Capitolo 2

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Salve a tutti!

Prima di passare al secondo capitolo di questa storia, ci tenevo a ringraziarvi per l'iniziale supporto.
Non è mai semplice cominciarne una nuova perché l'ansia da "prestazione" è sempre troppa ma voi l'avete accolta benissimo, quindi ne sono felice.
Inoltre, ci tenevo ad informarvi che pubblicherò con la frequenza di un capitolo a settimana, così da poter gestire il tutto in maniera perfetta e per non far sì che aspettiate un'infinità di tempo tra un capitolo e l'altro.
Un bacio e buona lettura!

P.s: i commenti, i consigli o le critiche sono sempre ben accetti/e, mi fanno solamente piacere.

***

Non era la prima volta che Grace Ventura aveva a che fare con uomini di potere, sin da piccola suo padre cercava di farla abituare a determinate presenze per far sì che nel suo futuro lavorativo non avesse la benché minima paura, di certo una donna che aveva ricevuto un'educazione "aziendale" come la sua, non doveva farsi schiacciare da chi pensava di avere più potere solo per un cognome onorevole.

Così successe quando si ritrovò dinanzi al presidente della Juventus Football Club e dell'European Club Association: Andrea Agnelli; imprenditore e dirigente sportivo di successo.

«Segui il calcio?» ad interrompere il flusso di pensieri della ragazza fu proprio la domanda del presidente che si era appena accomodato sulla grande poltrona che risiedeva al centro dell'ufficio.

«No, direi di no.
Ma della ECA ne ho sentito parlare benissimo e sono contenta che promuova il calcio anche all'estero.» rispose sicura, non facendosi trovare impreparata.

«Ne sono felice.
È un progetto sicuramente ambizioso ma la mia cultura aziendale è ispirata solamente dal profondo amore che nutro lo sport.» disse mentre apriva e frugava in un cassetto dell'enorme scrivania in mogano.

«Immagino voglia arrivare al punto della situazione e del perché io sia qui stamattina.» disse cercando di anticipare il discorso del presidente.

«Siamo qui per questo.» sorrise leggermente e continuò «Ho chiamato lei perché mi sono informato sul suo iter lavorativo e credo che in questo caso coincida perfettamente con il mio piano.
Le preannuncio che non si tratta della ECA ma di questa società, è per questo che oggi l'ho convocata nel mio ufficio a Vinovo.
La Juventus F.C. è in pericolo, qualcuno dall'interno vuole sabotarla portando informazioni segrete all'esterno e lei deve aiutarmi a scoprire l'identità di questo malvivente.» sospirò e strinse i pugni che aveva appoggiato sulla scrivania.

Grace era alquanto sorpresa della richiesta del presidente Agnelli, era pur vero che non aveva mai seguito il calcio ma sapeva bene, grazie ovviamente ai giornali, che la Juventus F.C navigava in ottime acque, essendo l'unica squadra vincente in Italia.

«Lei pensa che ci sia una talpa all'interno della società?» domandò curiosa di scoprire il suo punto di vista.

«Ne sono più che certo.» rispose con fermezza mentre usciva alcuni fogli dalla cartellina che aveva appoggiato precedentemente sulla scrivania.

«Non ha idea di chi possa essere?
Prima di cominciare qualsiasi ricerca, devo quantomeno escludere qualcuno dalla lista dei sospettabili.»

«Per quanto mi riguarda può essere chiunque.
Un membro dello staff tecnico o addirittura della prima squadra. Nessuno escluso.» disse mentre distribuiva alla ragazza alcuni fogli con una sfilza di nomi.

«Questo non ristringe di certo il campo ma posso cominciare con delle ricerche sul consiglio d'amministrazione.» propose la ragazza sperando nel supporto del dirigente.

«Il consiglio non si tocca, sono tutti di famiglia e persone fidate.» rispose con fermezza.

«Mi lasci fare. Sono la più brava in questo lavoro, soprattutto per la mia discrezione nelle ricerche.
Ah, si ricordi una cosa: la famiglia è sempre pronta a tradire, signor Agnelli.
Le faccio sapere fra qualche giorno per le prime novità.» si alzò dalla sedia dopo aver stretto la mano del suo nuovo titolare.

E Grace sapeva benissimo di ciò che parlava, visto che aveva subito l'abbandono di sua madre quando era ancora troppo piccola per intendere e volere.
Suo padre aveva deciso che sarebbe cresciuta senza una figura materna che invece, avrebbe dovuto crescerla e proteggerla nella maniera più naturale possibile.

Mentre usciva dall'ufficio del presidente fu colpita da quel pensiero che cercò di scacciare via dalla mente, di certo non le avrebbe rovinato la mattinata.
Chase nel frattempo, si era già integrato benissimo nel gruppo dei ragazzi, che aveva infatti scoperto fossero proprio i giocatori della prima squadra e mentre discutevano tra loro del campionato in corso, il ragazzo intravide la lunga chioma bionda della cugina e con uno scatto si alzò dal divano e si precipitò da lei.

«Hai già cominciato con le chiacchiere da bar?» domandò Grace con tono sprezzante osservando ogni ragazzo presente a quella conversazione.

«Niente affatto.
Parlavamo della sua carriera da calciatore professionista.» intervenne improvvisamente un biondino con un taglio poco sobrio e una marea di tatuaggi.
Bel coraggio pensò Chase, immaginando la reazione della cugina.

«Non credo di averti interpellato.
Poi siete diventati già così amici? Visto che lo difendi a spada tratta.» domandò con tono arrogante avvicinandosi al ragazzo che aveva "osato" risponderle a tono.

«Noi siamo diventati già così amici? Visto che mi dai del tu.
Non ci conosciamo e a questo punto, preferirei continuare ad ignorare la tua esistenza.» rispose avvicinandosi ad un millimetro dal suo volto mettendola così a tacere.

Era la prima volta che Grace non riusciva a rispondere a tono ad un ragazzo impertinente, eppure in una situazione simile si era già trovata ma gli occhi verdi di quel ragazzo l'avevano tramortita.

«Per un paio di mesi lavorerò qui, quindi credo che per lei sarà molto difficile ignorarmi.
Sarebbe stato comunque impossibile, visto il modo in cui mi guarda.»si avvicinò nuovamente al corpo del ragazzo guardandolo intensamente negli occhi «Il mio compito sarà quello di tenerla a debita distanza e poi sarà bello percepire la sua frustrazione nel non avermi accanto solo perché si è permesso di sfidarmi questa mattina.»

Mentre si allontanava dirigendosi verso l'uscita, il ragazzo si accorse di aver smesso di respirare, la sua personalità aveva impedito ancora una volta, di farlo tacere ma quella ragazza aveva istigato e provocato ogni parte del suo corpo.

END GAME // Federico Bernardeschi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora