Capitolo undici. - "Mezzanotte."

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Stavo aspettando Lauren, la mia gola era arida e il freddo era riuscito a penetrare nelle mie ossa. Stavo guardando il pavimento colorato di rosso. Nemmeno le luci soffuse del medesimo colore riuscivano a riscaldare il posto.

Forse era adatto a tenere le persone al freddo.

I miei capezzoli erano eretti, per la poca temperatura. «Dio, che freddo.» sussurrai.

Stavo aspettando Lauren che arrivasse da me con una falce o qualcosa di simile. Per tutta la sera, avevo associato Lauren come la morte. La porta blindata si aprì facendo un rumore sordo, molto fastidioso.

Lauren non aveva nessuna falce.

I suoi tacchi battevano prepotenti sul pavimento. «Eccomi.» disse. «Ho tardato di un minuto.»

«... Pensavo non venissi più.»

Lei rise. «Bella battuta.» disse acida. «Mi sono sentita così ferita.» sospirò. «Ti renderò uno straccio, cazzo.» disse lei facendomi alzare. «Non dici niente?» mi tirò uno schiaffo. «Nulla di nulla? Dovresti vergognarti.»

Mi misi per terra, perdendo l'equilibrio. «Mh!» mugolai.
«Allora, da dove vuoi iniziare, puttana?» chiese schiaffeggiando il mio viso in continuazione. «Ora sì che sarò cattiva con te.»

Non dissi niente. I miei occhi erano umidi e le mie guance stavano pulsando dagli schiaffi precedenti. «Oggi ti scoperò, tanto per te non è un problema, vero?» si tolse i pantaloni rimanendo solo col perizoma nero.
«Non... Non farmi male.» sussurrai io infine presa dal panico.

«Ti piace scopare con me, vero troia?» mi guardò ridendo. «Hai davvero paura di una persona che ti fotte alla grande?»

Mi sentii davvero spoglia, il male che cresceva nella mia mente era tanto. Volevo solo essere uccisa. «Sei pronta?»

Io non dissi nulla, ma le sue dita in qualche modo riuscirono a farmi spalancare la bocca. «Credo che questo sia un posto carino da dove cominciare, no?» chiese prendendomi la nuca per poi portarmi verso la sua natura che aspettava le mie attenzioni.

Le mie mani erano appoggiate sulle sue cosce. «Muoviti.» disse. «Non farmi incazzare.»

Allontanai la testa dal suo sesso. «No...»

«No?» mi guardò mentre il suo corpo bruciava. «E perché prima sì? Andiamo Camila. So che vuoi essere scopata.»

Mi alzai e la guardai male mentre lei si sistemava di nuovo. «Non pensavo avessi tutto questo coraggio, piccola.»

Mi sentii così stupida per quello che era successo nei giorni passati. «Smettila, non voglio avere nulla a che fare con te.» dissi guardandola. «Lasciami stare, fammi morire.»

«Sai che le regole le dirigo io. Quindi, non riuscirai a farmi cambiare idea.» mi diede uno schiaffo facendomi cadere nuovamente. «Ti prego, guardati.» disse. «Sei una persona dalle mille parole ma che di fatti, ne compie nemmeno un terzo.»

«Sei una...» cercai di dire ma il mio corpo si trovò a pancia in giù.
«Non vedi l'ora di sentirmi?» chiese mentre passava tre dita sul mio perimetro. «Sai che di me ti puoi fidare.»

«Sei peggio del demonio!» urlai mentre lei aveva deciso di penetrarmi con tre dita. «Ti odio con tutto il mio cuore.» piansi.
«Quasi mi dispiace, Karla.» disse dando spinte già forti. «Quasi mi dispiace del tuo "innamoramento".»

Raschiai le unghie senza smalto sul pavimenti freddo. Il respiro affannoso finiva sul pavimento facendolo diventare appannato. «Ti prego, lasciami!» urlai e lei continuava ad andare forte, senza sosta facendomi bagnare da subito.
«Ti renderò sfinita.» disse lei mentre le sue unghie affondavano sulla mia pelle. «Ti farò pentire di esserti comportata male con me.»

Mentre le sue unghie scorrevano senza ritegno lungo la mia intimità, io piansi tanto dal dolore che Lauren mi stava provocando.

Lauren continuava a divertirsi con il mio corpo, torturandomi in ogni modo che le passava per la mente.

Dopo avermi lasciata sul pavimento, io mi girai e mi misi con le spalle sul piano. «Lauren...» socchiusi gli occhi. Lei era in piedi, stava cercando qualcosa.

Non appena sentii un rumore sordo, iniziai ad aver paura.

Lauren si presentò davanti a me con una frusta tra le mani. «Ciao, Camila. Ti piace questo?» disse mentre avvicinava la frusta al mio viso.

Io rimasi paralizzata. Amettevo che stavo sentendo già il dolore delle frustate sul mio corpo. «No?» alzò le sopracciglia mentre mi guardava con fare dispiaciuto. «... Peccato.» disse lei per poi lasciare un colpo secco sul mio ventre.

Urlai forte.

E così... Questa era la vera Lauren Jauregui?

👹👹👹

Lauren Jauregui's P.O.V.

Il mio gioco con Camila durò due ore buone. Erano le due e mezza e mi stavo lavando le mani.

Un colpo di tosse mi fece girare, in tutta la tranquillità. Era Ally che, seriamente mi fissava. «Io non ci credo che tu l'abbia fatto.»

«Cosa?»

«Il fatto che tu ti sia permessa di maltrattare Camila in quel modo, sappiamo che tu non vuoi fare questo.» disse dura.

Io sorrisi. «E cosa te lo fa pensare?»

«Perché l'altro ieri siete uscite insieme? Io, Keana e Normani te l'abbiamo sempre chiesto, ma tu hai rifiutato.»

«Non sono affari tuoi.» dissi perdendo la pazienza. «Camila mi ha trattata in un modo che nemmeno un cane se lo merita.» dissi facendo respiri profondi. «Non crederti che io mi sia innamorata di lei, perché non è così.»

Ally rise sarcasticamente. «Ah, davvero? Perché allora hai deciso di tirare fuori quell'argomento?»

«Perché... Dio, smettila.» sbuffai. «Ti odio.»

«Mi ami.» disse ridacchiando. «Non pensavo che lei ti piacesse.» disse e la guardai male.
«Infatti, non mi piace. Ne abbiamo già parlato, Camila per me è stato un gioco, nulla di più.»

«E ora cosa pensi di farle?» mi guardò seria e io alzai le spalle.
«Non lo so.»

Ally sospirò mentre continuava ad osservarmi. «Sai che con me ne puoi parlare, Lauren. Non devi avere nessun timore. Io capisco ogni tuo problema e lo sai.»

«Lo so, ma Ally... Devi sapere che non è così. Io sono solo un mostro, una persona che pensa solo al sesso e che mangia carne umana senza ritegno. Non sono una persona.»

«Ognuno lo è. Pure tu.» sorrise Ally. «Cerca di... Rimanere con lei, un po' di più del solito.»

«Io ci sto con lei, Ally. Cioè, ci stavo.» dissi io e Ally alzò le spalle.
«Ci vediamo dopo.» disse andandosene.

Io sospirai intensamente. In quale guaio mi stavo cacciando?

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