Immaginate di essere una stanza vuota e completamente soli. La stanza è totalmente illuminata e i suoi muri sono bianchissimi e liscissimi: bianche le quattro pareti che ti circondano da ogni lato, bianco il soffitto che sembra abbassarsi di secondo in secondo sulla tua piccola testolina, bianco il pavimento che potrebbe inghiottirti da un momento all'altro. Nella stanza c'è una porta bianca, oltre che una d'uscita, di un materiale non definito, inoltre, la sua maniglia è bianca e anche la sua dimensione non è ben inquadrabile. Potete scegliere se vedere o no dallo spioncino della porta, la scelta è vostra. Se scegliete di non guardare andate al numero 2), se, invece, scegliete di guardare, andate al numero 1).
1) Scegliete di guardare: la stanza dall'altra parte è buia. All'improvviso un lumino pendente, al centro della stanza, emana una debole luce bianca. Riuscite a distinguere una figura cinerea accovacciata e rannicchiata su sé stessa. È di spalle e le sue scheletriche mani si stringolo sulla schiena curvata, che, a causa della poca pelle glabra, lascia intravedere intrecci di colorate arterie e vene. Le vertebre emergono dall'arco dorsale e si possono notare graffi profondi sulla schiena: sono recenti ed esce ancora del sangue. La sua pelle è costellata di piccoli angiomi rossi e sembra raggrinzita, nonostante non sembri un essere in età avanzata. Le gambe, simili a stecchini, sono piegate in maniera innaturale, quasi come quelle di un satiro, ma molto più scarne. I tendini sono quasi palpabili con gli occhi e la muscolatura sembra quasi inesistente. All'improvviso la creatura si gira con un piccolo balzo e rimane a fissare lo spioncino da lontano: i suoi piccoli e sproporzionati occhi neri senz'anima vi stanno fissando. Né ciglia o sopracciglia, né capelli, né peli d'alcun tipo. La testa è ancor più sproporzionata di come sarebbe potuta apparire vista da dietro. La parte destra del cranio è più grande di quella sinistra e s'intravedono i vasi sanguigni a fior di pelle. Il cuoio capelluto è coperta da psoriasi e da ferite rimarginatesi non da molto. Al posto del naso, due aperture, minuscole più degli occhi, fanno capolino al centro del volto. Solchi profondi sulla fronte disarmonica, tracciati dai pugnali della vita. Il mento, aguzzo, rende il volto ovale e simile ad un'orribile maschera. Il collo è piccolo e stretto, così facile da soffocare, ma anche così adatto per soffocarsi. Le spalle non lunghe sono una più sollevata rispetto l'altra, le braccia lunghe son ricche di tagli di una lama, nonché affusolate. Le mani potrebbero ricordarci, in un momento di raccoglimento interiore, quelle delle principesse: piccole, dolci e bianche. Le dita sproporzionate, tuttavia, ci riportano alla realtà: due dita assenti per ogni mano, unghie simili a lame di falci mortifere e piaghe e ferite ovunque. Il torace è stretto e cadaverico. Le costole si possono contare e sembra siano molte di meno di un esser umano comune. Lo sterno è piatto e il bacino è femmineo, con anche quasi tangibili. I piedi mancano di due dita e di unghie. In un secondo, quello che sembrava uno sguardo nel vuoto, privo di battito, si anima leggermente: la creatura, infatti, inizia ad alzarsi con fatica e, una volta postasi rozzamente a due gambe, continua a guardare. D'un tratto, le pieghe del suo volto iniziano a mutare e pian piano accenna a un sorriso. Le labbra, grandi e carnose, rivelano uno spettacolo osceno: il sorriso si apre da un'estremità all'altra del volto, staccando pezzi di derma come pietre da un mosaico, rivelando un sottocute rosso acceso e molto vivo. I denti, storti e lunghi, son canini affilati come quelli di un lupo che, trovata una pecora smarrita, la insidia e la sbrana, imbrattandosi di un nauseabondo odore di carne morta. Sembrano formare una rete impenetrabile, alcuni, addirittura, escono dalla sua stessa bocca. Ma la creatura non sembra badare al dolore, né sembra voler avvicinarsi o esser spaventata. Dunque, tocca a voi scegliere: se decidete di entrare andate a 3), altrimenti andate a 4).
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La strada che conduce a te
SpiritualLa strada che conduce a te non è di quelle semplici. La strada che conduce a te non è una di quelle asfaltate. La strada che conduce a te non è di quelle rettilinee che si confondono col rosso tramonto, come nei film. Non c'è il cowboy che si dirige...