzarmi per ciò che sono quando mi cacciarono di casa.» disse lei spiegando e io annuì.
«È una cosa giusta, no?»

«Beh, sì.» disse lei quotandomi. «Bisogna amarsi nonostante si abbia dei problemi, che siano mentali o no.» disse lei.

Non pensavo che fosse così profonda. Sinceramente mi veniva anche da ridere. Mi faceva strano più questa Lauren che quella dove tira i capelli e ti fotte quasi a sangue.

«Perché hai preso la strada di...»

«Mi sono adattata così. Ho ammazzato persone pur di sopravvivere. Ora è come un vizio, una voglia, una fottuta droga.» disse.
«E le altre persone, come le spieghi?»

«Ognuna di loro, ha avuto dei problemi. Keana non me lo sono mai spiegata, ma il suo rapporto coi genitori, non è il massimo; Ally e Normani invece hanno avuto problemi famigliari e di droga.» sussurrò. «Le due erano andate nella foresta, insieme a Keana le avevamo accerchiate, ma abbiamo visto che loro non avevano paura di noi. Loro ci vedevano come delle semplici persone.»

«E poi?»

«Siamo cresciute insieme, abbiamo convinto Ally e Normani a venire con noi, avevano accettato dopo cinque giorni, ricordo ancora.»

Accarezzai la sua guancia. «Dovresti smettere.» dissi e lei negò.
«Mi sento morire.» mormorò e io mi avvicinai a lei.
«E se provassimo a diminuire?»

«Cioè?»

«Intendo, ogni giorno, mangi sempre meno carne umana.» dissi e lei sembrò ascoltare la mia proposta.
«E se dovesse andare male?» chiese. «Camila, non si può fare... Ho ucciso i miei genitori. Sono senza nessuno.»

«Li hai...?» lei annuì.
«Sì, una notte. Ero riuscita in qualche modo ad entrare dentro casa, le uniche persone che decisi di risparmiare sono state i miei fratelli: Christopher e Taylor.»

La guardai e annuì un po'. «Va bene, ho capito.» dissi io guardandola con dolcezza e lei fece altrettanto. «Mi dispiace che tu abbia avuto questo problema.»

«I tuoi genitori?» evitò la mia frase e io alzai lo sguardo verso di lei.
«I miei genitori... Io...» sospirai, non me la sentivo di parlarne.
«Va bene così.» disse lei guardandomi e io sospirai sollevata.
«Ti prometto che un giorno ti racconterò tutto.»

«No, non voglio promesse.» disse fermandomi. «Odio le promesse.»

Sussurrai un "okay". Avevo paura che mi prendesse a colpi da un momento all'altro. Lauren mi guardò e annuì piano. «Hai altre domande?»

«Quanti anni hai?»

«Pochi, ventitré.» disse e io sorrisi un po'. «Mi stai dando della vecchia?» alzò il sopracciglio e io risi negando.
«No!»

«Mh, secondo me, dentro quella testolina mi stai prendendo per culo.» mormorò.
«No, fidati.» sorrisi e ad un tratto sentii le sue labbra sulle mie. Rimasi stupita dal suo gesto, sorrisi e accarezzai la sua chioma nera. «Non pensavo avessi del tenero.»

«Non è essere teneri.» assicurò e io negai con la testa. «Le mie labbra sentivano solo il bisogno di baciare le tue.»

«Come vuoi.» feci spallucce. «Di solito, esci?» la guardai.
«Esco per ammazzare.»

«Ehm, qualcosa che non si tratti di ammazzare qualcuno?»

«No, non sono uscita. Non esco più come una persona comune da un bel po' di tempo.» disse malinconica.
«Domani ti va?» la guardai.

«Come?»

«Domani, vuoi uscire con me?» la guardai dolcemente e lei esitò un po' con lo sguardo.
«Non so come comportarmi.»

«Bene, ci sono io, Lauren. dissi io guardandola. «Vedrai che non farai nulla contro le persone che ti circondano.» dissi e poggiai una mano sulla sua spalla. «Quindi, usciamo?»

«Mh, va bene.» disse lei sorridendo un po'.
«Brava, così ti voglio.» le lasciai un bacio e mi alzai.

Lauren Jauregui's P.O.V.

Camila era appena uscita e io, rimasi seduta sul letto da sola. Stavo pensando un po' a come mi sarei dovuta comportare domani.

Ero nervosa, questo mi preoccupava tantissimo. E se avessi preso il controllo? E se avessi ammazzato qualcuno di innocente?

Mi grattai il capo, confusa.

Non sapevo cosa mi stava succedendo in quel momento, ero in una totale confusione. Sospirai pesantemente, cosa mi stava facendo Camila? Non riuscivo a dare una spiegazione.

Mi passai una mano tra i capelli, in una confusione assurda. Il sentire bussare mi fece sobbalzare. «Avanti.»

«Ciao, Lauren.» disse Ally sorridendo.
«Ciao... Vieni.» dissi invitandola a sedersi.
«Volevo parlarti.» sussurrò lei. «Ma non vuol dire che io sia arrabbiata. Ho solo una piccola curiosità.»

Il mio cuore iniziò ad accelerare e non capii neanche per quale fottuto motivo lo stava facendo. La guardai un po' attentamente e studiai ogni lineamento del suo viso. «Allora?»

«Volevo parlarti di Camila.» disse ed ecco, io sapevo benissimo dove volesse andare a parare.
«Eh... Quindi?»

«Cosa succede tra voi due?»

«Nulla che siano affari tuoi. È semplicemente una prigioniera.» dissi io. «Non voglio che ti intrometti nei miei affari.»

«Se fosse una prigioniera, a quest'ora Camila starebbe in una cella a marcire.» disse Ally e io sospirai.
«Ally... Davvero.»

Lei sorrise e si mise vicino a me. «Puoi parlarne, siamo amiche.»

«Non ho bisogno di parlartene.» ringhiai e lei sorrise scuotendo la testa.
«Queste tue reazioni significano molte cose.» mi sentii presa in giro, in qualche modo cercai di ignorare la sua provocazione.

«Ally, devi solo sapere che Camila è un gioco per me, non c'è nulla di serio tra noi.» conclusi. «Ora esci, voglio stare da sola.»

Detto questo, la mia amica uscì dalla stanza con un'espressione soddisfatta.

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