[Questo testo è una bozza di una cosa che mi piacerebbe portare a teatro, ma per iniziare ad avere un'idea lo scriverò sotto forma di storia.
Spero possa piacere.]
Quando non riesci a dire le parole più semplici e allo stesso tempo le più difficili che esistano, ti ritrovi spesso in situazioni che hanno dell'assurdo. Un esempio è la storia di quattro ragazzi, che non riuscivano a dire: "Ti amo".
Questa è la storia di Chiara, Gabriele, Luca e Beatrice.
I primi due erano follemente innamorati, ma troppo timidi per riuscire a rivelarlo senza che ad almeno uno dei due venisse a mancare la voce.
Luca, fratello di Chiara nonché migliore amico di Gabriele era uno scrittore, come anche Beatrice, sorella di Gabriele e migliore amica di Chiara. Anche loro erano molto innamorati l'uno dell'altra, ma nonostante la loro bravura nell'arte di cercare sempre la parola giusta non avevano il coraggio di dirselo... per questo ognuno di loro diede all'altro l'opportunità di esprimersi.
"Gabriele, mi spieghi perché mi hai fatto venire al parco di corsa?"
"Perché ho dato appuntamento a Chiara..."
"Che parte mi sono perso? Sta arrivando la fine del mondo?"
"Nun fà 'o scemo e damme 'na mano!" ["Non fare lo stupido e aiutami!"]
"Tu le hai dato appuntamento qui o sbaglio?"
"Certo, perché?"
"E je ch'avessa fà?" ["E io cosa dovrei fare?"]
"Il suggeritore."
"'O che?" ["Cosa?"]
"Miettete arete a n'albero e dimme chelle ch'aggia dicere a Chiara!" ["Nasconditi dietro un albero e dimmi cosa devo dire a Chiara!"]
"Ma si' scemo?"
["Ma sei scemo?"]
"Per niente. Lo sai che mi vergogno e non so come dirle quello che dico a te!"
"Appunto, tu a me dici che ami mia sorella, giusto? Con le stesse parole che usi per dirlo a me puoi dirlo a lei!"
"Ma tengo l'ansia, me scordo tutte cose!" ["Ma ho paura, dimentico tutto!"]
Luca iniziò a battersi la fronte con la mano destra, sentendosi esasperato, sotto lo sguardo supplichevole dell'amico, poi gli disse: "NO!"
"E io ti rovino con mia sorella!"
"Ma allora si' 'nfame forte, sa'?" ["Allora sei davvero cattivo, sai?"]
"Certo!"
Luca estrasse un pacchetto da una tasca per poi darlo all'amico e dirgli: "Mettiti questo auricolare e coprilo con qualcosa per non farti notare... io vado più lontano per darti suggerimenti! Nun me fà guaje!" ["Non crearmi problemi!"]
Intanto Beatrice aveva raggiunto Chiara a casa sua e quest'ultima era più tesa di una corda per il tiro alla fune.
"CHIARA! La smetti di fare avanti e indietro? Me staje facenno avutà ll'uocchie!" ["Mi stai facendo girare gli occhi!"]
"Bea, lo sai che quando si tratta di tuo fratello non capisco più nulla!"
"Lo so, ti ha dato un appuntamento al parco qui vicino, ma se non ti calmi arriverai da lui in uno stato che lo costringerà a chiamare un'ambulanza!"
"A proposito... Bea, io dovrei chiederti un favore enorme!"
"Cioè?"
"Suggerirmi cosa dire e fare davanti a lui!"
"Ma staje parianno?" ["Ma stai scherzando?"]
"No, per niente!"
"Ma è ridicolo! Perché dovrei farlo io?"
"Perché io non riesco a parlare, mi blocco! Ti prego, ti prego, ti prego!"
"Ti prego io, piuttosto, di non farmi gli occhi dolci perché sai bene che non reggo!"
"Dai, ti prego..."
"Non ti sto guardando..."
"Per favore..."
"No!"
"Ti giuro che ti aiuto con Luca se tu mi aiuti con Gabriele!"
"Ma... ma tu sei una..."
"Un'imbrogliona del cavolo? Lo so, ma è per una buona causa, Beatrice! Ti prego..."
"Ah... e jamme bell!" ["E facciamolo!"]
Anche Beatrice estrasse dalla tasca una cuffietta e la mise nell'orecchio dell'amica per poi coprirla con i capelli della stessa, che era al settimo cielo.
Chiara e Gabriele s'incontrarono subito dopo.
"Chiara, salutalo!" disse sottovoce Bea.
"Gabriele, salutala!" fece altrettanto Luca.
"Ehm... ciao..." dissero all'unisono i due ragazzi.
"Come stai?" fu il suggerimento successivo dato a Gabriele.
"Te l'agg ritt primm, tengo l'ansia!" ["Te l'ho detto prima, ho l'ansia!"]
"Come?"
"Ma che faje? Nunn'haje a risponnere a me!" ["Ma cosa fai? Non devi rispondere a me!"]
"No, no... volevo dire: come stai?"
"Io bene, e tu?" chiese sottovoce Beatrice.
"È meglio ca nun t'o ddico!" ["Meglio che non te lo dico!"]
"Dirmi cosa?"
"Chiara, lo devi dire a lui, non è una domanda per te!"
"Niente, niente... sto... bene, e tu?"
"Tutto bene... credo."
"Dille che è una bellissima giornata, ma che non è bella quanto lei!"
"Dille che è una bellissima giornata, ma non quanto lei!"
"Ma a chi devo dirlo, Gabry?"
Il ragazzo portò entrambe le mani alle tempie, sentendo che la sua testa era sul punto di scoppiare.
"Sai che giorno è?"
"Certo che lo so! È giovedì."
"Cosa?"
"Chiara, devi chiederlo a lui!"
"Sai che giorno è oggi?"
"Sì, è giovedì!"
"No!" disse sottovoce Bea.
"No!" esclamò Chiara.
"No?"
"No, cioè, non in quel senso... è che..."
"Beatrice!" sentirono dire i ragazzi da una voce familiare: quella di Luca.
"Luca..." sussurrò Beatrice.
"Mio fratello è qui?" chiese Chiara.
"Anche mia sorella è qui!"
I due ragazzi si guardarono per qualche istante, poi capirono tutto e scoppiarono a ridere.
"Io volevo dirti una cosa e non sapevo come fare!" disse Gabriele. "Per questo gli ho chiesto di aiutarmi e per questo ti ho dato appuntamento..."
"E io volevo approfittare del nostro incontro per dirti una cosa, ma non sapevo come, per questo Beatrice è qui" disse Chiara e i due, invece di provare risentimento l'uno verso l'altra, continuarono a ridere.
"EHI, VOI DUE! VENITE FUORI!" esclamarono all'unisono.
Tolsero gli auricolari e furono affiancati dai rispettivi suggeritori.
"Visto che nessuno ha il coraggio di parlare per primo perché non diciamo tutti insieme quello che vogliamo dire visto che probabilmente è la stessa cosa?"
L'idea di Luca fu accettata, i quattro contarono insieme fino a tre e, fondendo le loro voci in una sola, esclamarono: "TI AMO!" Subito dopo, in modo che si capisse chi amava chi, Chiara si gettò tra le braccia di Gabriele, che se la strinse al petto, e altrettanto fece Beatrice con Luca.
Molto spesso cerchiamo il modo migliore di dire le cose, ma quando si parla d'amore bastano soltanto due parole, dei battiti accelerati e un abbraccio...
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Storie di una timida folle
HumorIn pratica questa non è una storia singola, ma sono più storielle che si ispirano a sketch comici o comunque a storie divertenti. La piccola folle sono io e a volte mi integro in questa storia con un personaggio che mi rappresenta. Visto che sono un...