Passati un paio di giorni dalla partenza e circondati dal buio della vegetazione, fu difficile per entrambi capire se fosse mattino o viaggiassero in piena notte. Quando gli occhi iniziarono a farsi pesanti, Gray si decise che doveva riposare. Per arrivare alla magione avevano impiegato quattro giorni e lui si era riposato solo una volta, ma per il ritorno avrebbero impiegato una settimana intera. La loro partenza era stata tenuta segreta, avrebbero viaggiato nel più completo anonimato, stando bene attenti a tenere nascosti i simboli della gilda e, per un esibizionista come Gray, non era stata una cosa semplice non cedere alle sue abitudini. Per il ritorno era stata scelta una strada secondaria, opposta a quella usata precedentemente, non sarebbero passati per alcuna città o villaggio e quindi avrebbero allungato di molto, non potendo seguire nessun sentiero già tracciato. Nascosti tra la grande vegetazione in una ricca foresta, Gray fermò la carrozza e dispiegò la mappa del regno per mettere ordine nel viaggio. Stavano rispettando la tabella di marcia alla perfezione, la passeggera non si era mai lamentata degli scossoni che subita la carrozza o delle brutte strade che stavano percorrendo, non aveva mai chiesto cibo o una sosta di alcun tipo. Avevano lasciato delle vivande all'interno della cabina, ma non sapevano se le avesse usate o meno. Eppure non chiesero. Su questo il Master era stato categorico e le regole da rispettare, assolute. Non dovevano guardarla, non dovevano parlarle e non dovevano toccarla per nessuna ragione al mondo e quando Gray ne aveva chiesto il motivo, il Master lo aveva sgridato. Eppure lui non aveva preso quel grido come un'offesa, lo aveva capito alla perfezione, persino Makarov era terrorizzato e mandare i due ragazzi da soli non era stata una scelta semplice. Scacciando i ricordi dalla mente tornò a concentrarsi sulla mappa e poi si guardò intorno, quel piccolo spiazzo erboso in cui gli alberi formavano un cerchio quasi perfetto, era adatto ad una piccola sosta e lui doveva dormire assolutamente. Juvia lo aveva intuito subito e si era allungata verso il tetto della carrozza tirando giù un sacco e stando attenta a non farlo urtare contro nulla.
- Juvia sistema le lacrima intorno a noi. Gray-sama può riposare tranquillo.- La ragazza estrasse una sfera, grande quanto la sua mano, osservando il simbolo giallo di un fulmine al suo interno. Le ricordava benissimo e conosceva la potenza di una sola di quelle lacrima, le stesse usate da Laxus durante il festival di Magnolia. Era stato proprio lui a crearle, erano più piccole di quelle usate per il Kaminari Den, ma efficaci allo stesso modo. Con estrema attenzione scese dalla carrozza e prese a sistemarle intorno a loro. Non appena riuscì a chiudere la formazione delle lacrima formando un cerchio, una recinzione dorata apparve per qualche secondo circondandoli.
- Non dovrebbero esserci problemi, Laxus ha detto che se qualcuno entra nel perimetro della recinzione si attivano all'istante.-
Entrambi furono grati di quella magia. Laxus non era un tipo socievole o facile da capire, ma aveva creato quell'incantesimo proprio per loro e per proteggerli, sicuramente aveva intuito l'importanza di ciò che si accingevano a fare e aveva voluto contribuire.
- Gray-sama può riposare ora.- Il moro si voltò nella direzione della ragazza rimanendo stupefatto della velocità con cui avesse preparato un giaciglio per lui. - Juvia rimane di guardia.-
Scese dalla carrozza e si sdraiò senza pensarci oltre, doveva assolutamente dormire o non sarebbe riuscito a proseguire e rimanere all'erta per molto e poi si fidava ciecamente della sua compagna che riuscì subito a chiudere gli occhi.
Sognò qualcosa, strane figure che si avvicinavano tristi e silenziose e lui che non riusciva a muovere neanche un muscolo del proprio corpo. Un gelo così intenso che persino a uno come lui iniziava a dare fastidio. Fu sommerso da una sensazione di dolore e tristezza da stringergli il cuore in una morsa così forte, che temette un arresto improvviso. Il freddo divenne mano a mano sempre più umido e fastidioso e qualcosa iniziò a premergli contro il petto nudo, una pelle morbida, ma fredda. Il rumore di un cuore che batteva all'impazzata gli rese impossibile continuare a dormire, ma quando provò ad aprire gli occhi gli venne impedito. Poi finalmente i suoni iniziarono a diventare più chiari, ma sempre ovattati, come se qualcosa gli stesse tappando le orecchie. Riuscì a distinguere alcune grida e parole senza senso con una voce femminile in sottofondo che udiva appena. Provò ad aprire gli occhi non senza fatica, intravedendo una bocca delicata e schiusa proprio davanti a lui. Le labbra si mossero piano e lui fu in grado di leggerle.
"Mi dispiace Gray-sama..."
- Juvia?- La ragazza era sopra di lui e lo schermava completamente, con i sensi ormai svegli riuscì a capire che le teneva i palmi delle mani premuti contro le orecchie e gli stava impedendo di guardare dietro di lei. Con la coda dell'occhio scorse qualcuno al suo fianco, una gonna di pizzo nero gli scivolò accanto e capì. Riuscì a mettere in ordine ogni cosa, le grida ovattate e la sensazione di torpore simile alla morte. La sensazione umida non era acqua, ma il sangue di Juvia che sgorgava dalle ferite infertegli. Erano stati attaccati durante la notte, qualcuno forse gli aveva impedito di svegliarsi e Juvia lo aveva difeso. Poi qualcosa era andato storto, la ragazza da sola non era stata in grado di contrattaccare e era intervenuta quella donna, per questo ora Juvia gli stava impedendo di sentire e vedere, ma lei al contrario ne avrebbe completamente risentito.
- Juvia spostati! Juvia!- Nonostante provasse con tutta la sua forza a muoversi, non riuscì a fare nulla, fu in grado soltanto di fissare le labbra di lei che continuavano a chiedere scusa e poi quelle parole che gli strapparono il cuore.
" Juvia è innamorata di Gray-sama.!"
- Lo so stupida! Lo so, spostati ti prego!- Fu un lampo, Juvia alzò il viso oltre quello di Gray e gli occhi le si riempirono di lacrime e terrore. Nonostante ne avesse fronteggiati cinque era rimasta ferita, schiacciata da una magia troppo forte per lei, ma pur di proteggere il suo amato avrebbe continuato a difenderlo e a lottare fino alla fine, ma ora, quella donna era riuscita dove lei aveva fallito in pochissimi secondi, con una sola parola che aveva ascoltato benissimo.
- Morite.- Come piccoli steli colpiti dal vento, erano caduti a terra senza emettere suoni e ora che anche lei aveva ascoltato quell'ordine, le sarebbe toccata la stessa sorte. Così quando le forze iniziarono ad abbandonarla e la presa sul viso del suo compagno si fece più debole, tornò a guardarlo. Quegli occhi pieni di furore per non essere riuscito a fare nulla, per non averla protetta le scaldarono il cuore e mentre si abbandonava al sonno scivolò verso le labbra di lui poggiandogli un bacio leggero.
-Juvia!- Lo gridò così forte che la gola gli provocò un dolore lancinante. Non aveva idea di cosa diavolo fosse accaduto, ma ora la ragazza era sdraiata su di lui e sapeva che non respirava più. Solo quando provò nuovamente a spostarsi si rese conto della sua condizione. Sdraiato supino sul giaciglio aveva le braccia distese ai lati e bloccate da delle spade affilate che gli trapassavano gli avambracci bloccandolo al terreno, allo stesso modo gli aveva ferito le gambe, eppure non provava dolore.
- Sei stato paralizzato da un loro incantesimo e non riesci a percepire nulla.- La voce gli riecheggiò nella mente, delicata e pungente allo stesso tempo. Capì subito che era quella donna a parlargli, ma non gli importò di nulla, neanche se quelle parole lo avessero ucciso all'istante. - Sto comunicando con la mente, non subirai altri danni... mi dispiace.-
- L'hai uccisa!- Non sentì risposta, che lo avesse fatto per proteggerli o solo per se stessa, ora Juvia era li immobile sopra di lui e questo lo stava distruggendo tanto che il dolore delle ferite, che lentamente riaffiorava, non era un problema.
- Ho mandato un messaggio a Makarov, penserò io a portarvi a Fairy Tail.- Dalla sua obbligata posizione intravide le mani coperte dai guanti della donna che si poggiavano sui suoi occhi costringendolo a chiuderli e il peso della ragazza che lentamente svaniva.
- Non toccarla... vuoi farle ancora del male... non toccarla.- Mentre le lacrime gli scendevano copiose dagli occhi si rese conto che presto avrebbe ceduto anche lui. - Lasciala vicino a me... ti prego.-
- Fermerò il vostro tempo fino a che non sarò in grado di guarire entrambi.-
- Non si possono guarire i morti!- Ancora una volta a rispondere fu solo il silenzio, ma quando la donna si inginocchiò al suo fianco stringendo tra le braccia il corpo di Juvia lui fu in grado di vederla completamente. Non gli importava di nulla, ne delle regole ne del pericolo e seguì ogni movimento che fece. Avvicinò il braccio ad una delle spade che bloccavano Gray e spostando un po' il vestito riuscì a ferirsi il polso. Lui lo notò subito, il colore della pelle di quella donna non era naturale, bianca come la neve che lui conosceva benissimo. Dalla ferita sgorgarono delle gocce di liquido scuro come la notte e lei se lo portò alla bocca, spostando il velo con l'altra mano. Gray riuscì a vederle le labbra, sottili e rosee che si tinsero presto di nero. Quando si fu riempita la bocca prese il viso di Juvia e facendole schiudere le labbra vi poggiò le sue donandole quel liquido sinistro. Lentamente la poggiò di nuovo al fianco del ragazzo e si alzò concentrandosi sulle armi che bloccavano Gray al terreno. Strinse una di loro e tirò via con forza, la lama si disintegrò in pochi secondi e il ragazzo gridò di dolore, così come per le altre tre.
- Ora chiudi gli occhi, mi occuperò io di voi.- Il mondo di Gray si spese in pochi istanti, tutto si fece buio e freddo, senza possibilità di tornare indietro.
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Tears Of Blood
FanfictionDopo sette anni di vuoto Makarov è alle prese con una decisione che coinvolgerà tutti i suoi figli e metterà in pericolo le loro vite...la donna in nero su cui nessuno sguardo deve essere posato, la cui voce non può essere ascoltata farà versare lac...