La Collina Dei Rododendri

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Una casa.

Una casa imponente che si ergeva fiera sulla collina verde giada screziata dalle macchie più scure dei rododendri.
Una casa che si specchiava proprio in quegli istanti in due occhi spenti e spaventati di quel giovane. Un giovane che stava fuggendo da coloro che l'avevano rovinato, che gli avevano sconvolto la vita.

Ormai stava scappando da ore, se non giorni, non lo sapeva più, aveva perso la cognizione del tempo anche se poteva vedere l'alternarsi del di e della notte. Si sa che in momenti come questo perde di importanza.
L'unica cosa di cui era certo é che era stanco, stanco di tutto, mentalmente e fisicamente, gli doleva ogni singolo muscolo, aveva i crampi per la fame e aveva sonno tanto sonno ma non poteva permettersi di riposare un solo istante, non ora, non con quelle belve alle calcagna.

Arrivó correndo al limitare del boschetto che si trovava ai piedi della collina e si poggiò stremato con la schiena ad un albero.
Respirò pesantemente e deglutí il nulla per poi accasciarsi ai piedi del cedro accoccolandosi fra le sue radici che lo accolsero in un abbraccio silenzioso. Tirò la testa all'indietro e chiuse gli occhi per un secondo.

Poi accadde tutto in pochi attimi.
Uno sparo.
Un sibilo. E il bruciore alla spalla sinistra lo fecero sobbalzare.

Un altro sparo.

Rotolò di lato riparandosi e soffocando un mugulio di dolore quando la spalla entrò in contatto col suolo.
Si guardò indietro affacciandosi dall'albero e un altro colpo esplose facendogli comparire un piccolo taglio sulla guancia che ben presto prese a sanguinare.

Era bloccato, privo di forze e ferito ma doveva escogitare qualcosa.

Poi ricordò: la villetta! Massi certo!
Forse aveva ancora una possibilità di uscirne vivo ma doveva correre e sarebbe stata un impresa quasi impossibile per come era conciato.

Intanto nella piccola radura era calato il silenzio,anche le cince si erano zittite come se stessero trattenendo il fiato.
<<Pregate per me>> sussurrò tra i denti il ragazzo.

Si affacciò ancora una volta per controllare la situazione e poi con le ultime forze rimaste scattò verso la casa, e poco dopo altre pallottole partirono sibilando nell'aria conficcandosi a pochi centimetri dai suoi piedi.

Un altro sparo,altro dolore. Per un momento credette di aver visto il firmamento intero o forse era stato proprio cosi. L'avevano colpito appena sotto il ginocchio ma strinse i denti e continuò la sua corsa arrivando al porticato della villetta, nascondendosi dietro uno dei muri. Con una mano si tamponava la ferita alla spalla cercando di soffocare il dolore che gli annebbiava la mente rendendo il tutto più difficile, e si affacció cautamente alla finestra dietro di lui e vi sbirciò.

Apparentemente la casa sembrava vuota ma subito sentí dei passi pesanti che facevano trasparire l'incazzatura della persona che ora stava attraversando il piccolo corridoio di ingresso per prendere il fucile appeso vicino alla porta, uscire sbattendola e spararare due colpi al cielo.

<<AVETE ROTTO IL CAZZO VOI E QUESTI STUPIDI SCHERZI! ANDATEVENE DA QUALCHE ALTRA PARTE, RAGAZZINI DI MERDA!>>

Silenzio...

Il ragazzo trattenne il fiato per paura che attaccassero anche l'uomo che inconsapevolmente l'aveva appena salvato, ma non successe nulla.

Lo sentí borbottare qualcosa che non riuscì a comprendere e incuriosito si affacciò a fatica per osservare il suo salvatore.
Era un ragazzo, ora girato di schiena, a vederlo cosi più basso di lui, dai capelli corvini rasati sulla nuca con un taglio simile a quelli militari, teneva la mano destra sul calcio del fucile e l'altra sulla canna ancora fumante.
<<tsk ma dico non si può neanche bere un the in pace >> borbottò con voce bassa mentre rientrava scocciato in casa.

Il ragazzo però aveva paura ad uscire dal nascondiglio ma oramai era allo stremo e aveva bisogno di aiuto perciò traballante e insanguinato si accostò alla porta strascicandosi fino a bussare piano sul legno chiaro e intagliato elegantemente.

Sentí una porta sbattere da qualche parte nella casa << GIURO CHE SE SIETE VENUTI A ROMPERMI DI NUOVO I COGLIONI VI MENO PESANT...>> il corvino aprì la porta ma non fini la frase perché il timore e la sorpresa ebbero il sopravvento. Sgranó gli occhi impercettibilmente ritrovandosi davanti quel ragazzo sconosciuto cosi malconcio.

Aprí la bocca come per dire qualcosa ma venne interrotto dalla flebile voce del giovane <<Aiutami... t..ti supplico>> riuscì a pronunciare prima di chiudere gli occhi e accasciarsi privo di forze davanti all'uscio di quella villetta sulla collina dei rododendri.

~*~*~
Spazio meh

Spero vi sia piaciuto come inizio.
Questa é la mia prima ereri perciò mi scuso per eventuali errori.
Ah! Giusto!!
Ovviamente sono bene accetti i commenti e i consigli *non offensivi mi raccomando u.u*

*~ Kiara~*

Only With You *~Ereri/Riren~* {CoMpLeTa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora