The Prologue. - "Pazzie."

3.2K 170 46
                                    

Karla Camila Cabello è sempre stata una ragazza con tanti problemi per la testa. La sua grande passione però, era quella di esplorare il mondo.

Abitava in una piccola casetta a Miami, nella sua solitudine.

Camila amava i fiocchi e odiava le sue pastiglie antidepressive.

Dopo essere stata sbattuta fuori da casa, per la volontà del padre, ebbe un crollo. Ora si trovava in una casa piuttosto piccola a pulire il pavimento mentre sentiva musica dal suo stereo.

Camila non disprezzava nulla del suo fisico, tantissima gente le andava dietro, ma lei rifiutava ogni proposta richiesta.

A Camila piacevano le donne con gli occhi verdi e i capelli neri. Ne conosceva una, però non l'aveva mai vista. Parlavano molto spesso di lei e ovviamente Camila non poté essere più curiosa.

Ogni tanto, Camila veniva visitata dalla sua amica, Dinah Jane. Amava molto la sua compagnia, si sentiva meno sola.

«Allora Camila, come stai?»

«Un po' preoccupata.» disse sinceramente mentre lasciò lo straccio per terra e andò a prendere una scatola con delle carte da gioco al suo interno.

Dinah sospirò. «Perché?»

Cabello iniziò a fare un castello con le carte, facendo attenzione a tutti i movimenti che potevano distruggerlo. La sua precisione era disumana.

«Qui non fa altro che sparire gente.» disse Camila con terrore. Per un attimo si fermò, le sue mani tremavano, quindi preferì lasciare perdere per un attimo.

«Lo so, però vedrai che a noi non succederà nulla.» disse Dinah cercando di confortarla. «Che ne sai?!»

Le carte crollarono e Camila si maledì pesantemente. «Ne so, vedrai.»

«Non vedrò niente.»

«Comunque, si suppone che questa persona sia la ragazza dagli occhi verdi.» disse Dinah.
«Impossibile.» disse Camila quasi urlando. «Non ci credo.»

Dinah la guardò e sospirò. «Perché?»

«Perché non possiamo sapere nulla nei suoi confronti, Dinah.» disse Camila con rabbia. «Odio il fatto che la gente parli senza sapere.»

«La pensi così anche per tutte quelle persone carcerate?»

«Sicuramente non avranno passato una buona vita!» disse Camila con nervoso.
«Calmati...» sospirò Dinah.

«Non mi calmo, lasciami in pace.» ringhiò e Dinah si alzò dalla sedia.
«Va bene, ti manderò un messaggio più tardi.» disse la polinesiana.
«Ciao, vai via.» disse Camila urlando.

Dinah fece come le era stato richiesto.

Camila nella sua rabbia decise di riprendere a costruire il suo castello di carte. Le sue mani non smettevano di tremare, quindi la torre crollò subito.

Dopo aver sbattuto la testa contro il tavolo, sospirò. Era così curiosa di sapere com'era fatta questa donna.

Voleva conoscerla e vederle gli occhi. Voleva sapere se questi erano veramente verdi.

Camila andò a prendersi una banana. Dopo averla sbucciata si mise seduta sulla poltrona e iniziò a guardare un po' di televisione.

Dopo aver finito di scorrere i canali, decise di fermarsi a vedere il telegiornale.

Era una notizia degli ultimi trenta minuti.

"Giallo: bambino di sette anni sparisce mentre giocava al parco."

Camila deglutì, un'altra notizia era giunta alle sue orecchie. Si chiedeva spesso cosa stesse succedendo a Miami. Però non riusciva a darsi risposta.

Cosa stava succedendo in quel posto così tranquillo? Non riusciva a darsi una spiegazione decente. Il suo sguardo preoccupato iniziò a percorrere ogni area della stanza.

Aveva paura di trovarsi qualcuno dietro. Dopo aver messo nuovamente gli occhi nel grande schermo, notò una casa. La stessa casa dove abitava la tipa con gli occhi verdi.

<< Come al solito, i sospetti vanno a scontrarsi contro questa abitazione. Che succeda qualcosa in quella casa? >>

«Sì, e voglio andare a vedere.» disse Camila rispondendo alla domanda del conduttore.

La ragazza si alzò e andò a mettersi qualcosa di pesante.

Eravamo nel mese di febbraio e le temperature al momento sono basse. Camila si mise i suoi anfibi e il giubbotto. Prese uno zainetto dove c'era la sua scorta di cibo e di acqua.

La ragazza uscì fuori di casa per poi andare verso la sua bicicletta. Una volta salita sulla sella, andò verso la grande casa situata fuori Miami.

Sarebbe stata dura ma in un modo o in un altro ci sarebbe arrivata. Camila pedalava velocemente, intanto il suo cervello iniziò a pensare a cosa sarebbe accaduto una volta arrivata lì.

Dopo un giorno, arrivò a destinazione, i suoi occhi ammiravano il campo deserto. I suoi scarponcini calpestavano l'erba secca facendo tanto rumore.

Una volta arrivata davanti alla casa che sembrava abbandonata, il piede di Camila toccò qualcosa di bianco. I suoi occhi marroni videro che era un osso.

Sospirò, una volta raggiunta la porta decise di provare a spingerla per vedere se fosse aperta. Era così.

Camila entrò dentro la casa e ad un tratto la porta si chiuse facendo un rumore sordo. Cabello si girò e vide la porta chiusa. «Merda.»

Decise di proseguire comunque. C'erano tanti quadri, come tante ossa sul pavimento. Camila sospirò intensamente. Quasi si pentì di quello che stava facendo.

Una volta arrivata, vide una specie di stanza.

La cubana, curiosa si avvicinò e vide delle persone sofferenti e altre decedute da poche ore. Era qui che si trovavano.

Avevano ragione.

«Ciao, Camila Cabello.»

Camila si girò di scatto ma non vide nessuno.

Maledizione. Cosa stava succedendo?

La ragazza guardò nuovamente le persone, tantissime mosche gironzolavano per la stanza, le narici di Camila sentirono l'odore nauseante dei corpi privi di vita.

«Karla Estrabao.»

«Chi è là?» disse urlando e un uomo le prese il braccio.
«Scappa finché sei in tempo.»

«Perché?!»

«Perché lei potrebbe venire adesso da te per divorarti!» disse l'uomo sulla cinquantina.

I fianchi di Camila vennero stretti in una presa non forte ma normale. «Karla.» disse al suo orecchio con la voce roca. «Io sono Lauren Jauregui.»

«Come...?» iniziò a balbettare. «Come sai il mio nome?»

«Oh, Camila. Ti aspettavo così tanto, io so ogni tua singola cosa di te.» disse facendo passare le unghie sulla gola di Camila. «Profumi di vaniglia.»

«Tu invece puzzi di carne!» disse la ragazza girandosi. I suoi occhi verdi erano reali quanto rari.

«Che maleducata.» disse Lauren piano mentre si avvicinava. «Sapevo che saresti venuta.»

«Cosa vorresti da me?»

«Vorrei solo divorare ogni tuo arto.» disse.

caníbalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora