Io e Luke non parliamo da più di dodici ore, e la cosa mi va più che bene.
Abbiamo continuato a viaggiare e viaggiare facendo solo un paio di soste per mangiare e andare in bagno, ma sempre in religioso silenzio.
So che lui è arrabbiato con me, ma non mi importa, perché io lo sono con lui, dato che non è altro che un pazzo egocentrico che non fa altro che pensare ai suoi bisogni.
Stavo semplicemente parlando con Cole, e lui mi ha praticamente trascinato via come se fossi una bambina.
Per non parlare del fatto che avrebbe preferito dormire un paio d'ore in macchina piuttosto che un'intera nottata in un letto comodo.
Lui si vuole male, ma non capisco perché deve sfogare il suo odio represso contro di me.
Forse la persona che sta cercando disperatamente ad Indianapolis gli serve per questo.
Mi sciolgo i capelli distratta, iniziando a sentire freddo dato che è notte e Luke non vuole alzare il suo dannato finestrino.
Potrei chiederglielo, ma preferisco morire di freddo piuttosto che parargli.
Guardo l'ora sul cruscotto, scoprendo che è già l'una.
Sospiro, chiudendo gli occhi mentre inizio a pensare a casa, alla mia famiglia.
Mi staranno cercando? Samantha starà bene? E mia madre come l'avrà presa?
Sento la loro mancanza ogni singolo momento, ma non ho il coraggio di chiamarle perché ho paura che riuscirebbero a trovarmi, e questa è l'unica cosa che voglio.
Magari non mi costringerebbero più a sposarmi, ma non cambierebbe nulla, dato che alla fin fine se non fossi scappata sarebbe stato quello il loro piano.
Non riesco ancora a crederci.
Riapro gli occhi, infastidita da una luce accecante, e sono quasi pronta a dire a Luke di fermarsi, quando una forte sirena mi fa rizzare i peli delle braccia, facendomi scattare verso il volante, che sterzo velocemente.
Luke urla, ma riesce a restare abbastanza calmo da fermare la macchina fuori dalla careggiata.
Mi lascio cadere contro il sedile, mentre sento il fiato farsi sempre più pesante.
"Eri fuori strada." Esclamo, senza parole "Un camion ci stava per uccidere."
"Avevo tutto sotto controllo." Ribatte lui, acido come suo solito.
Mi volto verso Luke, notando il suo pallore, e gli punto un dito contro, fissandolo con rabbia.
"Noi ora ci fermiamo in un qualche dannato hotel, hai capito?"
"Sto bene." Sputa, già pronto ad accendere l'auto, ma io riesco ad estrarre le chiavi del cruscotto prima che riesca a prenderle.
"Tu fai come dico io, o altrimenti chiamo la polizia e mando tutti a cercare il tuo amico."
Lui corruga la fronte, sconcertato "Non sai nemmeno dove stiamo andando."
È vero, ma lui non lo sa.
"Sai, Luke," dico, facendo una smorfia altezzosa "forse dovresti farti curare: parlare nel sonno potrebbe darti problemi."
Sono tesa, perché so che i miei poteri con lui non funzionano, e quindi potrebbe incastrarmi da un momento all'altro.
Ma, inaspettatamente, lo vedo fare una smorfia, sbattendo il palmo della mano sul volante "Va bene: hai vinto."
Sorrido, ridandogli le chiavi, cercando di non esultare troppo mentre Luke avvia la macchina, iniziando ad aguzzare lo sguardo alla ricerca di un motel.
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Damned
Fantasy« Quindi tu vorresti farmi credere che riesci a controllare la mente delle persone? » America del futuro. Un nuovo mondo, un nuovo genere di persone: i Dannati del sangue, uomini e donne con poteri eccezionali che, però, sono banditi dalla società p...