Capitolo 12

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Salve a tutti!
Immagino che ora sia già tardi o che siate in giro a fare baldoria ma non vedevo l'ora di condividere questo capitolo con voi, non perché fosse la miglior cosa mai scritta ma perché ho provato anche io delle sensazioni strane ma allo stesso tempo bellissime scrivendolo e leggendolo.
Spero possa piacere anche a voi, fatemi sapere che ne pensate. 😊
Un bacione e buon weekend!

Federico era sempre stato amante delle cene di squadra, era un modo per ritrovarsi in famiglia dopo una lunga giornata di fatiche e momenti difficili.
Credeva fosse in qualche modo terapeutico raccontarsi tutti gli aneddoti più divertenti della settimana e poter ridere senza temere il rimprovero del Mister Allegri.

In quel momento Federico era ancora intento ad ascoltare il racconto di Barzagli, che durante uno dei tanti ritiri, era stato chiuso in camera dall'organizzatore di scherzi più folle e divertente del gruppo: Paulo Dybala.
Erano tutti spensierati e felici, quell'unico bicchiere di vino che potevano bere a cena durante la settimana, aveva dato i suoi frutti e tutti si sentivano un po' su di giri e in grado di poter raccontare, secondo il loro punto di vista, il momento più divertente avvenuto nello spogliatoio.

«Barza, chiedi il permesso a Madda e vieni alla festa con noi.»

Paulo stava cercando in tutti i modi di convincere Andrea a partecipare alla festa che aveva organizzato a casa sua, sapeva perfettamente che dovesse badare alla sua famiglia ma ci teneva davvero tanto alla sua presenza.

«Sai quanto mi farebbe piacere passare altro tempo con voi ma Cami ha la febbre e mi sento già in colpa ad essere qui in questo momento.
Prometto che la prossima volta ci sarò.» precisò il difensore, rassicurando tutti i suoi compagni.


Qualche ora dopo, l'attico di Paulo si era trasformato in un locale notturno, le luci soffuse impedivano a Federico di scrutare tutti gli invitati presenti, anche se sapeva che alcuni fossero degli amici dell'attaccante argentino che gli sembravano già abbastanza alticci.

«Fede! Eccoti qui!» urlò Chase, sovrastando la musica altissima e attirando l'attenzione del toscano.

«Ehi! Che ci fai qui?» domandò l'attaccante, abbracciando il cugino della sua "nemica".

«Paulo ci ha invitati e...»

«Ci ha?» chiese Federico, interrompendo il racconto di Chase.

«Sì, c'è anche Grace.
In realtà è strano che abbia accettato l'invito ma ci teneva davvero tanto a venire.»

L'attaccante rimase alquanto sorpreso della presenza di Grace ma aveva deciso di non dargli nessun peso.
Aveva bisogno di distrarsi e non di pensare a quanto fosse stronza una donna che lo aveva particolarmente affascinato ma che in cuor suo, sapeva perfettamente che non sarebbe mai stata sua.

In casa, a differenza di altre feste di tutto rispetto, non c'era nessun tipo di alcolico.
Nel fine settimana, la squadra aveva una partita importantissima per il campionato e non volevano sprecare l'occasione di fare bene solo per un po' di alcool che gli avrebbe fatti stare male il giorno dopo.

«Posso parlarti?» domandò la ragazza bionda sovrastando uno dei tanti brani di musica latinoamericana della playlist di Paulo Dybala, sorprendendo Federico che era già con gli occhi puntati su di lei.

«Che vuoi?» domandò a sua volta il toscano, superandola per raggiungere la cucina e versarsi un semplice bicchiere d'acqua, improvvisamente la salivazione era a zero.

«Fede, ti prego, ascoltami.»

La voce di Grace era ormai un sussurro, le sue mani, che avevano bloccato le braccia tatuate e possenti di Federico tremavano e i suoi occhi azzurri avevano finalmente incontrato gli occhi verdi di lui e imploravano di essere ascoltati.

Tutte queste sensazioni che provava erano vere, non facevano parte del copione e non sarebbe mai stato così.

«Non mi guardare così.»

Federico non era stato in grado di resisterle, quel turbinio di sensazioni che aveva provato quando Grace lo aveva toccato e implorato di ascoltarlo, erano state fortissime e non poteva non ammetterlo.
Grace stava accarezzando i suoi zigomi spigolosi che tanto amava di lui, mentre aveva lo sguardo fisso nei suoi occhi che in quel momento sentiva suoi più di qualsiasi altra cosa al mondo.

«Volevo solo scusarmi per il mio comportamento, non sono una persona semplice e..» cominciò Grace, cercando le parole giuste per farsi perdonare e ricominciare un rapporto senza intoppi.

«Va benissimo così, non ci siamo capiti sin dal primo momento e forse non lo faremo mai.»

Federico la interruppe subito, senza che terminasse il suo discorso, lasciando la ragazza senza parole e con un velo di tristezza negli occhi.

«Non hai voglia di capirmi? Di scoprirmi? Di avere tutto di me?» domandò Grace tutto d'un fiato, mentre gli prendeva le mani e le incastrava nelle sue.

L'attaccante bianconero non capii più nulla.
Premette tenacemente le sue labbra su quelle di Grace, spingendola delicatamente contro il muro per intrappolarla a se' e intensificare quel bacio che gli stava provocando le migliori sensazioni del mondo.
Non riusciva più a controllarsi e questo lo doveva anche ai baci sapienti della ragazza, che sembrava già conoscesse i suoi punti deboli.

«Che stavi aspettando?» domandò Grace, sussurrando tra un bacio e l'altro e accarezzando ogni centimetro del suo petto.

«Questo.
Che ci scannassimo e poi...»

E la baciò ancora una volta, come se fosse quasi una liberazione.

«Mi fai impazzire.»

Ed era vero, Grace era totalmente impazzita e quel bacio era stata la dimostrazione di quanto quello che provasse non fosse frutto solamente del lavoro ma di sentimenti nuovi, mai provati e che aveva paura di scoprire.

END GAME // Federico Bernardeschi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora