Capitolo 4

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Salve a tutti!

Sono finalmente riuscita a trovare un po' di tempo e a scrivere qualcosa, approfittando dell'incredibile ispirazione.
Voi come state? Vi state ancora abbuffando o avete cominciato la dieta?

Un bacio e buona lettura!

***

Villar Perosa non era mai stata così movimentata, il presidente Agnelli aveva invitato chiunque avesse avuto a che fare con la Juventus F.C negli ultimi anni, anche vecchi imprenditori, potenziali nemici, a cui non aveva concesso le quote della società.
Grace dopo aver parlato con un po' di essi, si era accertata che non conoscessero i vari spostamenti di credito e soprattutto che le loro aziende non avessero fatto da garante, per cui tirò un sospiro di sollievo nel scartare alcuni sospettati.
Durante tutta la cena si era limitata a sorridere a tutti i presenti, ponendo solo qualche volta delle domande con discrezione.
Gli imprenditori però, erano del tutto ammaliati da lei e facevano a gara per scambiarci due chiacchiere, facendo sì che agevolassero ancora di più il suo lavoro.

«Sono tutti ai suoi piedi, è incredibile!» esclamò improvvisamente Federico, interrompendo la conversazione del suo tavolo.

«Ma di chi stai parlando?» domandò la sua fidanzata Veronica, incuriosita dal fatto che il biondo fosse totalmente preso da altro.

«Di Grace Ventura.
Quella biondina lì.» intervenne Paulo, indicando la ragazza accerchiata dagli ospiti di quella serata.

«Molto semplice: è bellissima e vogliono assicurarsi che dopo qualcuno di loro la porti a letto.» rispose con facilità la bruna.

Dopo le prime portate, Grace si era avvicinata più volte al tavolo di Chase, sperando che avesse scoperto novità importanti sui giocatori presenti ma rimase delusa nel constare che suo cugino stesse facendo altro, non eseguendo affatto gli ordini.

«Conosci i nostri accordi, concentrati sul tuo lavoro e non farti distrarre da questi cialtroni.» minacciò la bionda guardandolo seriamente negli occhi.

«Sono tutti simpatici, è impossibile che siano delle talpe.» si giustificò Chase sorseggiando un calice di champagne.

«Stai sottovalutando il nemico, chiunque di loro può nascondere un segreto o peggio ancora una vendetta.
Non puoi mai saperlo!» rispose prontamente Grace, facendo in modo che il ragazzo non replicasse.

«Fammi godere questa serata senza destare sospetti.
Voglio viverla con tranquillità!» esclamò con tono esasperato.

«Stiamo lavorando Chase, non possiamo permetterci distrazioni.
Il presidente di questa società mi ha affidato questo compito e devo rispettarlo, fosse l'ultima cosa che faccio.
Perché fai fatica a comprenderlo?» domandò allargando le braccia e facendole ricadere subito dopo lungo i fianchi.

La discussione tra i due scombussolò l'umore di Grace, che uscì dalla villa per fumare una sigaretta e allentare la tensione ma ciò non le fu permesso a lungo perché il "principe tamarro" così chiamato da lei, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.

«Hai intenzione di guardarmi così ancora per molto?» domandò con tono saccente la ragazza.

«Sto cercando di capire se tu sia davvero così stronza.» rispose Federico facendole un occhiolino.

«E lo capisci guardandomi il sedere?» domandò ancora, sperando di avere su di lui l'effetto voluto.

«Te l'ho guardato solo una volta e non qui fuori.
Mi sono concentrato, invece, sul modo in cui quando sei nervosa, ti tocchi continuamente il collo o quando sei in imbarazzo, cerchi inizialmente di guardare altrove e poi ti concentri su un punto fisso del volto per non distrart..» fu interrotto dalla mano di Grace che si appoggiò delicatamente sulle sue labbra, facendolo così tacere.

«Non sono mai in imbarazzo.
Smettila di guardarmi o seguire ogni mio singolo movimento, non sono in sfida con te e non vorrei mai esserlo.» si allontanò quel che bastava per non essere nemmeno sfiorata da lui e andò via, lasciando Federico senza fiato e con mille dubbi.

La serata era finalmente terminata, alcuni invitati avevano deciso di fare ritorno a Torino, altri di rimanere lì a dormire in villa, data la disponibilità delle camere.
Grace appena tornata in stanza, collegò il suo telefono al pc e scaricò tutte le informazioni acquisite quella sera, tra cui alcune foto degli invitati.
Le sembrò di essere sempre al punto di partenza, tutti potenzialmente sospettati ma ancora nessuno aveva un movente tanto forte da causare una rottura della società.
Mentre si spogliava e riponeva in una scatola il suo prezioso collier di diamanti, ripensò a quel ragazzo biondo di cui non ricordava nemmeno il nome che osava continuamente sfidarla, nessuno a parte suo padre, era mai stato così sfrontato nei suoi confronti e questo la infastidiva tanto ma nel contempo era incuriosita dalla sua stramba personalità, che non passava di certo inosservata, così come i suoi occhi verdi a cui pensò prima di cadere in un sonno profondo.

END GAME // Federico Bernardeschi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora