Capitolo 7

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Salve a tutti!
Volevo scusarmi per i giorni di ritardo ma avevo il cosiddetto "blocco dello scrittore", quindi perdonatemi!
In verità, questo capitolo non è molto lungo ma possiamo assistere ad un piccolo avvicinamento tra i due, credo abbiate capito quanto sia complicata la nostra protagonista ma come ben sapete, nel precedente capitolo ha subito un episodio che l'ha scossa e non poco, quindi sicuramente vedrete un lato diverso della sua personalità.
Spero vi possa piacere e che mi facciate sapere cosa ne pensate nei commenti.
A presto! 😘



                                         ***

Quella sera era stata traumatica per Grace, l'uomo su cui stava indagando aveva scombinato tutti i suoi piani cercando di violentarla.
Nella sua vita ne aveva subite tante, ma l'episodio avvenuto poche ore prima l'aveva sicuramente scombussolata più di ogni altra cosa al mondo.
Si era sentita "sporca" come non mai e per la prima volta nella sua vita, si era lasciata andare ad un pianto.
Era orrendo che un uomo così viscido avesse approfittato di lei in quel modo, fregandosene anche del fatto che ci potesse essere gente a guardare.
E di gente ne era anche passata, ma nessuno aveva fatto nulla per difenderla da un uomo fisicamente più robusto di lei, infatti non era stato per niente facile liberarsi dalla sua presa ma fortunatamente Federico era presente e l'aveva salvata.

«Non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che hai fatto.» esordì improvvisamente Grace, asciugandosi le lacrime.

«Non devi ringraziarmi, anzi facciamo così: prendiamolo come un punto di inizio.» rispose il biondo, accarezzando la sua guancia.

Si guardarono intensamente negli occhi per un periodo che sembrò infinito.
Grace quella sera lo guardò più volte in modo diverso e si accorse di quanto in realtà, fossero meravigliosi quegli occhioni verdi e che il suo sorriso infondeva un calore famigliare che difficilmente avrebbe trovato in altri uomini.

«Vuoi che ti riaccompagni a casa?» tossii Federico, schiarendosi la voce per togliere quell'imbarazzo che si era appena creato.

«Sì, è già abbastanza tardi.» rispose Grace, recuperando il suo cappotto.

«Se per te non è un problema, puoi rimanere qui.
Io posso dormire sul divano, è comodissimo.» propose Federico, sperando di non aver compiuto un gesto affrettato.

«Non voglio tornare a casa sola.» rispose sorridente.

«Allora, ti accompagno in camera.»

Stendersi su quel letto così comodo era stato un sollievo, Grace aveva anche provato a chiudere gli occhi per dormire un po' ma puntualmente si era ritrovata ad immaginare gli occhi di Daniele.
Riusciva a stento a respirare, aveva bisogno di non pensare a tutto ciò che fosse successo poche ore prima e dopo pochi minuti si era ritrovata nella cucina di Federico per bere un po' d'acqua.

«Ti senti bene?» domandò improvvisamente Federico, entrando in cucina e spaventando leggermente Grace che annuii.

«Scusami, non volevo spaventarti ma non dormivo e ti ho sentita.»

«Tranquillo, anzi grazie per esserti accertato che stessi bene.» disse la bionda, appoggiando il bicchiere sul tavolo.

«Mi interessa sapere come stai.» rispose lui, avvicinandosi pericolosamente al suo corpo.

«Federi..»

Grace cercò di fermarlo ma il ragazzo fu più veloce e la prese tra le sue braccia e la guardò intensamente negli occhi.

«Non puoi capire da quanto tempo ho desiderato questo momento.» disse il ragazzo, spostando il ciuffo biondo della ragazza dietro l'orecchio.

«Pensavo mi odiassi.»

«Non potrei mai odiarti.
Ero frustrato.
Frustrato dal fatto che mi trattassi in quel modo, non riuscivo a capirne il motivo.» sorrise leggermente Federico, mentre appoggiava la schiena di Grace sull'enorme bancone della cucina.

«Odiavo il fatto che tu mi sfidassi, sono sempre stata abituata ad avere il potere su tutte le situazioni della mia vita e con te era diverso...sei diverso.» disse Grace, stringendo le braccia possenti del ragazzo.

«È un diverso che ti affascina?» domandò curioso.

«Non mi affascina niente.» rispose fermamente Grace, allontanandosi dalla lieve stretta di Federico.

La ragazza era tornata in se', sentiva di essere uscita dalla sua confort zone, Federico era riuscito ad abbassare per qualche minuto le barriere che aveva sempre alzato con tutti.
Riconosceva il suo potere e non voleva assolutamente che se ne approfittasse, non poteva permettersi una cosa del genere dopo tutti gli abbandoni subiti.

«Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato?» domandò Federico con tono apprensivo.

«No, devo solo riposare.
È stata una giornata infinita.»

Federico immaginò fosse una scusa per allontanarsi dal momento che si era creato tra di loro, non voleva di certo insistere ma era conscio del fatto che anche lei avesse provato strane sensazioni quella sera.
Era felice di aver avuto quell'effetto su di lei ma allo stesso tempo confuso perché sapeva quanto complicata potesse risultare quella situazione.

Dopo essersi appoggiato sul divano decise di guardare un po' di tv, certo che lo avrebbe aiutato a rilassarsi.
Avrebbe preferito strimpellare qualcosa con la sua chitarra ma non voleva disturbare Grace che aveva veramente bisogno di riposare dopo la faticosa giornata, voleva magari suonarle qualcosa per aiutarla a scacciare via i brutti pensieri, quelli che era certo la stessero tormentando ma come sempre aveva paura di risultare sbagliato o di cattivo gusto.

«Ehi Wendy, vieni qui, vieni da papà!»

Federico richiamò uno dei suoi bulldog inglesi che prontamente saltò sul divano per affiancarsi al suo padrone e poggiare una zampa sul suo petto.
Wendy era molto affettuosa e quando percepiva che Federico fosse triste, era sempre pronta a coccolarlo.
Nessuno lo conosceva meglio dei suoi cani, nessuno delle persone a lui vicine poteva regalargli la stessa presenza e la stessa costanza.

«Vorrei che non avesse così tanta paura di me.
Insomma, non credo di farne così tanta. Vero?» domandò ironicamente il ragazzo mentre accarezzava la sua piccolina.
Wendy in risposta, alzò la testolina e lo guardò con occhioni teneri che sarebbero stati in grado di sciogliere chiunque, anche Grace.

«Per fortuna che ci sei tu.» borbottò Federico mentre stringeva Wendy tra le sue braccia e provava ad addormentarsi.

END GAME // Federico Bernardeschi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora