Quarantaquattro

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***

Il mio telefono inizia a suonare, posticipo la sveglia e mi rimetto comoda tra le braccia di mio fratello. Dopo cinque minuti il cellulare ricomincia a suonare, facendomi sbruffare sonoramente. Posticipo, per la seconda volta, la sveglia e ritorno alla mia posizione iniziale, ma naturalmente, dopo cinque minuti esatti, quell'aggeggio elettronico, comunemente chiamato telefono, inizia a produrre suoni facendomi innervosire. Faccio per buttarlo a terra, ma mi fermo ricordandomi che quello è un cellulare ed è, pergiunta, mio!

Lo poso, con forse troppa forza, sul comodino e spengo la sveglia. Mi metto a sedere e mi incanto fissando il vuoto, pensando a chissà cosa. Dopo un buon quarto d'ora riesco a raccogliere energie e mi alzo. Apro l'armadio ed prendo le prime cose che mi capitano sotto mano ossia un leggins nero ed una felpona bianca, della quale non ricordavo neanche l'esistenza. Raggiungo il bagno e, nonostante io sia tutta assonnata, mi vesto per poi osservare la mia immagine riflessa nello specchio, iniziando a fare smorfie strane. Dopo un pò decido di uscire e di mettere le scarpe, finito ciò controllo l'ora sul cellulare e mi rendo conto di avere a disposizione tre minuti esatti. Mi siedo sul letto e riempio di bacini le guancie di Benjamin. Fatto ciò afferro lo zaino e ci infilo dentro il libro di matematica e due quaderni: uno a quadretti ed uno a righe, lasciandoci dentro il mio quaderno dei disegni. Scendo di sotto e lascio un post-it a Benjamin, per poi correre verso la fermata del pullman.

Vedo da lontano il solito gruppetto di amici che prende, con me, l'autobus e così rallento il passo.

"Ciao." Mi saluta uno di loro

"Ciao.." Ricambio

Non ci siamo mai calcolati, fa strano parlare con loro.

"Oggi il pullman non passa." Mi avverte un'altro ragazzo dai capelli e gli occhi castani.

"Come non passa?"

"Dovremo prendere la corsia uno." Mi spiega il biondino

"Oh, ma quella poi ci lascia un chilometro prima!" Esclamo facendoli ridere

"Come ti chiami?" Domanda il ragazzo al centro, il moro.

"Ludovica, tu?"

"Cameron." Mi risponde sorridendo e che sorriso!

"Io sono Massimo, Mattia -indica il ragazzo dai capelli biondi, il quale mi ha rivolto la parola per primo- e Sergio."Indica l'ultimo ragazzo dai capelli neri come la cenere ed una pelle chiarissima.

"Uh eccolo!" Indica il bus, il quale si è appena fermato.

"Vieni con noi, okay?"

Annuisco poco convinta e li seguo, ci accomodiamo negli ultimi sedili, occupando cinque posti.

"Frequentiamo la stessa scuola." Prende parola Sergio

"Veramente? Non ti ho mai visto!" Esclamo sorpresa

"Ti vedo quasi tutti i giorni a ricreazione.." Mi sorride

"Oh.."

"So quello che stai pensando!" Mi sussurra Cameron all'orecchio

"Cosa?" Rido sfidandolo

"Non mi conquisti in questo modo." Copia gli atteggiamenti femminili

Scoppio a ridere per il tono di voce da lui usato.

"Oh raga!" Esclama Mattia

"Ma se io sono fatto e mi chiamo rino, sono un fatto-rino?" Continua

Io e Cameron lo guardiamo male, Sergio gli tira un leggero schiaffo sulla nuca, mentre Massimo si limita a spiaccicarsi una mano sulla fronte. Passiamo dieci minuti tra risate e battute squallide per poi scendere a destinazione.

Una settimana ||FEDERICOROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora