Capitolo venti. - "Due parole."

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Ero distesa sul fianco di Lauren, la stavo guardando e lei, dormiva come una bambina di pochi mesi. Il mio sguardo analizzò bene ogni suo dettaglio, ammirai con dolcezza come le sue labbra rimanevano socchiuse e leggermente rosse.

Il suo naso, era perfetto e le sue sopracciglia folte erano la cosa che più amavo.

Le stavano divinamente.

Con l'indice toccai le sopracciglia, non volevo che si svegliasse o almeno, non per colpa mia.

«Mh.» la sentii mugolare e si girò verso di me per poi stringermi in un forte abbraccio. Rimasi quasi senza fiato e non appena ricambiai la stretta, i suoi occhi si aprirono e mi guardarono con tenerezza. «Buongiorno, piccola.»

«Buongiorno.» dissi io sorridendo un po'. «Come stai?»

«Credo bene, tu invece?»

Io sospirai e le accarezzai il viso. «Sei preoccupata?»

«No.» disse accarezzandomi il viso. «Non lo sono.»

Prima che la potessi baciare, la porta si aprì di scatto e io insieme a Lauren, saltammo dallo spavento. Era Ally e la sua espressione non era delle migliori, sembrava spaventata e questo mi fece venire più ansia di quanto ne avessi già in corpo.

«Ally, che succede?» chiese Lauren mettendosi seduta di corsa.
«Lauren, sono qui e stanno cercando di sfondare la porta.»

Lauren si alzò e io la seguii velocemente.

Al piano terra vidi come Keana e Normani reggevano la porta con forza. «Aiutateci o entreranno!» disse Issartel in preda al panico.

Mi misi vicino a lei e mantenni forte la porta. «Sono con voi.»

Keana mi guardò per poi sorridere leggermente. «Grazie.»

Noi tutte messe insieme non riuscimmo a mantenere la porta, quest'ultima si spalancò e tutte noi cademmo per terra.

Degli uomini entrarono dentro la casa e guardarono ognuna di noi. «Voi andate di là, io e Josh ci occupiamo di loro.» disse l'uomo.

«Mila, sono venuta a salvarti.» disse Dinah mentre sbucava da dietro. «Andiamocene, non possiamo stare qui.»

Io strinsi i pugni e la guardai. «Cosa stai facendo?!» urlai contro di lei. «Vattene via, tu qua non ci fai niente.»

Lauren mi guardò, io intanto iniziai ad avere gli occhi lucidi per lo spavento. «Hai solo rovinato tutto.»

«Camila, non dire così.» disse Jauregui e io la guardai con espressione distrutta. Intanto stavano ammanettando ognuno di noi.

«Non ammanettate Camila.» disse Dinah. «Lei è innocente.»

👹👹👹

«Abbiamo trovato delle persone in cella, sono veramente sotto shock.» disse un ragazzo mentre si grattava la guancia. «Non ci posso ancora credere che quattro donne siano riuscite a fare tutto questo.»

«Ti capisco, Simpson.» disse Edward mentre guardava il suo collega. «Anch'io sono sconvolto.»

Ero in cella, con Lauren. Lei era appoggiata a me, intanto mi stringeva la mano. «Non sono mai stata in una cella.»

«Beh, di solito eri tu a metterli dentro.» le dissi e lei ridacchiò un po'. «Non dovevo scappare da te, avrei dovuto darti retta.»

Lauren appoggiò le labbra sulla mia fronte. «Se fossi stata in te, avrei fatto la stessa cosa.» disse lei e io la baciai sulle labbra. «Domani abbiamo la sentenza.»

«Io cosa farò?»

«Non lo so.» disse Lauren. «Sono confusa, ma sappiamo benissimo che questa è una guerra persa.»

Io mi passai una mano tra i capelli, sinceramente non sapevo che fare. «Io sono innocente.»

«Lo so, per questo motivo non ti faranno nulla.» mi sorrise dolcemente lei. «Mi interessa questo di te, Camila.»

Il suo sguardo era tenero e pieno di amore. Io la baciai un paio di volte e lei ricambiò allo stesso modo. «Spero non accada nulla di grave. In caso, cercherò di difendervi.»

Lauren scosse la testa. «Non ti daranno ascolto, ho ucciso troppe persone, non me la scamperò così su due piedi.»

I miei occhi iniziarono ad essere lucidi. «Non dire così!»

Lei mi baciò. «Ti amo, Camila.»

Io mi staccai subito da lei, la guardai sconvolta. «Avrei dovuto dirtelo prima ma... Non ne ho avuto la possibilità.»

Quelle due parole.

Il mio stomaco si strinse e iniziò a girare facendo capriole. «Lauren, io...»

«So che avrei dovuto dirtelo con un mazzo di rose ma vedi, te lo dico qui, perché non so cosa succederà in futuro, perché tu hai diritto di saperlo.» disse afferrando la mia mano. «Tu mi ami?»

«Io ti amo.» dissi seriamente.

Lei sorrise e mi baciò un po' su tutto il viso. «Vedi, con te mi sono sentita bene, ma non ho mai voluto dirtelo perché avevo paura.»

«Sai benissimo che non sono quel tipo di persona.»

«Lo so, ma vedi, io mi sono sentita così. Mi hai dimostrato che tu ci tieni a me.» disse lei. «Hai sempre avuto fiducia in me, anche quando dicevi di odiarmi.»

Io mi maledii, era un periodo decisamente orrendo, non volevo dirle quelle cose, ma lei stessa mi aveva portato a dirlo. «Mi dispiace.»

«Non dispiacerti, dopotutto è stata colpa mia ad averti fatto tutte quelle cose, sono davvero... Schifata da me stessa.»

«È passato.» dissi io e lei annuì. «È tutto finito.»

«Già, tutto finito...» sorrise. «Spero ci sia un inizio per noi, da persone serie che si amano nonostante i problemi.» disse lei.

«Lo spero anch'io, ma ti prego, questa volta cerca di darmi retta.» sorrisi io e lei mi accarezzò il viso. «Ho bisogno di te.»

«Cercherò di essere una persona migliore, voglio avere un futuro con te, voglio avere una famiglia insieme a te.»

«Piano piano riusciremo a fare tutto questo ma prima, dobbiamo pensare ad uscire da qui.» le sorrisi dolcemente e lei mi baciò con dolcezza.
«Non vedo l'ora, spero vivamente di poter lasciare questo posto. Lo spero pure per Ally, Normani e Keana.»

La baciai dolcemente e non appena il nostro bacio divenne più profondo, le nostre mani iniziarono a vagare per i nostri corpi. «Facciamo qualcosa di veloce ma intenso, amore mio.» disse Lauren mentre mi baciava con foga, mi fece portare la mano tra le sue gambe, voleva le mie attenzioni.

«Sei davvero sicura di voler farlo qui?» chiesi io e lei annuì due volte.
«Certo, piccola.» sorrise lei baciandomi un'altra volta. «Certo.»

Le mie mani si fermarono sul bottone dei suoi pantaloni. «Pronta?»

«Pronta.»

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