Mi piaci

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Era sera e Roberto era appena uscito dall’ospedale quando si ricordò che non aveva ancora chiamato Costanza. Cos, prese il cellulare dalla tasca del giaccone pesante e selezionò il nome della ragazza memorizzato nella rubrica. Dopo quattro squilli partì la segreteria telefonica, il ragazzo insofferente provò a chiamarla di nuovo e questa volte dopo un paio di squilli la chiamata venne bruscamente interrotta. Roberto guardò lo schermo dello smartphone e vide che proprio come aveva pensato non si trattava di un errore, la ragazza aveva rifiutato la sua chiamata.

Stizzito si rinfilò il telefono nella tasca e aumentò il passo. Iniziò a elencare nella sua testa tutte le possibili motivazioni per cui lei aveva rifiutato la chiamata; dalle più banali alle più improbabili. Senza nemmeno accorgersene era arrivato al motorino, allora riprese il cellulare osservandolo nervosamente. Basta avrebbe fatto come gli aveva suggerito Stefano ‘’Se la montagna non va a Maometto allora Maometto va alla montagna!’’ Con un sorrisetto soddisfatto scrisse un messaggio a Costanza

Ehi bellissima! Tra mezz’ora sotto casa tua!

Così non avrebbe avuto scampo.

Costanza aveva percepito subito un senso di gelo quando Filippo si era scansato da lei. Ancora con il cellulare in mano si voltò verso di lui per guardarlo negli occhi, ma il ragazzo aveva girato la testa e teneva le mani in tasca per nascondere i pugni chiusi.

‘‘Filippo.’’ Disse il suo nome avvicinandosi lentamente e gli sfiorò il braccio per richiamare la sua attenzione.

Lui alzò gli occhi verdi e glaciali catturandola.

‘‘Credo che dovremmo parlare.’’

Costanza non ebbe un secondo di dubbio su quale fosse l’argomento della loro prossima conversazione. 

Fece un cenno di assenso con la testa per fargli capire cosa intendeva. 

‘‘Vieni sediamoci.’’ Disse il ragazzo prendendola per un braccio e trascinandola su una panchina vuota nella piazzetta in cui si trovavano. Si lasciò cadere sulla panchina e lui la seguì. Lei giocava nervosamente con l’anello che portava all’indice sinistro facendolo ruotare intorno al dito e lui la studiava cercando le parole più adatte per iniziare. 

‘’ Quando ero ricoverato in ospedale Roberto è venuto a spiegarmi del vostro ‘‘accordo’’.Tu avevi deciso di continuare a vedermi per aiutarmi con i miei ricordi ma poi avevi continuato a farlo perchè tenevi a me...’’

‘’ Si.’’ Lo interruppe lei.

‘’ Vederci e passare del tempo insieme non dipendeva solo dall’ ‘‘accordo’’ che avevo fatto con Roberto, come lo hai chiamato tu. La verità è che tu già mi piacevi. Ma io usavo con me stessa e con gli altri la scusa che lo facevo solo per aiutarti.’’

Smise di giocare con l’anello e alzò la testa per incontrare gli occhi di Filippo che brillavano nella penombra della sera.

‘’ Sono felice di sentirlo dire da te.’’ Le sorrise, ma sapeva che il discorso no era concluso.

‘’ Roberto ha...mi ha anche detto quello che è successo tra voi.’’

‘’ Lo so.’’ 

‘’ So che non sono fatti miei e non ho nessun diritto di chiederti quello che è successo con lui, di volere una spiegazione...insomma noi eravamo solo amici e tu sei libera di uscire con chi vuoi.’’

Pausa.

‘’Ma tu mi piacevi e mi piaci. Credo che questo sia chiaro.’’ Sorrise cercando di smorzare la tensione.  

‘’ Sapere che tra voi ci sia stato qualcosa mi rende terribilmente geloso.’’ 

Costanza sapeva di non dovere nessuna spiegazione a quel ragazzo, riguardo ciò che era successo con Roberto. Ed era sollevata che Filippo lo avesse sottolineato, ma dentro di lei sentiva il senso di colpa e il dolore di vederlo soffrire ancora. Distolse quindi lo sguardo da quei tristi occhi verdi.

Il ragazzo dagli occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora