Capitolo 18

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Io e Grayson ci guardiamo negli occhi, anche se forse non riusciamo nemmeno a guardarci per davvero. Le parole del medico ritornarono come eco nelle mie orecchie mentre la testa iniziò a girarmi. Pensai che forse quell'uomo stesse dando i numeri, perché io prendevo la pillola...Facevo molta attenzione a prenderla dopo ogni rapporto con Grayson, inoltre non facevamo mai nulla nel periodo durante il quale dovevo smettere per la settimana del ciclo. Quindi sì, quell'uomo stava dando i numeri.

-I risultati dicono che dovrebbe essere di almeno tre o quattro settimane. Ovviamente quando andrai a fare la prima visita dal ginecologo sarà più chiaro.-disse lui. Tre o quattro settimane? Quindi poco dopo l'episodio di Victoria, suo padre e suo cugino. Provai a sforzarmi pensando a quando potesse essere successo. Grayson attaccò, terminando la chiamata.

-Bella...-sussurrò preoccupato. Mi alzai dalle sue gambe, stupita di vedere che mi aveva permesso di farlo. Uscii dall'ufficio e, salendo velocemente le scale, feci due gradini alla volta Arrivai in bagno, quindi corsi verso il mobile dove avevo le pillole. Aprii la scatola, contando velocemente quante ce ne fossero:una, due, tre...Merda! I conti non tornavano! Di solito, a fine mese arrivavo sempre con solo due pillole, ma adesso ce n'era una in più. Cazzo! Cazzo! Cazzo! Ero davvero incinta? Mi lasciai scivolare in terra, alzando le ginocchi per portarle contro il mio petto e le strinsi con forza. Deglutii nervosamente e mi morsi il labbro inferiore:una piccola vita stava crescendo dentro di me. Distesi automaticamente le gambe siccome temetti di poter fare del male al bambino in quella maniera, allora mi portai le mani sullo stomaco. Mi sembrava quasi di avvertire la presenza di un secondo corpicino dentro di me, come se potessi sentire il suo calore. Un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra nel momento stesso in cui una lacrima iniziò a scendere lentamente lungo la mia guancia; aspettavo un bambino. Accarezzai delicatamente la mia panca. Chiusi gli occhi e poggiai la testa contro il muro alle mie spalle, mentre il panico si impossessava di me. Non potevo avere un bambino. Avevo solo diciannove anni, quasi venti, ma comunque non potevo prendermi una responsabilità così grande. Il fatto che al mio fianco ci fosse Grayson accompagnato dalle mie stesse paure, rendeva il futuro del bambino sempre più incerto. Inoltre che razza di vita avrebbe mai potuto avere? Sarebbe diventato un criminale, perché prima o poi Grayson sarebbe stato troppo vecchio per andare avanti e avrebbe fatto prendere il suo posto a qualcun altro: a suo figlio. Ma poi se fosse arrivato un suo nemico? Era più che ovvio che avrebbe attaccato la sua famiglia. Quindi non avrei vissuto ogni minuto della mi vita nel terrore, nel timore che non sarebbe più tornato a casa. Presi un respiro profondo: non potevo tenere il bambino...

-Bella, piccola, stai bene?-chiese una voce roca dallo stipite della porta. Non riuscii ad alzare lo sguardo su di lui, perché avevo paura di quello che avrei potuto trovare, per quel motivo mi limitai a fissare il nulla. Avvertii i suoi passi avvicinarsi, finché poi non si sedette al mio fianco.

-Bella, so che é una situazione che nessuno dei due si aspettava. So anche che nessuno dei due é pronto per quello che verrà, ma troveremo un modo per poterlo superare. Ci prenderemo cura del bambino.-disse facendo enfasi sull'ultima parola. Mi stava facendo capire che lui voleva tenerlo, voleva crescerlo, ma sicuramente non aveva pensato a tutto quello che avevo pensato io.

-Grayson, io non poso avere un bambino. Non adesso, almeno.-mormorai più a me stessa che a lui. Era la cosa più brutta che si potesse dire, ne ero consapevole, ma sapevo anche che non potevo permettere ad un bambino di vivere in quella maniera. Gli unici tre bambini che erano cresciuti in questo mondo erano Grayson, Ethan e Cameron. Il primo era stato plasmato ad immagine e somiglianza di suo padre; il secondo era così impegnato a svolgere la bella vita da essere diventato un bambino viziato, e l'ultima stava per diventare una prostituta a causa del padre e poi é morta. Non volevo che mio figlio facesse una fine simile, o addirittura mille volte peggio.

-Co...sa? Come non vuoi avere il bambino?-chiese confuso. Afferrò bruscamente il mio mento quando non ricevette risposta, costringendomi a guardarlo nei occhi. I suoi occhi erano scuri e significava solo una cosa: si stava arrabbiando e presto avrebbe perso il controllo.

-Pensaci, Grayson...Non possiamo avere un bambino. Io ho solo diciannove anni, non ho nemmeno finito la scuola, non ho un lavoro...Non siamo pronti per avere un bambino.-dissi provando a farlo ragionare.

-Non ti saresti fatta tutti questi problemi se il bambino fosse stato figlio di quel tipo...Nash.

-Forse con lui sarebbe stato mille volte peggio, siccome avevo solo sedici anni. Quando stavamo insieme..dissi tentando di fargli ricordare che Nash era il passato.

-Questo lo dici tu.-sbottò stringendo la mascella.

-Cazzo Grayson! Non possiamo avere un bambino se non possiamo prenderci cura nemmeno di noi! Tu hai il tuo carattere iperprotettivo nei confronti delle persone a cui vuoi bene perché hai paura di perderle, quindi immagina che vita gli faresti avere! Non potrebbe uscire con gli amici e se fosse femmina sarebbe mille volte peggio! Non posso vivere con il terrore di non vederlo tornare a casa la sera e venire a sapere che un qualche tuo nemico folle l'ha ucciso! Non posso vivere sapendo che prima o poi diventerà un fottuto criminale...-il mio discorso venne interrotto da uno schiaffo.

-Tu terrai il bambino. Il nostro bambino.-disse evidenziando l'aggettivo possessivo. Afferrò le mie braccia, impedendomi persino di pensare a cosa dirgli, e con una forza che da tempo non usava, mi costrinse a stendermi sotto di lui. Le sue gambe bloccarono le mie, le sue mani fermarono i miei polsi mentre lui mi guardava dall'alto. Tuttavia, teneva il peso del suo corpo sulle sue ginocchia, temendo di poter fare male al bambino.

-Ascoltami bene, Luna, perché te lo dirò una volta sola. Sono l'unica cosa che hai, ora più che mai. I tuoi amichetti del liceo hanno tirato un sospiro di sollievo quando sei andata via da Bradfort, e hanno continuato la loro vita perfetta e priva di problemi. Stassie e Ethan ti hanno aiutata a scappare, ma adesso non si preoccupano nemmeno di venire a trovarti. Victoria é corsa via con suo padre senza nemmeno fingere che le importasse di te, senza nemmeno provare a convincermi di lasciarti andare con loro ad Amsterdam. Tuo padre e tuo fratello non ti parlano da quasi un mese e non hanno fatto una minima mossa per provare a capire per quale motivo tu sia sparita. Tua madre é morta, il tuo amichetto é morto. Chi é l'unica persona che si trova ancora al tuo fianco?-disse con cattiveria. Le lacrime si erano formate ai lati dei miei occhi, mentre la consapevolezza della verità delle sue parole mi colpivano come un tremo che sfrecciava a mille all'ora. Lui era davvero l'unica cosa che avevo. Era stato il solo che aveva mosso cielo e mare per cercarmi, quando coloro che dicevano di amarmi non avevano fatto nulla...Si limitavano solo a delle chiamate oppure veloci messaggi.

-Tu.-sussurrai, dando voce ad una domanda che non aveva bisogno di risposte.

-Ripeti quello che ti ho detto.-ordinò baciandomi delicatamente la guancia che aveva colpito. Avvertii dei movimenti che faceva con una mano, ma non riuscivo a trovare la forza di vedere cosa stesse facendo.

-Sei l'unica cosa che ho...I miei amici hanno continuato la loro vita senza di me, senza neanche chiedere che fine avessi fatto. Contenti che io fossi sparita dalle loro vite perfette. Stassie e Ethan sembravano tenere a me, ma non tengono davvero a me. Victoria é andata via, dimostrando che non le importa nulla di me. Mio padre e mio fratello non mi parlano da quasi un mese e non si sono mai preoccupati di cercarmi per capire cosa mi fosse successo. Mia madre é morta, e anche Nash...-dissi. Capivo perché me l'aveva fatto ripetere. Se ero stata male a sentire quelle parole abbandonare la sua bocca, dette dalla mia avevano intensificato il dolore ancor di più e avevano reso il concetto più reale.

-Esatto, proprio così. Io sono l'unica cosa che ti resta.-disse con un piccolo sorriso-E non vuoi perdere anche me decidendo di non voler tenere questo bambino, giusto?-aggiunse. Scossi la testa, mentre le lacrime scorrevano ancora.-Quindi terrai il bambino?-chiese facendola sembrare un'affermazione piuttosto che una domanda. Nonostante lo avessi capito, annuii debolmente.

-Ora più che mai...sei mia, Bella.

Ora più che mai avrei dovuto capire di star perdendo il controllo.

Only his[Grayson Dolan]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora